Il DPA contro il web

Soft Secrets
31 Jul 2013

La risposta di ASCIA alle ultime dichiarazioni del capo del Dipartimento Antidroga


La risposta di ASCIA alle ultime dichiarazioni del capo del Dipartimento Antidroga

Con l'assunzione da parte del Presidente del Consiglio Letta della delega per le politiche antidroga è stata presentata in parlamento la relazione annuale 2013 del DPA (vedi sito DPA del 24/07/2013).

La prima affermazione statistica della relazione sostiene che "I dati evidenziano che il 95,04% della popolazione, tra i 15 e i 64 anni, non ha assunto alcuna sostanza stupefacente negli ultimi 12 mesi".

Sempre secondo tale relazione, aumenta il consumo di cannabis tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni, fino al 21,43%. Quindi, se il dato ufficiale del 14,1% di consumatori di cannabis sull'intera popolazione italiana è vero, (primi in Europa!) si dovrebbe logicamente concludere che se il 95,04% della popolazione tra i 15 e i 64 anni non ha assunto stupefacenti di alcun tipo, il maggior numero di consumatori di cannabis in Italia sarebbe localizzato, oltre ai giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni, tra i minori di 15 anni (baby sballoni) e i maggiori di 64 anni ( nonnetti sballoni!).

Sinceramente ci sembra inverosimile. Numericamente il 14,1% di canapofili sarebbero circa 8 milioni e 400.000 persone, un cospicuo esercito. Se dovessero essere tutti arrestati, segnalati, ritirate le patenti, l'Italia si fermerebbe immediatamente!

Come possiamo accettare di essere così vilmente ed accanitamente perseguitati? Quante prigioni, polizia, tribunali e giudici servirebbero? Come può non essere evidente la follia persecutoria criminogena della Fini-Giovanardi? Ma la nostra Costituzione non ci tutela da simili persecuzioni?

Nella relazione del DPA nulla a proposito dell'aumento preoccupante dell'uso di alcoolici tra i nostri giovani, preoccupa solo l'aumento dell'uso della canapa. Dall'accanimento della persecuzione sembra che sia l'origine di tutti i mali di cui l'Italia soffre.

Nell'indagine di quest'anno il DPA ha rilevato il fenomeno cannabis su internet. La scoperta dell'acqua calda! Stimano "che il numero dei siti tematici, che offrono sostanze o ne promuovono l'uso, abbia abbondantemente superato nel corso di quest'anno le 800.000 unità (dato sottostimato)"! Addirittura? Sarebbe un sito ogni 10 consumatori! E conclude sottolineando una relazione tra l'aumento di questi siti e l'aumento del consumo di cannabis tra i giovani tra i 15 e i 19 anni: tutta colpa di internet! E venderebbero anche altre sostanze stupefacenti, quali oppiacei, cocaina, cannabinoidi sintetici, mefredone, piperazine etc.

Un articolo del 24/07/2013 su internet della Stampa dal titolo: "Il capo del Dipartimento Antidroga: ‘Stretta contro gli e-shop dell'erba'" (LASTAMPA.it) nell'enfasi allarmistica scrive addirittura nel sottotitolo di 8 milioni di pagine collegate a vendita e promozione di cannabis! (quasi una per ogni consumatore!), poi si riprende nel testo e ritorna a 800.000 "soltanto".

Nell'intervista Serpelloni spiega che la rete, per le droghe, ormai è la strada principale. "Praticamente il 100% delle sostanze viaggia on line. Sono rimaste spiazzate anche le organizzazioni criminali." (fosse vero... sarebbe un risultato migliore di quelli ottenuti dal DPA!) Marketing, semplicemente marketing. L'articolo mostra anche un grafico per dimostrare come negli ultimi anni ci sia stata una relazione tra l'aumento dei siti internet pro cannabis e l'aumento del consumo di cannabis tra i giovani tra i 15 e i 19 anni.

E conclude esternando la sua preoccupazione per il calo del budget stanziato per la prevenzione. Insomma vuole pure più soldi!

