A metà dell'opera

Soft Secrets
01 Jul 2011

Quando sono mature bisogna avere già le idee chiare: quanto andrà conciata e quanto diverrà Ice-o-lator o in generale subirà un'estrazione. Non è mica finito qua il lavoro per l'estimatore del vero prodotto di qualità. Egli giustamente sa di essere a metà dell'opera al momento del taglio, che può avvenire in maniera sequenziale a seconda della maturità delle singole cime, o totale facendo una media generale della pianta. L'importante è non pulire totalmente le cime prima che siano secche; le foglie manterranno il giusto tenore di umidità attorno alle cime in fase di essicazione evitando repentini cambiamenti di umidità


Quando sono mature bisogna avere già le idee chiare: quanta andrà conciata e quanta diverrà Ice-o-lator o in generale subirà un'estrazione. Non è mica finito qua il lavoro per l'estimatore del vero prodotto di qualità. Egli giustamente sa di essere a metà dell'opera al momento del taglio, che può avvenire in maniera sequenziale a seconda della maturità delle singole cime, o totale facendo una media generale della pianta. L'importante è non pulire totalmente le cime prima che siano secche; le foglie manterranno il giusto tenore di umidità attorno alle cime in fase di essicazione evitando repentini cambiamenti di umidità.

Quando sono mature bisogna avere già le idee chiare: quanta andrà conciata e quanta diverrà Ice-o-lator o in generale subirà un’estrazione. Non è mica finito qua il lavoro per l’estimatore del vero prodotto di qualità. Egli giustamente sa di essere a metà dell’opera al momento del taglio, che può avvenire in maniera sequenziale a seconda della maturità delle singole cime, o totale facendo una media generale della pianta. L’importante è non pulire totalmente le cime prima che siano secche; le foglie manterranno il giusto tenore di umidità attorno alle cime in fase di essicazione evitando repentini cambiamenti di umidità.


L’ambiente deve essere medio secco, buio, senza ristagni d’aria e soprattutto lontano da forti odori!
Dopo circa venti giorni sono pronte per essere separate dai rami che andranno nella compostiera e dalle foglie che finiranno in qualche estrazione.
Le cime devono essere secche ma non troppo, se cominciano a sbriciolarsi vuol dire che sono troppo asciutte e puzzeranno di fieno!


Due mesi è il minimo per notare un cambiamento nel prodotto finale, sei mesi è invece il limite entro il quale andrà affinandosi. Dal primo semestre in avanti dipende dallo strain ma tendenzialmente tende a perdere sapore e profumi in favore del classico profumo di erba conciata che può divenire quasi coprente. Inoltre attenzione che non degeneri nel corrispettivo odore di erba stagionata ma vecchia, grave difetto delle prime esperienze in barattolo.


Le foglie avanzate invece, che sono troppo amare da fumare a causa dell’elevato contenuto di clorofilla, andranno nelle sacche piramidali dell’Ice-o-lator. Data la particolare forma di questi scarti avremo un ottima resa dall’estrazione col ghiaccio. Ho visto fare anche tre passate di lavatrice per Ice agli stessi scarti, addirittura mutando lo spessore delle maglie dei setacci.
La prima estrazione viene effettuata con tutti i setacci, dal 160 al 25 micron; la seconda senza i setacci intermedi e la terza con il 160, il 120 e il 25 (che sono i fondamentali per un’estrazione; il 73 e il 90 meritano una menzione particolare in quanto sono i migliori come gusto/effetto).
Un’altra simpaticissima via d’estrazione di THC dagli scarti è il pollinator cioè la macchina che permette di fare lo “skuff”. Si tratta sostanzialmente di far sbattere il materiale vegetale su un filtro e raccoglierne la resina che, nonostante sia più “sporca” di materiale vegetale rispetto all’Ice-o-lator, presenta a volte notevoli sorprese. Un buon battuto è come il vino buono italiano: di corpo pieno e aroma intenso, perpetuo nei sensi. L’Ice passa nell’acqua e probabilmente qualche cosa di vegetale viene lavato via, mentre il battuto è lo stesso procedimento però a secco, il sapore non può che risultare notevolmente più ampio nel bouquet.


