L'esempio di Casarano

Soft Secrets
16 Mar 2012

Da poco più di anno è cominciata la prima sperimentazione di marijuana terapeutica all'ospedale di Casarano, nel sud del Salento, dove cinque pazienti ricevono mensilmente e gratuitamente medicinali a base di marijuana per curare la sclerosi multipla.


Da poco più di anno è cominciata la prima sperimentazione di marijuana terapeutica all'ospedale di Casarano, nel sud del Salento, dove cinque pazienti ricevono mensilmente e gratuitamente medicinali a base di marijuana per curare la sclerosi multipla.

Da poco più di anno è cominciata la prima sperimentazione di marijuana terapeutica all'ospedale di Casarano, nel sud del Salento, dove cinque pazienti ricevono mensilmente e gratuitamente medicinali a base di marijuana per curare la sclerosi multipla.

La sclerosi multipla (SM) è una malattia dall'origine sconosciuta, probabilmente ereditaria, infiammatoria, che colpisce generalmente persone in giovane o media età, due volte di più le donne degli uomini, causando frequentemente disabilità acuta o cronica. La SM attacca il sistema nervoso centrale (SNC) composto da cervello e il midollo spinale e crea dolori cronici terribili, irrigidendo il corpo fino alla spasmo, ovvero una contrazione improvvisa e involontaria dei muscoli.

Le fibre nervose perdono la mielina che le avvolge proteggendole e ciò crea dolori neuropatici, detti cronici, difficilmente curabili con i farmaci. La perdita di mielina (composta da acidi grassi) è accompagnata da un alterazione dell'abilità dei nervi a condurre impulsi elettrici da e per il cervello, producendo i veri effetti della SM. Le regioni del sistema nervoso centrale che contengono mielina sono l'encefalo, il nervo ottico e il midollo spinale.

I pazienti con la sclerosi multipla mostrano, infatti, una ridotta presenza acidi grassi polisaturi nel sangue, in modo particolare gli acidi linoleico e arachidonico, ma ancora di più gli omega 3. I grassi polisaturi formano una parte importante della guaina mielinica e la loro mancanza facilita il processo infiammatorio.

Il termine SM significa letteralmente cicatrici multiple (placche), con riferimento alle parti indurite che appaiono nelle aree nervose in cui si verifica la perdita di mielina. In questo caso si parla, appunto, di sclerosi multipla a placche.

I sintomi più frequenti della demielizzazione sono l'annebbiamento della vista in un occhio, visione sdoppiata, disturbi dell'equilibrio e della coordinazione motoria, tremori, disturbi dell'articolazione della parola e nel deglutire i cibi, paralisi e spasticità muscolari e disturbi della sensibilità, in particolare cutanea, accompagnata da formicolio.

Mentre alcuni pazienti hanno poche ricadute e stabilizzano la malattia spontaneamente senza troppi o nessun sintomo, altri possono subire il progredire della malattia fino, nel peggiore dei casi, alla perdita della capacità di camminare. In quest'ultimo caso si possono verificare anche difficoltà nel controllo della vescica e disfunzioni di natura sessuale..

Si tratta quindi di una patologia che può essere molto debilitante e numerosi studi certificano l'efficacia della marijuana nell'alleviare le sofferenze delle persone colpite.

Non a caso, in Canada, dal 2005, l'estratto di cannabis Sativex della GW Pharmaceutic, contenente pari dosi di THC e CBD - i principali cannabinoidi (sostanze attive, non alcaloidi che danno dipendenza come nelle droghe) della Cannabis Sativa - da somministrarsi come spray sotto la lingua, è disponibile nelle farmacie per il sollievo sintomatico del dolore neuropatico nei pazienti adulti con sclerosi multipla. Questa decisione è stata presa dopo che alcuni studiosi del Walton Centre for Neurology and Neurosurgery di Liverpool hanno dimostrato che questo farmaco è efficace nel ridurre i dolori e i disturbi del sonno causati dalle contrazioni muscolari nei pazienti con SM. Lo studio si è svolto su 66 pazienti, di cui 64 hanno completato l'esperimento. Tra questi, 32 hanno ricevuto l'estratto di cannabis in dose massima quotidiana di 25 mg., mentre all'altra metà è stato dato un placebo. Registrando quotidianamente i dolori e i disturbi del sonno su una scala numerica di 11 punti, la marijuana ho provocato una riduzione media del dolore di 2,7, mentre il gruppo con il placebo ha registrato una diminuzione di 1,4. Per quanto riguarda la condizione del sonno, la marijuana ha migliorato la qualità del riposo di 2,5 punti, mentre il placebo dello 0,8.

