Nel paese dei balocchi - Trasferirsi da un paese repressivo ad uno tollerante può far tornar giovani

Soft Secrets
11 Jul 2018
Rosin, Ice-O-Lator, live resin, Zkittlez, GG4... Ero in un’associazione di Barcellona provando la nuova ZOZ (recente incrocio di Zkittlez con OZ Kush) quando tra una porra ed una mazzetta ho conosciuto un ragazzo di Milano, anch’egli con la passione per i chiloom. Era stupito dalla realtà cannabica spagnola, così diversa dalla città da cui proviene. In effetti sono molto ancora i visitatori che si stupiscono della diversità dell’offerta al dispensario proposta dei cannabis club. A me che son abituato piace vedere le reazioni di chi ad esempio è andato ad Amsterdam dieci anni fa e poi basta, e quindi non ha conosciuto i grandi cambiamenti del mondo cannabico che hanno portato alla scena dei nostri giorni. Il nostro amico milanese ha tra i quaranta e i cinquanta anni e ha scoperto un nuovo mondo passando in poche ore dalla sua routine alla più importante rappresentazione della cannabis europea. Essendo divenuto un consumatore nel tempo libero ha quindi dovuto accontentarsi finora dell’offerta del mercato nero, o “qualche buon conoscente” come ci dice. Per questo numero di SSITA riporterò delle domande e risposte che ci siamo scambiati durante un pomeriggio in un cannabis club catalano. Lui chiedeva delucidazioni sulle novità, sulle tecniche di estrazione recenti e sugli ultimi strain. Le mie domande andavano, piene di curiosità, ad un fumatore di una generazione prima della mia. Nel paese dei balocchi - Trasferirsi da un paese repressivo ad uno tollerante può far tornar giovani La prima domanda sarà sicuramente su chi sei, presentati brevemente ai nostri lettori, così che comincino a conoscerti. Mi chiamo Luigi, ho una quarantina di anni, vengo da Milano e mi vorrei trasferire in questa bellissima città. Sono fumatore da sempre, sono nato col chiloom in mano e ho visto che qua posso dare fondo alle mie passioni. Sono rimasto scioccato dalla cultura legata a questo mondo che c’è a Barcellona. Immagino sarai stupito da che mondo si è creato grazie a una condizione legale speciale, che permette l’esistenza delle Associazioni Cannabiche in Spagna. Chissà quante cose nuove o diverse ci sono qui che neanche immagini. Più che altro mi ha fatto tornare giovane, negli anni novanta, quando vivevo ad Amsterdam dove qualcosa di simile esisteva, là in Olanda. Mi ricordo che si poteva andare in posti dove si poteva fumare ed acquistare del fumo che sceglievi e compravi a grammi. Cosa allucinante per chi era abituato a comprare la pasta in piazza. In piazza c’era il cioccolato e ad Amsterdam, immaginati, quando mi fumavo la Charas che arrivava raramente o la Skunk che attirava tutti noi giovincelli. Qua è un pochino la stessa cosa, a me piaceva il polline marocchino e scelgo di riempire mazzette di fumo, qua ad ogni ora puoi scegliere cosa ti va di fumare. Il fumo che trovavo in piazza era fumo di scarsa qualità, invece ad Amsterdam c’erano cose spettacolari. Con cose spettacolari intendo Skunk o Northern Light. Oggi qua mi trovo cose incredibili, vedo il mondo della ganja che ha fatto salti nell’iperspazio. Dici bene, proprio salti nell’iperspazio... Ma dicci quali sono le principali differenze che hai notato la prima volta che sei entrato in una associazione in Spagna. Ad esempio qualche strain mai sentito, un’estrazione mai vista... Pensavo di capirne qualcosa coi passati ad Amsterdam, ma quando sono arrivato qua mi sono reso conto di essere indietro. Qua questo mondo è veramente avanti. Nuove tecniche, nuove varietà, cose che non avevo mai visto. Ti assicuro che nella mia vita ne ho viste. Come ti dicevo la mia passione è il fumare. Anche a Milano ci sono i growshop e la gente che crea. Ma la cultura non è esattamente così per la maggior parte dei fumatori. Le varietà che avete sono americane, mentre a casa mia conosciamo il ganjone buono e quello no. Qua ho provato i dabber, le pipette di vetro ad acqua per le estrazioni. Buonissime ma troppo forti, ti tirano una legnata. Anche gli ice-o-lator, divisi per misure del setaccio. Sono cose che non conosci tranne se passi le giornate su internet a cercartele. Qua sono pratiche quotidiane in cui siete immersi e vivete come normalità ma a Milano non esiste tutto ciò. Ci sono cose di cui non ho mai sentito parlare, ad esempio cosa sono le resine, il BHO e il rosin? Le resine di cui senti parlare sono le estrazioni come lo è il fumo. Il fumo marocchino a cui sei abituato tu è un tipo di estrazione a secco da piante ben asciutte coltivate outdoor, questo fa sì che sia una pasta ricca di parte vegetale che è una caratteristica propria dell’hashish. Più si raffina il processo di estrazione e maggiore sarà il grado di purezza nel prodotto finale ottenuto. Le estrazioni possono avvenire meccanicamente o tramite l’ausilio di un solvente. Meccanicamente ottieni un fumo mentre con solvente ottieni prodotti come il