Illuminazione: ottimizzatela al massimo

Soft Secrets
30 Jun 2017
Possiamo ottenere il massimo potenziale dalle nostre piante se tuti gli elementi coinvolti nel loro sviluppo sono adeguati. Uno dei fattori più importanti da tenere in considerazione quando si coltiva la cannabis è l’illuminazione. La luce è un fattore chiave affinché le piante svolgano in modo adeguato le loro funzioni vitali. Con un sistema d’illuminazione corretto, si eviteranno molti problemi e si otterranno raccolti più abbondanti e di qualità superiore. In linea teorica, tranne per alcune tasse locali, la luce del sole è gratis. Ovviamente, non succede lo stesso in indoor e i costi economici derivanti dalla coltivazione della marijuana in una stanza sono piuttosto elevati. Per creare le condizioni adeguate per lo sviluppo della cannabis, dobbiamo installare una serie di dispositivi elettrici che portano a un aumento significativo della bolletta dell’elettricità. Fra questi, i dispositivi utilizzati per l’illuminazione sono quelli che consumano di più. Per questo motivo, dobbiamo conoscere perfettamente i diversi elementi che compongono il sistema d’illuminazione, poiché possono aiutarci a sfruttare qualsiasi raggio di luce e mettere a profitto i consumi. Ci concentreremo sugli aspetti che danno maggiore risparmio dal punto di vista economico e che consentono di sfruttare al massimo l’energia. Si può coltivare marijuana di buona qualità con una sola lampadina mista per crescita e fioritura, un semplice ballast, un riflettore normale, senza nessun tipo di materiale riflettente sulle pareti e senza spostare mai le piante, neanche un giorno, ma a breve termine, con investimenti contenuti si risparmia molto denaro e si ottengono raccolti doppi. [caption id="attachment_4356" align="alignnone" width="500"]Illuminazione: ottimizzatela al massimo Riflettente Mylar.[/caption]

Ballast elettronici

Acquistate ballast elettronici. Sono un po’ più cari, come quasi tutti i prodotti che descriveremo in questo articolo, ma alla lunga, il risparmio e la redditività sono superiori. Quando si accendono, raggiungono in meno tempo il pieno regime, non producono quasi calore o rumore ed è possibile regolarne la potenza adattandola alla fase in cui si trovano le piante. Per anni ho usato ballast elettromagnetici che funzionano perfettamente senza dare problemi, ma con il tempo perdono efficacia e producono molto più rumore e calore. Dopo aver provato quelli elettronici, non ho alcun dubbio sul fatto che siano migliori.

Lampadine

Scegliere lo spettro e l’intensità della luce adeguata a ogni fase è una delle strategie migliori per risparmiare sui consumi. Utilizzare fonti incandescenti non dà alcun risultato, poiché non hanno le caratteristiche adatte. Sono sufficienti alcune fluorescenti per far radicare le talee e far crescere i semi i primi giorni. A partire da questo momento, l’ideale per metro quadrato è avere fonti ad alogenuri metallici, una da 250 watt per la prima settimana dopo il radicamento, un’altra da 400 watt per il resto della fase vegetativa e per la fioritura, una lampadina al sodio ad alta pressione da 600 watt specifica per questa fase. Non ho ancora provato con la lampada al plasma, ma tutto fa pensare che sia la scelta migliore per illuminare le pianate in questo momento. Il difetto di questi dispositivi è che hanno costi davvero elevati per quasi tutti i coltivatori. [caption id="attachment_4357" align="alignnone" width="500"]Illuminazione: ottimizzatela al massimo Talee sotto fonti HM da 250w.[/caption]

Riflettori

Sono il secondo elemento fondamentale quando si vuole sfruttare al massimo un sistema d’illuminazione, dopo le lampadine. La metà della luce emessa dalla lampadina è diretta verso l’alto, pertanto dobbiamo rifletterne la maggior parte in modo più omogeneo possibile. Per fare rimbalzare questa energia in modo efficace e rimandarla verso le piante, utilizzeremo un riflettore di qualità. I cosiddetti esemplari a gabbiano sono fra i migliori in commercio. Utilizzeremo anche un deflettore per avvicinare ulteriormente la lampadina alle piante ed eliminare i punti caldi che possono prodursi. Con questi due strumenti fondamentali possiamo avvicinare le lampade a 30 cm dalle piante e aumentare notevolmente l’area di coltura.

Materiali riflettenti

Ancora oggi ci sono coltivatori che comprano 30 metri di alluminio al supermercato per ricoprire le pareti da cima a fondo. Non è una buona idea. Bisogna rivestire le pareti con della plastica che rifletti correttamente la luce. È un’operazione semplice che aumenta notevolmente la quantità di lumen ricevuti dalla pianta. Il sistema deve essere sempre pulito. Rivestire fogli da impiallacciatura in legno da 1 x 1 m con la plastica contribuisce a tenere il tutto ben teso e a renderlo facilmente pulibile. Alcuni produttori vendono plastica che riflette circa il 95% della luce che ricevono. Coprire 5 m2 con la plastica migliore costa circa 25 euro. Non è molto se si pensa al rendimento prodotto. [caption id="attachment_4358" align="alignnone" width="500"]Illuminazione: ottimizzatela al massimo Ballast elettronico.[/caption]

Posizionamento e movimentazione delle piante

Posizionare le piante ben separate le une dalle altre è importante sia indoor che outdoor. Bisogna lasciare spazio a sufficienza fra una e l’altra. Se sono attaccate le une alle altre si sovrappongono, la luce non arriva in modo uniforme e si può ottenere erba di qualità solo dalle parti illuminate correttamente. Dobbiamo misurare anche la distanza dalla fonte di luce e posizionare le piante alla giusta altezza in base all’illuminazione utilizzata. Alternare la posizione delle piante contribuirà inoltre a rendere più uniforme lo sviluppo. I sistemi di coltura con ruote agevolano molto questa operazione. Esistono anche dispositivi d’illuminazione mobile che permettono di spostare le lampade, di ridurre il numero delle fonti di luce e di non spostare i vasi da un luogo all’altro. di TricomaTeam (tricomateam@gmail.com)
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