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06 Sep 2014

Prof. Veronesi: "Non bisogna averne paura, favorevole anche alla liberalizzazione".


Prof. Veronesi: "Non bisogna averne paura, favorevole anche alla liberalizzazione".

L'oncologo commenta la decisione dei Ministeri di Difesa e Salute anticipata da La Stampa: "Non bisogna averne paura. Io favorevole anche alla liberalizzazione"

La Stampa ha anticipato la notizia sul giornale di oggi: lo Stato produrrà marijuana a uso terapeutico, farmaci derivati dalla cannabis attualmente importati dall'estero a costi elevati. Lo farà attraverso l'Esercito, nello stabilimento chimico militare di Firenze, nato con l'obiettivo di produrre medicamenti per il mondo militare, che ha esteso la sua attività anche al settore civile. Il via libera e' stato dato dai ministri della Difesa e della Salute, Roberta Pinotti e Beatrice Lorenzin, dopo varie polemiche e rallentamenti. Tra i due dicasteri ministeri era stato istituito un tavolo di lavoro, adesso sono in via di stesura i protocolli attuativi. Non e' escluso che entro il 2015 i farmaci cannabinoidi saranno gia' disponibili nelle farmacie italiane.

La conferma del sottosegretario Rossi: «Tempi brevi»
La conferma è arrivata da Domenico Rossi, sottosegretario alla Difesa: «Su questo punto ci sono interazioni fra i due ministeri da molto tempo. L'esercito dispone di uno stabilimento che potenzialmente e' in grado di gestire il processo relativo alla marijuana. Siamo arrivati quasi alla conclusione- ha detto intervenendo a Effetto Giorno su Radio 24, a conferma che l'accordo tra il suo ministero e quello della Salute perché l'esercito coltivi marijuana a scopo terapeutico e' vicino -. Questo potrebbe significare l'avvio di qualcosa che non solo è un ulteriore assetto che le forze armate mettono a disposizione della società, ma soprattutto un assetto che può portare benefici sostanziali, anche in termini di costi, a coloro che debbono usufruire di queste medicine». Per quanto riguarda i tempi Rossi spiega: «Ritengo che da entrambe le parti ci sia ormai l'accordo e la volontà di portarla a termine nel più breve tempo possibile».

Veronesi: «Giustissimo, io sono anche per la liberalizzazione»
È «giustissimo usare e coltivare» la marijuana a scopo terapeutico. Così l'oncologo Umberto Veronesi, a Cernobbio per il workshop Ambrosetti, ha commentato la decisione. «La marijuana - afferma Veronesi - è un ottimo farmaco. Siccome è anche uno stupefacente, si ha sempre paura ad usarlo. Invece è ottimo contro il dolore, contro i malesseri, contro il vomito, è un sedativo». «È la stessa cosa - conclude Veronesi - che è successa con la morfina, che per anni non sono riuscito a far avere a questi poveri diavoli che soffrivano. È giustissimo usarla e coltivarla. Io sono anche per la liberalizzazione, ma questo è un altro discorso».

Manconi: «Troppi sette anni»
Il protocollo per consentire allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze di produrre farmaci cannabinoidi, cioè a base di cannabis, è «alle battute finali - ha detto il senatore Luigi Manconi, che da tempo si batte per l'utilizzo della cannabis terapeutica -. La tragedia è che ci sono voluti 7 anni e relative sofferenze dei pazienti perché si arrivasse a questa, che non è ancora l'ultima riga già formalmente scritta del protocollo ma che così sarà entro poco tempo. Tutti ci auguriamo - ha proseguito Manconi - che questi intoppi non insorgano, perché se vi fossero ora sarebbero dovuti ad atteggiamenti antiscientifici, irrazionali e irresponsabili».