Un altro studio mostra invece la capacità della marijuana di ridurre l'incontinenza nei pazienti con SM. I risultati sono stati pubblicati nel marzo del 2006 dopo l'analisi di 630 pazienti che hanno ricevuto Cannandor (estratto in cannabis in capsule), Marinol (un farmaco sintetico a base di THC) e placebo, per 15 settimane nella dose massima giornaliera di 10-25 mg., a seconda del peso corporeo. Dai risultati è emerso che l'estratto ha portato a una riduzione dell'incontinenza del 38%, il THC del 33% e il placebo del 18%.

Piccola parentesi per dire che evidentemente, anche se in maniera minore rispetto alla marijuana, il placebo funziona. Questa cosa è provata, per esempio, anche nei confronti degli antidepressivi prescritti e somministrati ai bambini negli Stati Uniti. Apparte il fatto che per curare un bambino depresso - se mai ne esiste davvero uno - credo basti farlo giocare un po' di più, magari all'aria aperta e con i coetanei, negli Usa sono 20.000.000 le ricette di psicofarmaci di tipo stimolante prescritte ogni anno ai bambini. Secondo l'Archives of General Psichiatry, poi, gli antidepressivi predispongono bambini e adolescenti al suicidio a differenza di quelli curati con il placebo.

Prima d'intervenire con i farmaci, anche in Italia quindi il placebo andrebbe prescritto più frequentemente - quando possibile - in situazioni delicate, come con i bambini, o quando il medico ha bisogno di tempo per capire qual'è la migliore soluzione.

La marijuana, inoltre, secondo una studio svizzero del 2004, svolto somministrando a 57 pazienti con SM estratto di cannabis in capsule in dose giornaliera di 15-30 mg, ha portato a una riduzione della frequenza degli spasmi e ad un miglioramento della mobilità in 37 malati.

In particolar modo, i benefici della terapia con la marijuana sono apprezzabili nel lungo periodo. Nel 2004 il professore Zajicek, ricercatore dell'Ospedale Derriford di Plymouth, ha svolto uno studio su 630 malati di SM, per 15 settimane, somministrando estratto di cannabis, THC e placebo, e notando miglioramenti nella rigidità e nella spasticità muscolare e nell'umore dei pazienti. Al termine del primo periodo 500 pazienti hanno accettato di continuare la terapia per una anno intero. Al termine dei 12 mesi i pazienti hanno dimostrato un netto miglioramento della condizione di disabilità grazie alla riduzione della spasticità.

Il motivo per cui la marijuana funziona per questa patologia è determinato dall'attivazione dei recettori dei cannabinoidi CB1 nel sistema nervoso entrale

Il motivo per cui la marijuana funziona per questa patologia è determinato dall'attivazione dei recettori dei cannabinoidi CB1 nel sistema nervoso entrale - encefalo e midollo spinale, ovvero la parte interessata dalla SM - e in molti organi e tessuti periferici come il cuore, gli occhi, il fegato, i reni, lo stomaco e gli organi genitali, per esempio, e dei recettori CB2 nel sistema immunitario. L'attivazione dei recettori CB può causare euforia, ansietà, secchezza delle fauci, rilassamento muscolare, fame e riduzione del dolore. Assumendo cannabinoidi, questi elementi sono ricevuti dai recettori CB modo naturale, innescando così una guarigione olistica.

In particolare il recettore CB1 nell'occhio - la causa dell'arrosamento della parte bianca quando si assume marijuana - porta a quel miglioramento della vista di cui hanno bisogno i pazienti con SM, come altri pazienti, per curare gli effetti della malattia sulla percezione visiva. Uno studio pubblicato sull'American Journal of Pathology dimostra infatti come la marijuana abbia un effetto neuroprotettivo riducendo la morte cellulare delle cellule nervose dell'occhio. Questa ricerca dimostra come la marijuana sia efficace nel ridurre la formazione eccessiva di perossinitrio, un agente ossidante che nella malattia oculare del glaucoma, per esempio, porta all'apoptosi (necrosi programmata della cellula) dei nervi della retina dell'occhio.

I recettori CB1 presenti nel cervelletto stimolano il movimento e quelli nel midollo spinale le sensazioni. Non ha caso, uno studio ha dimostrato il miglioramento del senso dell'equilibrio in pazienti con SM e volontari sani sottoposti a test posturali prima e dopo aver inalato cannabis.

La presenza dei recettori CB1 nello stomaco, poi, generano quel giusto appetito che permette di contrastare la perdita di peso contraddistinta dalla SM. Un corpo ben nutrito, infatti, reagisce sicuramente meglio a qualsiasi malattia.

Gli altri recettori nel cervello sono presenti nelle aree coinvolte nella percezione delle emozioni, della memoria e dell'apprendimento, e la loro attivazione crea un miglioramento dell'umore che, da solo, aiuta a guarire. L'attivazione dei recettori CB2 nel sistema immunitario, invece, ha essenzialmente proprietà antinfiammatorie.

