Coltivazione in terra e idroponica

Soft Secrets
16 Feb 2018
Finché le radici hanno aria, acqua e nutrienti, Lady Cannabis è incredibilmente flessibile a seconda del metodo utilizzato. Tutti i sistemi di successo cercano di rispondere a queste esigenze, ma in modi piuttosto diversi.    Di Grubbycup La differenza fra terra e idroponica è più questione di sfumature e non di netta distinzione fra bianco e nero. A un estremo si ha una pianta coltivata in natura sul pendio di una collina, all’altro si ha un sistema aeroponico senza substrato. Tutto il resto si posiziona fra questi due. I nutrienti vengono somministrati come soluzione acquosa (a base di acqua). Anche se i nutrienti vengono somministrati direttamente in forma solida (spruzzata dall’alto sul substrato), l’acqua agisce da vettore per le radici. Le piante devono avere umidità a disposizione. Il modo di creare umidità varia da sistema a sistema. Un substrato umido, come terra o lana di roccia, un contatto diretto come in un ambiente NFT o DWC o nebulizzato in aeroponica: sono tutti modi per fornire l’umidità alle radici della pianta. L’aria è un'altra esigenza delle radici e, ancora una volta, il metodo esatto dipende dalla tecnica usata. Chi coltiva in terra la lascia asciugare leggermente e non tiene il substrato troppo umido a lungo. I sistemi idroponici permettono alle radici di respirare usando lo stesso metodo o aggiungendo aria alla soluzione di nutrienti. I compressori e le pietre porose sono un metodo diffuso per areare le soluzioni di nutrienti. Il sistema radicolare deve avere accesso sia all’aria che all’acqua. Come avviene nella gola di un essere umano, troppa acqua e pochissima aria portano all’affogamento, mentre troppa aria e pochissima acqua provocano la disidratazione. In entrambi i casi, una leggera disidratazione è meno traumatica di un lieve affogamento. Mentre adattiamo il nostro programma d’irrigazione, è meglio tendere all’eccessiva secchezza che non a un’eccessiva umidità.

Terra

Una pianta coltivata in natura, nel terreno, riceve le risorse dall’ambiente senza l’intervento umano e il tutto si gioca nella “terra”. La luce, l’aria, i nutrienti e l’acqua sono esigenze naturali della pianta che, se non soddisfatte, la portano a morire. Un vantaggio dell’intervento umano è che se una delle esigenze non si presenta in natura, può essere comunque introdotta nel sistema, il che amplia la gamma di possibili posizioni per coltivare le piante. Una coltivazione ben curata in outdoor sfrutta nutrienti aggiuntivi, è priva di piante che competono e gode di un regime regolare d’irrigazione. Quando i nutrienti iniziali vengono consumati devono essere sostituiti, dato che il sistema non genera nutrienti a meno che non lo si faccia mediante compostaggio o fertilizzazione. Le piante in outdoor, poste in contenitori, sfruttano un ambiente più controllato, ma al contempo dipendono maggiormente dall’intervento umano per sopravvivere. Quando si parla di piante coltivate in outdoor, in natura, alcuni scelgono di portare con sé del terreno. Coltivare le piante in vasi con terra è un metodo tradizionale estremamente diffuso. Ci sono dei vantaggi: protegge dai cambiamenti, ha una struttura di supporto radicolare molto naturale e ha un substrato noto a molti. Di solito si definisce coltivazione in terra, ma una volta che i nutrienti presenti nel substrato sono stati consumati completamente, funziona in modo molto simile a una coltura idroponica. Man mano che il sistema radicolare della pianta sostituisce il substrato nello spazio disponibile, adeguare il regime d’irrigazione a un’idroponica più tradizionale può consentire di mitigare alcuni degli effetti negativi del radicamento, anche se bisogna fare più attenzione a non irrigare eccessivamente o troppo poco. [caption id="attachment_6374" align="alignnone" width="300"] Perlite e terra per vasi in borse per la spesa in stoffa.[/caption] [caption id="attachment_6381" align="alignnone" width="300"] Una coltura indoor in terra utilizza terra nei vasi.[/caption] [caption id="attachment_6382" align="alignnone" width="300"] Una coltura idroponica passiva è molto simile a una coltivazione in terra e la si può provare a prezzi contenuti.[/caption]

Coltura idroponica

Passiva? Attiva? Film? Profonda? Aero? Una volta compresi i principi base, è incredibile il numero di soluzioni per implementarli. Ci sono numerose differenze fra un metodo e l’altro. Quando si parla del vostro sistema idroponico, ricordate che il sistema deve somministrare sia soluzione nutriente che aria alle piante. Ogni sistema idroponico risponde a queste esigenze in modi piuttosto diversi, ma comunque collegati.

