Un nuovo miracolo italiano

Soft Secrets
09 Feb 2018
Poca pioggia, troppo caldo. Non è stata una grande annata per le coltivazioni italiane di canapa industriale in termini produttivi. Quello che ha davvero fatto boom sono state le aziende che hanno ricominciato ad occuparsi di questa coltura: solo 5 anni fa in Italia non si coltivava più di qualche centinaia di ettari a canapa, ore le cifre stimano che il numero sia salito ad oltre 3000 ettari. Si tratta di un ritorno a un tipo di coltivazione che fino agli anni ’40 era più che diffusa in Italia, se si considera che il nostro Paese era il secondo maggior produttore di canapa al mondo, al primo posto, però, per ciò che riguardava la qualità.    di Giovanna Dark Coltivare la canapa nel nostro paese, visto il successo commerciale di EasyJoint, pare sia un affare, ma è tutto fuorché semplice: anche nella nuova legge, varata esattamente un anno fa, manca un quadro normativo specifico per poter vendere le infiorescenze, sempre più richieste per le loro preziose proprietà. Non esiste inoltre un’associazione di categoria nazionali che rappresenti le aziende italiane produttrici di canapa, così ci si deve che affidare a una stima che sta tra i 300 e i 500 soggetti, molti dei quali nati negli ultimi tre anni. Stesso discorso per gli ettari coltivati: quelli per cui sono stati richiesti i contributi europei per le coltivazioni sarebbero circa 1300, di cui poco più di 200 in Piemonte. A seguire Toscana, Emilia, Lombardia, Veneto e Calabria. Non esiste però ancora ad oggi una lista completa dei terreni coltivati a canapa su suolo nazionale. Un poco più chiara è la situazione in Europa. Secondo gli ultimi dati raccolti dalla EIHA, la European Industrial Hemp Association, sono coltivati oltre 25000 ettari di terreno. Mentre i campi per la produzione di fibre tessili e materiale per l’edilizia non hanno registrato nessun incremento rilevante, la EIHA tra il 2010 e il 2013 segna un più 90 per cento nella produzione dei semi - da 7 tonnellate e mezza a 240 - e del 3000 per cento per le infiorescenze, dalle 6000 alle 11000. La canapa si coltiva facilmente perché odia l’inquinamento, non ha bisogno di diserbanti e il suo stelo si allunga rapidamente soffocando le piante infestanti. Ogni parte di questa pianta ha il suo utilizzo: il fiore (birre, tisane, oli essenziali), il seme (olio e farina con cui si producono alimenti, cosmetici, saponi), gli steli (da cui derivano sia la fibra per tessuti, corde, componenti per auto, pannelli isolanti e in bioedilizia per fare mattoni). Nuove opportunità di lavoro quindi, per raggiungere reddito e occupazione nel rispetto dell’ambiente, permettendo di rimanere e avere cura della propria terra. Non può che essere una buona notizia con cui aprire questo nuovo anno.
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