Brogi (Pd): «Bene la filiera corta della produzione»
«Una buona notizia: si potrà ora dare il via a quella che ho definito la "filiera corta" della cannabis terapeutica, che anziché arrivare dall'estero, con tempi lunghi e costi altissimi, potrà essere coltivata e lavorata in Italia». Il consigliere regionale della Toscana Enzo Brogi (Pd), promotore della prima legge regionale in Italia sull'uso terapeutico della cannabis, commenta così. «Da troppo tempo, infatti - spiega il consigliere regionale - i pazienti che lamentano le difficoltà, o addirittura l'impossibilità di accesso terapeutico alla cannabis, previsto dal 2007, stanno aspettando una soluzione. E quella che si prospetta in questi giorni - conclude Brogi - e che vede protagonista proprio Firenze, nella Regione che per prima ha approvato una legge ad hoc, può rappresentare un punto di svolta e una boccata d'ossigeno per tanti malati» .

Radicali: «Cancellare le pene per chi produce»
«L'Italia ha tutto ciò che serve per avviare una produzione» di farmaci cannabinoidi «a livello industriale: il centro di ricerca per le colture industriali di Rovigo, che è un istituto pubblico autorizzato alla produzione di cannabis per scopi di ricerca, può inviare il materiale allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze e far partire una produzione "made in Italy" di cannabinoidi a fini terapeutici oggi vittime del monopolio olandese del Bedrocan». Lo dichiarano Marco Perduca e Donatella Poretti, senatori Radicali nella XVI legislatura. «In attesa della definitiva conferma - aggiungono Poretti e Perduce - sperando anche che vengano cancellate le pene per chi coltiva da sé le piante, come chiede la recente disobbedienza civile di Laura Arconti, Rita Bernardini e Marco Pannella, occorre che il governo corrisponda alle richieste di malati per una pronta distribuzione dei cannabinoidi oggi disponibili su tutto il territorio nazionale».

Ferrero e Acerbo (Prc): «Il proibizionismo ha fallito»
«La notizia del via libera alla produzione di cannabis per uso terapeutico nello Stabilimento Farmaceutico Militare di Firenze è davvero un'ottima notizia: era ora! Finalmente si porrebbe fine a un vergognoso e schizofrenico atteggiamento che ha impedito a migliaia di malati di usufruire di farmaci a base di cannabinoidi»: è il commento di Paolo Ferrero, segretario nazionale di Prc e di Maurizio Acerbo, ex-consigliere regionale Prc in Abruzzo, autore di una legge regionale sulla cannabis.«Il proibizionismo ha fallito sotto tutti i punti di vista e l'uso terapeutico della cannabis è ormai una realtà riconosciuta ovunque, solo un approccio ideologico alla materia ci ha impedito di arrivare prima a provvedimenti come quello annunciato oggi. Ha vinto il buon senso, si continui ora il percorso avviato e si dia realmente la possibilità ai malati di curarsi con la cannabis» concludono.

M5S: «Un grande risparmio per l'Italia»
«Riteniamo si tratti di un grande passo avanti che apporterà, tra l'altro, un notevole risparmio per l'Italia alla luce degli alti costi legati all'import di medicinali mantenuti fino ad ora dal nostro Paese», affermano i deputati della Commissione Difesa del MoVimento 5 Stelle. «Ora che la decisione sembra essere stata adottata, la cannabis terapeutica potrebbe essere in vendita già dal 2015, il che - concludono i deputati M5S - non solo è una nostra vittoria, ma significa offrire un aiuto, a partire già dal prossimo anno, a numerosi pazienti oncologici, affetti da Hiv e verso coloro che manifestano sintomi di patologie gravi come la sclerosi multipla, la Sla e il glaucoma».

Della Vedova (Sc): «Finalmente si rompe il tabù»
«La decisione di iniziare la coltivazione controllata di marijuana per fini terapeutici è positiva. Il fatto che finalmente si rompa il tabù può farci oggi soprassedere sui ritardi accumulati negli anni». Lo afferma il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova (Sc). «Quella del governo e del ministro Pinotti - prosegue in una nota - e' una scelta di buon senso che riconosce finalmente le argomentazioni di chi da anni si batte in favore della "buona medicina", per usare una definizione di Umberto Veronesi».