Dalla scienza moderna arriva quindi la prova dell'efficacia della marijuana nella cura della SM, ma molte testimonianze arrivano anche dai pazienti che, più o meno legalmente, hanno sperimentato la cannabis per questa patologia. Tra le testimonianze dei pazienti, una delle più toccanti è sicuramente quella fatta dall'ormai defunto Pino Cucci, pioniere della marijuana medica per la SM in Italia, dove spiega bene anche il potere della marijuana nel far scomparire il prurito generato dalla malattia.

Visti i benefici certificati da pazienti e scienza, a Casarano, come accennnato, stanno sperimentando con successo la terapia con la marijuana sulla SM. La notizia è stata resa nota dal Tg di TeleRama, ma purtroppo la questione, stranamente, non ha avuto eco sui telegiornali nazionali come invece si converrebbe.

La sperimentazione in questione è portata avanti da due donne: la dottoressa Gabriella Cretì, direttrice dell'ospedale, e la dotoressa Agnese Antonaci, dirigente del servizio farmacia.

Il prezioso farmaco costituito dai fiori della pianta di marijuana si chiama Bedrocan, è importato dall'Olanda ed è gelosamente custodito nella cassaforte dell'ospedale. L'erogazione a carico dello Stato è permessa da due norme: il decreto ministeriale dell'aprile 2007, che inserisce i cannabinoidi tra i farmaci, firmato dall'allora Ministro alla Salute Livia Turco; e una delibera della Giunta regionale 2010, firmata dall'attuale Presidente della Regione Nichi Vendola, che stabilisce l'erogazione a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

La sperimentazione è iniziata con piccole dosi, millesimate, fino a trovare il quantitativo necessario ad eliminare il dolore o la spasticità, "senza raggiungere gli effetti legati all'abuso del farmaco", ha dichiarato la Dottoressa Cretì nell'intervista. Quattro pazienti hanno scelto la somministrazione sotto forma di tisana, mentre uno ha preferito l'inalazione tramite nebulizzatore e Lucia, di 30 anni, della Provincia di Lecce, ha voluto rilasciare alla stampa la sua testimonianza sulla sperimentazione. A Lucia è stata diagnosticata la SM 11 anni fa. Da allora le ha provate tutte, "vari tipi di interferone, antidepressivi, antiepilettici, miorilassanti, immunosoppressori, vitamine, integratori", tutte per star meglio, ma è con la marijuana che la sua vita ha fatto un salto di qualità, grazie a "miglioramenti evidenti ed eclatanti nell'andatura, nei tremori, nei dolori, negli spasmi muscolari, nella rigidità, nell'appetito, nell'umore".

Dopo un viaggio ad Amsterdam nel 2008, dove aveva accertato i benefici di particolari varietà di marijuana adatte alla sua patologia, è riuscita ad entrare nel programma di riabilitazione dell'Ospedale di Casarano. Ebbene, dopo soli due giorni di cure con tisane somministrate tre volte al giorno si è detta "resuscitata" e, affiancata da un aiutante, è riuscita a lasciare la sedia a rotelle e iniziare lentamente a camminare nuovamente sulle sue gambe, dichiarandosi risollevata nell'umore e nel fisico. E' stata dimessa con 6 confezioni di Bedrocan che le sono state sufficienti a trascorre un mese di vita da lei definito "normale".

Il meccanismo d'approvvigionamento del Bedrocan da parte dell'Asl è lento e burocratico e ai pazienti capita purtroppo di trovarsi per dei periodi scoperti dalla terapia

Purtroppo, però, il meccanismo d'approvvigionamento del Bedrocan da parte dell'Asl è lento e burocratico e ai pazienti capita purtroppo di trovarsi per dei periodi scoperti dalla terapia. Ecco perché, come già ribadito altre volte, è importante giungere nel più breve tempo possibile ad una produzione del medicinale sul territorio nazionale e alla depenalizzazione della coltivazione terapeutica. A tal proposito è importante che venga approvato progetto di legge "Modalità di erogazione dei farmaci e delle prescrizioni galeniche a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche", che in questo momento sta facendo il giro delle giunte Regionali. Nel frattempo, per consentire l'uso di farmaci anche nelle terapie extraospedaliere, a fine Gennaio è stata presentata una proposta di legge da parte di consiglieri regionali di Sinistra Ecologia e Libertà della Puglia, che prevede un impegno di spesa di 100.000 euro. Il meccanismo d'approvvigionamento va ad ogni modo oliato, e l'unico ingrediente in grado di farlo è la marijuana, che deve necessariamente diventare reperibile a chi ne ha bisogno.

Nella medicina olistica, poi, la cura della malattia passa attraverso l'alimentazione e, come accennato, nei pazienti con sclerosi multipla si nota una mancanza di acidi polisaturi nel sangue. Ecco perché si consiglia di optare per il pesce in sostituzione della carne e d'improntare la dieta sul consumo di frutta e verdura. E' essenziale, poi, aggiungere alla dieta olio di semi di canapa, ricco di Omega 3, per ben proteggere la guaina mielinica.

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