Abruzzo. Cannabis terapeutica

Exitable
10 Mar 2014

Dopo la decisione del governo, atteso entra 90 giorni il regolamento attuativo


Dopo la decisione del governo, atteso entra 90 giorni il regolamento attuativo

SULMONA - Il regolamento attuativo che dovrà stabilire le modalità di prescrizione della cannabis terapeutica in Abruzzo dovrà essere stilato dalla Giunta regionale entro il 4 aprile prossimo, entro cioè 90 giorni dalla promulgazione della legge abruzzese che è stata pubblicata sulla Gazzetta regionale nel gennaio scorso. Come ha confermato il consigliere regionale promotore della legge, Maurizio Acerbo, "spetta all'Assessorato alla Sanità stabilire le modalità attuative di approvvigionamento delle sostanze galeniche a base di cannabinoidi e la somministrazione ai pazienti secondo ricetta medica".

 

Nel 2010 Marco Di Paolo (foto), 45enne di Cansano, ex poliziotto e malato di sclerosi multipla, aveva ottenuto dalla Asl la fornitura gratuita di marijuana per scopi terapeutici (clicca qui), in base ad una sentenza - la prima in Italia - emessa dal giudice Elisabetta Piazzi del Tribunale di Avezzano.

 

Cannabis terapeutica, esperto: apertura governo è spiraglio
"L'apertura del Governo alla cannabis terapeutica potrebbe far cambiare l'atteggiamento prevalente nei confronti di questa sostanza, aprendo qualche spiraglio alla liberalizzazione".
Lo afferma Gianluigi Gessa, responsabile del gruppo italiano sullo studio delle dipendenze e docente di Neuropsicofarmacologia all'università di Cagliari. ''Con una maggiore diffusione della cannabis terapeutica - afferma Gessa - finalmente ci si accorgerà che non porta necessariamente alle droghe pesanti, non provoca schizofrenia. Cadrà insomma tutta quella retorica populista che ha portato al proibizionismo. Oggi ci sono ricercatori che dicono tutto il male possibile della cannabis, selezionando da una letteratura vastissima solo gli studi che fanno comodo''. I benefici della cannabis terapeutica, sottolinea l'esperto, sono ormai assodati. ''E' molto utile per i dolori neuropatici, ad esempio quelli della sclerosi multipla, ma anche per quelli cronici, per nausea e vomito, glaucoma e molte altre patologie - sottolinea - io aggiungerei anche cefalea, ansia e depressione, almeno in alcuni soggetti, anche se non si può prescrivere per queste malattie. Stiamo parlando di una sostanza che esiste in natura da 38 milioni di anni, ed è stata usata per quattromila''. Un destino simile alla cannabis lo ha avuto l'Lsd, su cui solo pochi giorni fa è stato pubblicato il primo studio dopo 40 anni che ha indagato sui suoi effetti terapeutici nei malati terminali. ''Anche in questo caso c'è una grande letteratura scientifica sull'uso nella terapia dell'alcolismo, della schizofrenia e di altri problemi psichiatrici - spiega Gessa -. Inoltre l'Lsd e altri allucinogeni, che non danno dipendenza, sono utilissimi per capire il funzionamento del cervello, ma anche queste sostanze sono finite nel calderone proibizionistico da cui si spera possa uscire la cannabis''.

 


Cannabis terapeutica: Lorenzin, non è depenalizzazione
"La cannabis è utilizzabile, al pari degli oppiacei, per motivi farmacologici e terapeutici in Italia. Questa viene utilizzata come una notizia da chi vuole la depenalizzazione dell'uso di queste sostanze, a cui io sono assolutamente contraria". Lo ha ribadito il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, commentando a Gorizia la non impugnazione in Cdm della legge regionale dell'Abruzzo sul tema. "Noi - ha proseguito Lorenzin - dobbiamo combattere un grande nemico nel nostro paese che è la droga e la normalizzazione dell'uso della droga, che fa passare come normale drogarsi. Ai giovani bisogna dare messaggi chiari, netti e bisogna farlo senza la possibilità di invocare qualche errore o trovare giustificazioni. Drogarsi fa male, avvelena l'anima, uccide il corpo e le prospettive di vita. Non c'è distinzione in questo - ha concluso - tra droghe leggere e pesanti".

 

Cannabis terapeutica: ass.Coscioni, bene governo su Abruzzo
"Una notizia che sancisce insieme una conquista nell'accesso alla terapia per molti malati e un passo in avanti nella lotta al proibizionismo che di fatto cerca di accomunare sostanze diverse". Così Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, commenta la decisione del Consiglio dei Ministri di non impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale la legge regionale abruzzese n.4 del 04 gennaio 2014, che disciplina le "Modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche". "Non possiamo che esprimere il nostro apprezzamento al Governo per una tale decisione - commenta Filomena Gallo, segretaria dell'associazione Luca Coscioni - La legge abruzzese disciplina a livello regionale ciò che è già nelle previsioni della normativa nazionale e le novità che introduce, rispetto soprattutto all' erogazione gratuita del farmaco, rientrano nelle prerogative che la legge italiana lascia alle regioni". "Per nulla superflua - spiega Cappato - appare l'introduzione dell'articolo 4 del testo circa l'informazione sanitaria diretta a medici e farmacisti da effettuarsi con il supporto del Centro Regionale di Farmacovigilanza. Come spesso avviene in Italia, il problema non è quello di una carenza di leggi, ma quello di una loro applicazione. Molti medici e molti farmacisti - rileva - non sanno nemmeno che dal 2007 in Italia è riconosciuto l'uso in terapia del THC. Si prescrivono con tranquillità farmaci come oppiacei, metadone, morfina, ma sulla cannabis c'è ancora un forte tabù. Proprio con l'intento di fornire informazioni utili a medici e pazienti in materia di cannabis terapeutica, l'associazione Luca Coscioni ha messo a disposizione sul suo sito internet, nella sezione 'Soccorso civile', del materiale dettagliato, relativo - tra l'altro - alle procedure di importazione, ai costi, ai tempi, alle modalità di prescrizione".

 

 

Fonte: Rete5

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