BHO, ottenuto con il comune butano come solvente. Come avrai intuito all’estrazione seguirà un processo di rimozione del solvente utilizzato. Le differenze in aspetto e colore sono dovute a differenti metodologie di “pulizia” dell’estrazione. Il rosin è invece una estrazione ricca in cannabinoidi e si utilizza una pressa riscaldata da varie tonnellate di potenza. Il calore unito alla forte pressione fa scivolare verso l’esterno la resina che viene raccolta con della carta da forno. Ti dirò di più, negli Stati Uniti d’America vendono anche la carta da forno apposita per raccogliere il tuo rosin. Quali altre differenze hai notato? Tutte queste cose di cui mi stai parlando. Di cose vegetali, di cannabinoidi, qua bisogna approfittare delle cose che ci sono per imparare bene. Non ho ancora capito qual è la cosa che mi soddisfa di più. Non ho capito esattamente l’effetto di ogni cosa. Con tutte quelle che ci sono qua sto provando un effetto sull’altro. L’unica cosa mi sembra di aver capito è un nuovo livello di comprensione delle piante di maria, in più sono prodotti legati al territorio che possono solo portare ad ottimi sviluppi. Sono rimasto allucinato dai tipi di estrazione e dal numero di tipi di piante. Mi ricordavo la Skunk e ora c’è Nicole per Nicole, appena arrivato chiesi ai miei amici cosa significavano le moltiplicazioni e mi spiegarono il discorso di padre e madre degli incroci, di come si fanno i semi e che esistono anche i semi femmine, cioè che nascono già femmine. Nel paese dei balocchi - Trasferirsi da un paese repressivo ad uno tollerante può far tornar giovani Si i semi che nascono già femmina sono i cosiddetti semi femminizzati e si ottengono incrociando due femmine. Il seme uscente darà una pianta femmina per forza. È una tecnica vincente per facilitare il lavoro di molti growers. Non sia mai che ci si ritrovi ad aver speso cure ed attenzioni per mesi per poi avere un bel maschietto di cui un fumatore sa poco che farsene. Gli incroci poi sono il frutto dell’intenso e costante lavoro di breeders esperti nel produrre semi e testarne le capacità. Dalla Skunk in poi sono arrivati numerosi strain, alcuni dei quali hanno creato delle tendenze nel consumo. Le haze, con la Amnesia Haze come capostipite, forse l’erba più famosa ai giorni nostri. O le figlie e nipoti della Chemdog che hanno rivoluzionato il gusto con la riscoperta di pochi anni fa. Capisco bene la tua posizione, se ci fosse un libro per aggiornarti te lo consiglierei subito ma purtroppo esiste solo internet, la miniera infinita, nel bene o nel male. Come ti sembra la situazione creatasi in Spagna? Non ti senti un po' di rivivere la stessa emozione che quando eri piccolo provasti andando la prima volta ad Amsterdam? Nei club mi trovo bene, puoi lasciare il telefono o andare in bagno che poi lo ritrovi. Gli accendini scompaiono anche qua, ma questo è normale dappertutto. Mi è successo invece di lasciare un pezzo di fumo e l’ho ritrovato. Non sarebbe mai successo. Me l’hanno ridato la volta dopo che sono andato. Il club è una realtà fantastica. E certo, venire da casa mia in questo posto qua dove ci sono più strain che bibite... veramente l’emozione di una volta di andare a fumare cose nuove. Meno male che esistono qua e spero anche l’Italia arrivi a questo traguardo. Ho un’altra domanda: dimmi come esistono le associazioni dal punto di vista legale. Domanda interessante e che mi aspettavo. Di solito è la prima cosa che chiede chi s’è appena trasferito o proviene da paesi lontani. Legalmente i club sono associazioni tra privati cittadini definibili soci, che si riuniscono nei locali sociali affittati a tale scopo. Esistono senza scopo di lucro per rifornire i soci bisognosi di prodotti a base di cannabis. Dico prodotti a base di cannabis perché in alcuni club si dispensano estrazioni terapeutiche, utilizzate come aiuto nella guarigione da parte di quei soci denominati terapeutici. Perché sì c’è anche qualche club che si presenta come un ambulatorio con dottori reali e segretari che prendono appuntamenti per le visite per davvero! Guarda io del dottore vero no ho bisogno. A me piace quello che sto vedendo, non ti dico che mi piacerebbe imparare a crearla, ma sicuramente darò una mano a provare tutte le varietà che persone più brave di me stanno qua a sviluppare. Mi affascina il vedere come la passione di molti si sia trasformata in una nuova frontiera di scoperta e di nuovi viaggi. Un confronto con una persona appena entrata in un cannabis club è la riprova che il nostro è un mondo grande con moltissime occasioni da offrire a tante persone. Chi una cura o chi un lavoro ad esempio, sono numerose le persone che da una regolamentazione della cannabis ne gioverebbero. Assistiamo in Europa alla manifestazione di cosa potrebbe essere il nostro mondo, che per ora ha un buon esempio solo dall’altra parte dell’Oceano Atlantico. Buone fumate e buoni viaggi. CBG
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