Biologica o integrata?

Soft Secrets
07 Jan 2011

Agricoltura biologica è un concetto in realtà meglio esprimibile così agricoltura sostenibile. Stiamo parlando di tecniche di coltivazione ecologicamente sostenibili e zero fertilizzanti chimici. Quando mi raccontano di erbe biologiche son sempre restio a credere e nel novanta per cento dei casi è un prodotto buono ma di organico ha solo il fertilizzante e niente più


Agricoltura biologica è un concetto in realtà meglio esprimibile così: agricoltura sostenibile. Stiamo parlando di tecniche di coltivazione ecologicamente sostenibili e zero fertilizzanti chimici. Quando mi raccontano di erbe biologiche son sempre restio a credere e nel novanta per cento dei casi è un prodotto buono ma di organico ha solo il fertilizzante e niente più.

Agricoltura biologica è un concetto in realtà meglio esprimibile così: agricoltura sostenibile. Stiamo parlando di tecniche di coltivazione ecologicamente sostenibili e zero fertilizzanti chimici. Quando mi raccontano di erbe biologiche son sempre restio a credere e nel novanta per cento dei casi è un prodotto buono ma di organico ha solo il fertilizzante e niente più.

Mi chiedo allora quanto sia corretto definire bio un'erba coltivata in una tenda di plastica sotto una lampada solamente perché si opta per un fertilizzante di derivazione organica anziché di sintesi.
Non sarebbe bio alla stessa maniera se ad una outdoor dessi solo letame? Tanto per accezione comune, nel mondo cannabico si definisce bio un'erba fertilizzata organicamente dalle esaltatissime note aromatiche. Faccio notare che il contenuto e la qualità delle sostanze organolettiche, che danno poi il sapore e l'effetto, è solamente un effetto causato dal corretto metabolismo della pianta. Facendo un esempio è come se alimentaste vostro figlio con pappette omogeneizzate e suo fratello con minestrone e piatti freschi: quale si svilupperà meglio? Ovviamente quello cresciuto più a contatto con la natura: solo perché il suo metabolismo ha avuto modo di lavorare con sostanze conosciute! Ugualmente faranno i vostri cloni, basta provare per credere.
Ma cos'è l'agricoltura sostenibile in realtà? Vediamo cosa vuol dire coltivare in maniera ecocompatibile.
L'Unione Europea dall'inizio degli anni '90 ha iniziato a considerare l'aumentata richiesta di prodotti più sani, sviluppati nel rispetto della vitalità dell'habitat di crescita, ponendo come obiettivo della PAC la promozione e la diffusione delle tecniche di coltivazione sostenibili. La PAC è la Politica Agricola Comune è un insieme di decisioni (regolamenti, sussidi, multe...) a livello europeo che i vari Stati applicano per tutelare il mercato agroalimentare. Gli italiani certamente ne avranno già sentito parlare quando si discute diquote latte.
Un'azienda che sceglie la sostenibilità può orientarsi sull'agricoltura integrata o su quella biologica, ovviamente subordinandosi ai regolamenti CEE in vigore, così da poter usufruire degli incentivi comunitari e soprattutto se sceglie agricoltura biologica del marchio BIO importante garanzia di qualità nella filiera.
L'agricoltura integrata è un'insieme di tecniche orchestrate in un connubio perfetto, dove ogni scelta è fortemente disciplinata. Attenzione, non è agricoltura biologica ma sostenibile!
La varietà da coltivare dovrà essere scelta in base alle sue caratteristiche di adattabilità nell'ambiente di coltivazione e resistente a determinate avversità del luogo se eventualmente presenti. Molto spesso si ricorre a banche di semi con archivi di varietà rustiche ed autoctone perciò geneticamente adatte all'area interessata. La coltura va eseguita solo in condizioni di terreno e clima idonee e non in monosuccessione, così che cambiando coltura ogni anno si fa una rotazione benefica e si evitano mali ricorrenti, tipo il mal del piede del frumento.


Ogni lavorazione ovviamente dovrà minimizzare l'erosione del terreno e preservarne la fertilità organica e con essa mantenere una buona struttura pedologica. Lavorazioni minime se non addirittura semina diretta e nessuna lavorazione sono le tecniche di lavorazione del terreno migliori, cioè non invasive e rispettose della tessitura e della struttura del suolo.
Le concimazioni come il diserbo sono strettamente disciplinanti sia nei quantitativi che nelle modalità e periodo d'applicazione: il diserbo chimico però è ammesso solo in casi estremi e deve preferire elementi più biodegradabili ad altri maggiormente inquinanti. Come d'altronde la difesa fitosanitaria deve prima preferire mezzi biologici e proprio nell'emergenza ricorrere in maniera comunque razionalizzata a mezzi chimici, sempre preferendo i meno inquinanti, dosando le applicazioni e soprattutto minimizzando i periodi di trattamento.
Non si può dire che sia biologica però perlomeno mette un freno all'uso incondizionato della chimica nell'agricoltura, razionalizza l'intervento dell'uomo e cerca di ferire meno la natura coi suoi interventi.