Farina (Sel): "Sia possibile per i malati coltivarla a uso personale"
«Mi auguro che le notizie diffuse circa la coltivazione di marijuana a uso terapeutico da parte dell'esercito nello stabilimento chimico militare di Firenze corrispondano a verità. In caso contrario sarebbe una beffa insostenibile a danno di migliaia di pazienti che attendono da anni di poter utilizzare farmaci derivati dalla cannabis e che sono soggetti oggi a persecuzione burocratica». Lo afferma il capogruppo Sel in commissione Giustizia alla Camera, Daniele Farina, relatore delle pdl di modifica del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e primo firmatario della proposta di legge di Sel sulla regolamentazione della coltivazione domestica della cannabis. «Credo che questa possibilità possa essere a breve verificata anche con quelle regioni che si sono ufficialmente espresse per poter avviare coltivazioni di cannabis volte agli usi terapeutici. Ora la Camera approvi la modifica della legge sugli stupefacenti nel più breve tempo possibile consentendo l'uso terapeutico, quello ricreativo, ma soprattutto la possibilità per i malati di coltivarla per uso personale».

Gasparri (Fi): «Non è una liberalizzazione, i militari una garanzia»
«Alcuni, o per ignoranza o per malafede, confondono attività farmaceutiche o terapeutiche con la possibilità che possa circolare liberamente la cannabis. Non è così e non sarà mai così'': lo afferma Maurizio Gasparri senatore di Fi.
«La comunità scientifica - aggiunge -discute su aspetti farmacologici, con opinioni diverse. Le eventuali attività dello stabilimento farmaceutico militare di Firenze pongono sotto uno stretto controllo attività a scopo farmaceutico e non aprono alcuna strada all'uso libero delle sostanze stupefacenti. Occorre grande vigilanza ovviamente. Ma da sempre, ad esempio, si usa la morfina come antidolorifico sotto controllo medico, il che non consente a nessuno di far circolare ad altri scopi quella sostanza. La droga è droga e nessuno la potrà legalizzare. Altro è ciò di cui si parla e che va seguito per evitare abusi e confusione. I militari sono garanzia a questo scopo».

Pagano (Ncd): «Scusa per legalizzare le droghe»
«Gli antiproibizionisti hanno gettato la maschera e con la scusa della cannabis ad uso terapeutico non hanno perso tempo per rilanciare sulla legalizzazione delle droghe. Di questo passo e per lo stesso principio perchè non propongono pure la legalizzazione della morfina?». Lo afferma il deputato Ncd Alessandro Pagano. «La smettano - prosegue - con le loro malvagie ipocrisie ideologiche che contribuiscono a uccidere cerebralmente le generazioni future. Con il thc al 20%, sufficiente per uccidere i neuroni dei giovani under 28 anni, così dice la scienza, costoro si caricano una responsabilità morale e sociale pesantissima».


Così nelle Regioni
Sono 9 le Regioni italiane che hanno legiferato sul tema dei farmaci a base di cannabis, approvando normative che ne consentono concretamente l'utilizzo ai sensi di decreto del 2007 emanato dall'allora ministro della Salute Livia Turco (nel 2013 un ulteriore decreto ha riconosciuto l'efficacia farmacologica dell'intera pianta della cannabis): sono Puglia, Toscana, Veneto, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Sicilia e Umbria. Ma, come denunciato anche dall'Associazione Luca Coscioni in una campagna ad hoc, sono molti ancora gli ostacoli all'accesso a questi prodotti, utili a lenire il dolore di persone affette da sclerosi multipla, Sla, fibromialgia, neuropatia, glaucoma, Hiv o con dolori oncologici: nel 2013 solo 40 pazienti hanno avuto accesso a questa terapia. La maggior parte dei farmaci in questione, infatti, non è ancora presente nel mercato italiano e i medici che li vogliono prescrivere, ancora troppo pochi, devono infatti richiederne l'importazione dall'estero al ministero della Salute.

 

 

Fonte: lastampa.it

 

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