Idroponica passiva

In un sistema idroponico passivo, la pianta è posta nel substrato e il substrato o il vettore sono in contatto con la soluzione di nutrienti. La capillarità attira la soluzione verso le radici mentre si asciuga. Per mantenere un’areazione adeguata, bisognerebbe usare la soluzione nutriente prevista per uno o due giorni e il substrato dovrebbe essere molto arioso e seccare un po’ aggiungendo più soluzione. La maggior parte dei sistemi annaffiati a mano utilizza una variazione di questo principio. Sebbene il principio utilizzi la capillarità per attirare l’acqua verso l’alto, nelle applicazioni pratiche, irrigare occasionalmente il substrato dall’alto per introdurre una nuova soluzione è consigliabile per contribuire a risciacquare il substrato stesso. La quantità totale d’acqua nel sistema deve essere sincronizzata con l’uso che ne fa la pianta, in modo tale che l’acqua non rimanga troppo a lungo e di conseguenza l’ossigeno non si disperda e non inizi a diventare anaerobico. Questo è un metodo eccellente per chi è alle prime armi. Riempite un vaso con il substrato che avete scelto, come la perlite, inserite un piatto alto o un vassoio 1020 e innaffiate a mano con una soluzione di nutrienti in idroponica, a seconda del bisogno. Per il prezzo dello stesso substrato e un paio di bottiglie di fertilizzante, si può provare un semplice sistema idroponico passivo senza fare investimenti eccessivi.