Esiste in commercio un aggeggio tipo un tubo che funge da estrattore, via butano, di olio di hashish tramite l’ausilio delle bombolette di ricarica degli accendini. Va detto che in Olanda ad esempio è illegale in quanto si usa un solvente non totalmente eliminabile dall’olio, ma è un sistema che funziona per recuperare principi attivi da materiale vegetale già usato in precedenza, magari dagli scarti di un ice-o-lator.

Tagliare una pianta è il fine di un “grower”, ottenere un prodotto organico ricco di terpeni con caratteristiche organolettiche ben sviluppate è l’obiettivo di un “estimatore”


L’olio risultante è oltretutto un punto di partenza per ottenere Jelly hash di qualità basta trovare il giusto mix di ice e olio per avere un prodotto presentabile agli occhi.
L’estrazione con solvente è pericolosa in quanto i solventi organici sono spesso infiammabili o tossici, in generale perciò sconsiglio questa soluzione, inoltre non c’è garanzia di poter eliminare qualsiasi traccia di butano dall’olio ottenuto!

 


Pare sia meglio estrarre dagli scarti che dalle cime a causa della loro forma. Le piccole cimotte che avanzano dalla pulitura possono subire anch’esse un’estrazione o venir cucinate in un canna butter.
Il canna butter è il burro verde dall’alto contenuto di thc che si vede usare nei video su Youtube dalle ragazze che preparano i cookies.
Il principio attivo che ci interessa è lipofilo, quindi per farlo meglio assorbire dal nostro apparato digerente dobbiamo cuocere le cimotte col burro.
Il canna butter può poi sostituire il burro normale nelle ricette dei dolci e in tutte le preparazioni a base di burro. Fate attenzione alle dosi, soprattutto per i principianti, dato che l’assunzione orale non pregiudica l’assimilazione come la combustione col risultato che la quasi totalità dei principi attivi viene utilizzata.


Un buon inizio è 0,2 grammi a persona di materiale vegetale di buona qualità, dopo un’ora dall’ultimo morso sarete il mister muffin della situazione! Raccomando ovviamente lo stomaco vuoto prima di cibarsi.
Molti dei più interessati all’argomento avranno notato che ancora non ho parlato di estrazioni da pianta viva: del metodo diciamo “Charas”.
La Charas è un hashish compatto ottenuto da piante vive tramite lo sfregamento ritmico dei palmi sulle cime delle piante in campo, ma è un rito che tradizionalmente compiono gli indiani di determinate valli e gli amici afghani coi soci nepalesi, non è di certo un metodo semplice che può fare chiunque in casa. Per ottenere buoni risultati servono molte piante in quanto l’estrazione a mano da pianta viva ha una resa bassissima, molto meglio sinceramente un battuto a meno che non ci si trovi in Afghanistan. E in ogni caso la Charas buona è prerogativa del continente asiatico, molto meglio provare a raccogliere l’hash che si ferma sulle forbici: il cosidetto Scissors’hash che è una specie di Charas fatta col coltello.


Il materiale ottenuto ha un punto di solubilità bassissimo, fonde a 30 gradi circa e alla temperatura corporea non è solido.  Molta precauzione si rende necessaria nell’ assunzione a causa dell’elevato contenuto di thc. Il gusto ha del battuto pollinator molto buono, ma niente a che vedere coi migliori battuti che rimangono più buoni nel rapporto gusto/effetto.
L’estimatore deve essere onesto intellettualmente prima di tutto, per evitare di cadere nelle logiche indotte dal marketing selvaggio ed esigere sempre la massima qualità in ogni situazione, nel proprio rispetto fisico, intellettuale e ovviamente spirituale.


Tagliare una pianta è il fine di un “grower”, ottenere un prodotto organico ricco di terpeni con caratteristiche organolettiche ben sviluppate in una maniera quasi paragonabile alla vinificazione è l’obiettivo di un “estimatore”. Mi fa sorridere che in questo campo esista un termine inglese per il coltivatore e non per la figura dell’estimatore.

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