Quindi la colpa del fallimento delle politiche del DPA sulla canapa sarebbe attribuibile ai siti internet e alla loro demoniaca propaganda? Non della politica ideologica del DPA?

Noi abbiamo sempre sostenuto la necessità di riferire correttamente notizie scientifiche e non fare terrorismo mediatico con false notizie allarmistiche. Abbiamo chiesto ripetutamente a Serpelloni una dimostrazione inoppugnabile da un punto di vista scientifico sui danni cerebrali e psichici che provocherebbe la cannabis, un confronto con altri esperti, senza ottenere risultati.

Non basta fare circolare su televisioni e giornali compiacenti notizie di buchi al cervello, danni ai neuroni per gli adolescenti, marijuane geneticamente modificate, psicosi e schizofrenia studiate sui ratti di laboratorio e non dimostrate nei consumatori di canapa per ottenere la credibilità da parte dei giovani che hanno la capacità e la competenza di raccogliere su internet informazioni scientificamente più condivise in tutto il mondo.

E' normale cadere nel ridicolo, soprattutto se si esagera troppo, come Giovanardi o Serpelloni e tanti altri! Anche il DPA ha il suo sito internet, anche i proibizionisti li hanno, se li usassero per fare della vera informazione scientifica e prevenzione potrebbero essere più credibili e persuasivi, mentre perseverare in una ideologica denigrazione di una pianta che è anche medicinale e di chi la usa, quale l'antichissima canapa, senza adeguato sostegno scientifico, ha solo il sapore di un assurdo supporto ideologico ad una altrettanto assurda legge Fini-Giovanardi che criminalizza ingiustamente 8 MILIONI E MEZZO di innocui italiani, gente NORMALE, studenti, professionisti, lavoratori, nonni, tutti rei di uno stile di vita ed una visione diversa, rei di farsi delle scorte o di autocoltivarsela, e perciò dichiarati "presunti" spacciatori da una legge assurda, o "socialmente pericolosi" da un moralismo carico di un odio inutile ed ingiustificato.

Non siamo né tossicodipendenti, né schizofrenici, né psicotici, né malati, né criminali, né pericolosi quanto i nostri persecutori, solo diversi!

Se ci fosse mai stato dato un vero, reale motivo, scientificamente dimostrato, per cui la canapa debba essere considerata più pericolosa dell'alcool per il cervello dei giovani o di tutti, per la guida o per lavori pericolosi o di responsabilità, noi lo avremmo divulgato correttamente, come lo divulgheremmo se in futuro nuove vere scoperte scientifiche dovessero dimostrarlo.

Dimostrate realmente che dobbiamo preoccuparci più per la diffusione tra i giovani dell'uso di cannabis e non per l'uso di alcoolici, per l'esposizione a sostanze inquinanti negli alimenti e nell'ambiente, per la galera ingiusta e pericolosissima che gli fate fare per farsi le canne!

Resta il fatto che se per l'alcool il problema dell'uso o dell'abuso viene considerato un problema di natura individuale e legalmente accettato, noi rivendichiamo con forza lo stesso diritto per l'uso legale della canapa, assai meno dannosa, se non benefica e medicinale, se usata responsabilmente!

E' assurdo raddoppiare gli interventi ai danni di chi usa la canapa e dimezzare quelli contro la cocaina, chi ne beneficia principalmente sono i narcotrafficanti criminalmente organizzati, cioè proprio quelli che bisognerebbe colpire per arginare la diffusione delle droghe pesanti. Anziché incolpare internet e gli antiproibizionisti, Serpelloni e Giovanardi dovrebbero prendersi le loro responsabilità di fronte al fallimento della persecuzione della cannabis, nei paesi dove è legale i consumatori sono in percentuali minore che in Italia, gli incidenti non aumentano e le organizzazioni criminali non prosperano sul commercio illegale di droghe! Le carceri le chiudono! E si respira un'aria più serena!

Dobbiamo riprenderci il nostro Paese!

Pierpaolo Grilli - ASCIA

 

Fonte: www.legalizziamolacanapa.org

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