Idroponica attiva

L’idroponica attiva utilizza una sorta di forza meccanica. A un estremo c’è il sistema ebb and flow che introduce grosse quantità in tempi molto rapidi, alternato a periodi in cui non c’è accesso alla soluzione, mentre all’altro c’è il sistema aeroponico che usa una piccola quantità di soluzione di nutrienti in modo continuo senza interrompere il ciclo di applicazione. Sprinkler: la soluzione di nutrienti viene nebulizzata sulla parte alta del substrato e penetra poi verso il basso raggiungendo il sistema radicolare. Uno dei metodi più diffusi, soprattutto per i prati. Gli sprinkler temporizzati nebulizzano l’acqua o la soluzione di nutrienti sulle piante, che poi cade sul substrato e penetra verso il sistema radicolare. L’aerazione è garantita da acqua dolce e poi si lascia asciugare in parte il substrato prima d’irrigare. I sistemi con sprinkler funzionano spesso a fondo perso (nel senso che le fuoriuscite non vengono recuperate) o come parte di un sistema di ricircolo. Sono sistemi a basso prezzo, ma in genere meno precisi degli altri sistemi. Può essere difficile controllare la nebulizzazione e questi sistemi hanno maggiori probabilità d’irrigare le piante eccessivamente o troppo poco. Gli sprinkler distribuiscono una buona quantità d’acqua in un breve lasso di tempo. I sistemi tradizionali a sprinkler non sono consigliati per la coltivazione indoor domestica, anche se alcune parti di tale sistema, come i timer, potrebbero essere adatte ad altri sistemi. Gocciolamento: la soluzione di nutrienti viene fatta gocciolare da dispositivi a basso tenore in un periodo di tempo più lungo rispetto agli sprinkler. [caption id="attachment_6438" align="alignnone" width="200"] In questo sistema a gocciolamento, la soluzione è stata pompata verso il serbatoio superiore due volte al giorno e i gocciolatori alimentati a gravità hanno irrigato costantemente le piante per diverse ore, mentre la soluzione veniva drenata verso il serbatoio inferiore.[/caption] Nei sistemi a gocciolamento, la soluzione dei nutrienti viene temporizzata per essere pompata dal serbatoio a dispositivi di gocciolamento a basso tenore sotto pressione, oppure viene pompata l’acqua verso un serbatoio sospeso e la gravità esercita la pressione richiesta. Può funzionare a fondo perso oppure come parte di un sistema di ricircolo. L’obiettivo è quello di somministrare la soluzione di nutrienti in piccole quantità in un lasso di tempo lungo. L’aerazione è regolata dal substrato utilizzato, dalla quantità di substrato che viene fatto asciugare fra un’applicazione e l’altra di nutrienti e la quantità di aria aggiunta alla soluzione. I sistemi a gocciolamento sono molto diffusi non solo per la coltivazione di marijuana, ma anche per la coltura domestica in generale. Nutrient Film Technique (NFT): viene applicata costantemente una piccola quantità di soluzione di nutrienti alle radici Un sistema a film di nutrienti funziona come un sistema a gocciolamento continuo. Le radici sono costantemente esposte a una pellicola sottile di nutrienti areati o a un tappetino che è sempre intriso degli stessi. L’areazione è garantita utilizzando una soluzione areata e le radici esposte al di sopra della pellicola o del tappetino. Ebb and Flow: le radici sono inondate dalla soluzione di nutrienti che viene poi eliminata per consentire la respirazione. I sistemi ebb and flow sono temporizzati per pompare la soluzione di nutrienti alle piante sotto pressione e poi far diradare o prelevare la soluzione di nutrienti verso il serbatoio dei nutrienti. Un timer controlla la temporizzazione. Viene somministrata una soluzione molto abbondante in pochissimo tempo, rispetto ad altri sistemi. Una soluzione ben arata contribuirà a tamponare i casi semplici di eccessiva irrigazione. Deep Water Culture (DWC): un grosso volume di soluzione aerata di nutrienti è costantemente disponibile alla parte bassa del sistema radicolare. Un sistema DWC può essere semplice come aggiungere una linea di areazione alla soluzione di nutrienti. Dato che la soluzione non ristagna e viene reintrodotta aria, i sistemi possono contenere più soluzione di nutrienti rispetto a quanto non avvenga in un sistema passivo. Questi semplici sistemi sono spesso definiti “fontanelle”. La pianta è sospesa al di sopra della soluzione di nutrienti e le radici possono essere appese. Dato che il fondo delle radici rimane costantemente immerso, bisogna fare attenzione a fare in modo che la parte più alta delle radici abbia accesso all’aria e che la soluzione di nutrienti sia ben areata. Non è ancora chiaro esattamente quanto debba essere areata la soluzione di nutrienti, poiché all’altro estremo ci sono i sistemi aeroponici. Aeroponica: si applicano costantemente delle particelle di soluzione liquida alle radici libere. I sistemi in aeroponica utilizzano gli stessi principi di base delle coltivazioni DWC, ma anziché aggiungere aria alla soluzione, nebulizzano la soluzione di nutrienti nell’aria e sulle radici. Quando si esamina il miglior sistema per una data situazione, bisogna analizzare tutte le opzioni disponibili. La terra è diffusa, ma tende ad avere maggiori problemi di insetti. L’irrigazione ad acqua funziona bene per poche piante, ma può diventare ardua se le piante da seguire cominciano a essere tante. I sistemi prefabbricati sono più cari, ma i sistemi fai da te tendono a richiedere più creatività e maggior comprensione dei rispettivi principi. I sistemi in aeroponica portano a radici molto belle, ma richiedono uso continuo di elettricità che ovviamente non tollera un’interruzione di corrente. Ciò che funziona meglio in una determinata situazione potrebbe non essere la soluzione migliore in un’altra. Trovate quella che fa più al caso vostro, nella vostra situazione e cercate di capire come sfruttarla al massimo. La terra è un buon substrato per cominciare e si possono imparare cose che si rivelano utili se si decide di provare l’idroponica. Se la preferite, coltivate assolutamente usando la terra, ma l’idroponica non deve essere elaborata o cara. Un sistema idroponico passivo è simile alla coltivazione in terra e può contribuire a imparare come gestire il fabbisogno delle piante a livello d’irrigazione e nutrimento in idroponica. Non fatevi trattenere dal prezzo, provate una confezione di substrato idroponico e alcuni nutrienti idroponici in un vaso innaffiato a mano per vedere se vi piace. Prendete un compressore e/o una pompa idraulica e potrete trasformare un sistema passivo in un sistema attivo. Studiate, continuate a imparare e godetevi dei ricchi raccolti. Pace, amore e conchiglie puka, Grubbycup
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