Un'azienda che sceglie la sostenibilità può orientarsi sull'agricoltura integrata o su quella biologica


L'agricoltura biologica è ciò che invece s'intende come prettamente organico, con buona pace dei biodinamisti del signor Steiner. L'agricoltura biodinamica è la versione hardcore del biologico, qualcosa di così poco contadino e tanto filosofico da andare verso il misticismo a volte. Ma qui non sto parlando della soggettività del concettobio.
L'agricoltura biologica invece si è diffusa maggiormente dalla metà degli anni '90 in poi, sia per la crescente domanda di prodotti di qualità da parte del consumatore che per le agevolazioni dalla Comunità Europea agli agricoltori. Gli imprenditori agricoli sono invogliati sia dagli incentivi comunitari che dalla maggior redditività dei prodotti a marchio biologico.
Il metodo di produzione biologica pone all'agricoltore per contro limiti nell'utilizzo dei mezzi tecnici, soprattutto per quanto riguarda i concimi ed i fitofarmaci (quali gli erbicidi, gli insetticidi e i fungicidi) al fine di ridurre gli input esterni, ammettendo l'impiego di prodotti naturali e l'utilizzo di mezzi di prevenzione agronomica.
Possiamo dire che le tecniche biologiche tendono ad una gestione equilibrata dell'agro-sistema, mantenendo e valorizzando la biodiversità, nel rispetto dell'attività biologica del suolo con una conseguente riduzione dell'inquinamento derivante dalle pratiche agricole.
Dall'agricoltura integrata differiscono la concimazione, il controllo e il diserbo delle piante infestanti, la protezione fitosanitaria e la presenza in azienda di validi aiuti naturali volti ad integrare l'azienda nell'habitat prescelto.
La concimazione biologica non è un cucchiaino per colture, ma una serie di lavori atti a mantenere la fertilità del suolo a livelli accettabili. Sia tramite l'apporto di fertilizzante organico proveniente da allevamenti zootecnici biologici, sia tramite una rotazione poliennale ben studiata che preveda anche l'inserimento di leguminose con funzione azotofissatrice ed eventualmente ottime per un buon sovescio portatore di composti azotati e materia organica.
Di base un'azienda zootecnica non ha troppi problemi di input visto che ha liquami molto spesso in eccedenza e pratica quasi sicuramente una rotazione con foraggere o leguminose. Ovviamente tutto subordinato al regolamento CEE 2092/91 che disciplina i fertilizzanti ed i concimi ammessi, a maggior ragione per quelle aziende agricole che non dispongono di input interni di liquami e reflui zootecnici.

Ai nostri nonni non sarebbe mai venuto in mente di pagare di più un prodotto più naturale


L'unico problema fertilizzando o concimando è il titolo d'azoto disponibile che non riesce mai ad essere sufficiente per le colture più esigenti se non tramite la sinergia di un buon sovescio e una concimazione azotata. Il fosforo ed il potassio non hanno limiti invece in quanto il disciplinare di produzione biologica consente la distribuzione di concimi minerali naturali fosfatici e potassici con un titolo sufficientemente elevato.
Le sementi scelte devono essere per forza biologiche, senza tenere in considerazione le varietà geneticamente modificate.
Il controllo delle infestanti è controllato tramite rotazioni intelligenti volte a mantenere la stabilità del terreno, utilissima è la scelta di varietà rustiche, adatte a ben colonizzare l'areale designato.
Molte volte il diserbo è effettuato tramite un'erpicatura presemina e senza l'utilizzo di diserbanti chimici che rimangono proibiti. Un ottimo espediente utilissimo nel diserbo presemina si chiama falsa semina. La falsa semina consiste nel fingere di seminare tramite la preparazione di un letto di semina falso, così da far germinare le infestanti per poi intervenire eliminando le infestanti.
Gli unici trattamenti fitosanitari sono solamente preventivi, si gioca però d'anticipo facendo una buona difesa utilizzando varietà resistenti ai patogeni, interrando i residui colturali precedenti, sgrondando regolarmente le acque in eccesso così da prevenire dannosi ristagni idrici e soprattutto integrando la fauna entomofaga con azioni di protezione e potenziamento degli insetti e dei microrganismi utili.

Detto ciò il concetto di biologico diviene un grado di purezza, maggiore è il grado di affinità alla natura e maggiormente è biologico un prodotto. Un vaso in plastica è sostenibile? Se l'infarinatura di agribio vi è piaciuta leggete qualche libro sull'agricoltura biodinamica di Rudolph Steiner, vedrete quanto il concetto dibiologico divenga soggettivo.
Funziona tutto ciò? Basta confrontare bio e non, anche al supermercato, ricordandosi che ai nostri nonni non sarebbe mai venuto in mente di pagare di più un prodotto più naturale.

 


 

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