Con l’aumento dei vaporizzatori il vetro ha ancora il suo appeal?

Soft Secrets
22 May 2018
Sebbene la sua storia possa essere datata indietro nei secoli, il caro vecchio bong è ora arrivato ad un bivio: con i cambi portati dalla nuova tolleranza verso la cannabis, o i trucchi per poterla utilizzare senza essere arrestati, gli amici di Maria hanno cambiato parecchio il loro modo di consumarla negli ultimi anni. Diverse zone del mondo reclamano la paternità del bong, del narghilè, della pipa ad acqua, dello shisha o come preferite chiamarlo. Ci sono i famosi narghilè che secondo gli archeologi hanno visto la luce nell'antica Persia e in India, esistono poi scuole di pensiero che suggeriscono come il bong sia nato invece in Africa o che il termine derivi direttamente da "baawng", la parola thailandese per pipa di canapa. Qualunque sia la loro provenienza, le pipe ad acqua fanno parte globalmente del panorama culturale della cannabis ormai da decenni. Gli esperti del settore hanno però individuato un’inversione di tendenza nelle forme di consumo della cannabis, evidenziando come ci si stia spostando sempre più dal fumarla al vaporizzarla. Un metodo di assunzione che scalda il fiore, l’olio o il concentrato di cannabis, al limite della combustione, trasformandolo in vapore privo di fumo che evita tutti effetti collaterali che solitamente il fumo provoca a gola e polmoni. [caption id="attachment_7213" align="alignnone" width="500"]Con l’aumento dei vaporizzatori il vetro ha ancora il suo appeal? Credits @ Flickr[/caption] Sappiamo tutti molto bene – e i dottori e gli hipster non dimenticano mai di ricordarcelo – che il fumo fa male. Ma davvero possiamo immaginare un futuro senza joint, bong e chilloom? Per chi consuma cannabis, soprattutto a livello ricreativo, l’assunzione per combustione rimane ancora tra le preferite: in Europa, Italia compresa, non ha ancora preso piede l’idea di fumare blunt o di rinunciare a quel tanto di tabacco nella mista. Per quanti invece utilizzano la cannabis come terapia, la vaporizzazione rappresenta invece un indubbio vantaggio ma il vetro pare comunque mantenere il suo appeal. Martin, proprietario di Udopea – l’head shop della mitica Warschauer Straße a Berlino – ha deciso di diventare un artista del vetro dopo essersi avvicinato alla cannabis durante l’adolescenza. È venuto in Italia per imparare i segreti della soffiatura dai migliori maestri vetrai ed ora, tra gli scaffali, propone anche le sue splendide ed elaborate creazioni. I prezzi non sono certo per tutte le tasche ma l’arte, si sa, si paga. Chiacchierando con lui ho avuto modo di farmi un’idea del mercato attuale: l’oggettistica e in particolare gli oggetti artigianali stanno avendo un vero e proprio boom. Gli acquirenti sono eterogenei: ci sono gli entusiasti della cannabis ma anche i collezionisti e i semplici estimatori. Guardando indietro di 10 anni, a quando ha cominciato a lavorare il vetro, Martin dice: «allora la sfida sotto il profilo tecnico era enorme, quasi quanto quella di essere socialmente accettati. Prima i bong non venivano esposti in vetrina, adesso finalmente possiamo esporre il nostro lavoro per quello che in ultimo è: arte». Con l’arte pare si possano anche fare dei bei soldi, soprattutto se si tratta di oggettistica per fumatori, e la tecnologia ha fatto la sua parte. «Dieci anni fa la gente non comprava bong online – spiega Martin – ora riusciamo a vendere sia ai singoli che ad altri shop in Germania e fuori. Nonostante nella maggior parte dell’Europa la cannabis rimanga illegale, è innegabile che tiri completamente un’altra aria». Sebbene Udopea sia famosa per i suoi capolavori in vetro, Martin e la sua squadra sono attrezzati per rispondere ad ogni richiesta, e non nascondono di aver ampliato soprattutto la sezione dedicata ai vaporizzatori. Ci sono addirittura delle interessanti combo, come i vaporizzatori che lavorano in abbinata con bong. «Basta mettere il dispositivo vaporizzante nel gambo discendente del tuo bong e questo vaporizza la tua erba – mi spiega Martin – Quindi si, ti attacchi al bong, ma non rischi la classica tosse perché stai inalando vapore». Le meraviglie della tecnica! Poiché le alternative al fiore di cannabis, come concentrati, estrazioni e dab, diventano più ampiamente disponibili per i consumatori, molti esperti si aspettano che i vaporizzatori continuino a sviluppare un ampio seguito. Ma Martin crede che ci sarà sempre un posto nel mercato della cannabis per le splendide pipe ad acqua e i loro vari ibridi con i vaporizzatori. «I bong – dice – sono in circolazione da così tanto tempo che le persone ormai li vedono come un oggetto di uso comune». Se non credete all’ottimismo di Martin, andate su YouTube e cercate “Ode To My Bong”. Il fatto che qualcuno scriva una canzione d’amore al proprio bong, filmandosi per giunta, conferma che la cara vecchia pipa ad acqua non deve ancora temere l’estinzione! di Giovanna Dark
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