Un medico curioso e la cannabis 2.0

23 Feb 2017
“La cannabis è un farmaco che pone prima di tutto noi stessi dinanzi ad interrogativi circa il ruolo sociale di un medico. E pone un medico nella condizione di ripartire dalle fondamenta della Medicina, dal giuramento di Ippocrate per riconsiderare il rapporto con i pazienti.” Erano anni, devo ammettere, che aspettavo di ascoltare questo tipo di riflessioni fatte da un medico. Anni perché, da quando mi occupo di cannabis in medicina, è sempre stato arduo incontrare un tecnico della salute con un approccio non esclusivamente riconducibile alla formazione accademica, ma al contrario, con un attitudine innanzitutto umile ed empatica nei confronti di chi vive quotidianamente le grandi contraddizioni della medicina contemporanea. Una maniera di curare che si focalizza sulla parte dimenticando la totalità dell’organismo, una cieca e positivistica fiducia nel farmaco come rimedio a tutti i malesseri, un rimedio che al sintomo x contrappone una molecola y ed il suo effetto che si vorrebbe mirato e che purtroppo molte volte mirato non è. Farmaci che creano malattie (farmaci iatrogeni) e che sono strutturali all’offerta del nostro Sistema sanitario nazionale. Le storie di pazienti che sono arrivati alla cannabis dopo aver subito il calvario degli effetti collaterali sono per chi scrive un ritornello doloroso e mai uguale, un resistere alla cura ed ai suoi effetti nocivi, un ritrarsi verso strade alternative quando quelle che si sono percorse hanno lasciato segni devastanti. Nella colpevole indifferenza della classe medica. Nell’ottusità di chi dopo aver finito gli studi da tutto per scontato e non si mette più in gioco. Ed è proprio per questa premessa che il Dott. Privitera mi stupisce quando ad Altedo, convocato dall’associazione “Weed you and me” lo scorso novembre, presenta un programma di teleassistenza per malati che si curano con la cannabis. Le sue parole mi convincono quindi ad approfondire un’esperienza che nel nostro paese, e forse non solo, rappresenta certamente un’imprevista novità. SSIT: Dott. Privitera può spiegare in che consiste il progetto Medicomm, come e quando nasce e con quali finalità? Il Progetto MediCOmm nasce dalla consapevolezza, appresa sul campo, della realtà socio -economica e sanitaria in Sicilia e dall'approfondimento delle dinamiche sanitarie e culturali globali. Il progetto nasce dopo le mie dimissioni dall'Ospedale di Licata (AG) avvenute nel gennaio del 2016. Le finalità del progetto sono quelle di strutturare una nuova offerta sanitaria, attraverso l'uso della tecnologia, per poter raggiungere, con un sistema di alta qualità e basso costo, il maggior numero di utenti. Il Progetto MediCOmm è anche un progetto di ricerca, l'obiettivo è quello di aumentare le nostre conoscenze sui fitocannabinoidi, le terapie naturali complementari e l'integrazione terapeutica con lo stile di vita. Il Database utilizzato da MediCOmm infatti, permette l’acquisizione puntuale di un elevato numero di dati della quotidianità clinica, da correlare in diversi tipi di analisi al protocollo terapeutico integrato assegnato al paziente. Il progetto ha l’obiettivo di acquisire ed elaborare un elevato numero di dati secondo un protocollo di ricerca patient - based, basato cioè sulle evidenze raccolte sul paziente nella quotidianità della patologia. SSIT: È davvero possibile costituire una relazione medico-paziente di qualità senza una previa visita di persona, prima di cominciare la teleassistenza, o lei visita comunque previamente i pazienti che puoi seguirà in remoto? Il cambiamento delle modalità di comunicazione si riflette perfettamente su un nuovo tipo di rapporto medico-paziente, nel quale si cerca un nuovo tipo di vicinanza, che oltretutto, aiuta il paziente nell'esprimere senza inibizione tutte le proprie problematiche. Inoltre l'utilizzo di strumenti di messaggistica istantanea come Whatsapp, Facebook, etc, etc. fanno sentire il paziente sempre e comunque in contatto con il proprio medico. A quanti pazienti attualmente prescrive cannabis per motivi medici? Per quali patologie? Nel corso del 2016 ho trattato circa 200 pazienti con diverse patologie. Io prescrivo estratti a base di fitocannabinoidi in relazione alle patologie contemplate dalla legge italiana e dalla letteratura scientifica mondiale. Dalla sclerosi multipla, al supporto del paziente oncologico, le malattie autoimmuni e reumatiche, malattie infiammatorie intestinali, glaucoma, epilessia, autismo, etc... Come può un paziente far parte del suo progetto? Che passi deve compiere o che requisiti deve possedere per ricevere una prescrizione di cannabis? I pazienti potranno accedere al portale (nella versione base, sarà attivo prima di natale (www.progettomedicomm.com) e accedere Alla doppia possibilità di far parte dello studio clinico nazionale e di ricevere il servizio medico - farmaceutico. Il paziente invia tramite mail la propria documentazione clinica e di identità e riceve il consenso informato. Se preferisce può anche decidere di affidare a MediCOmm la fase di approvvigionamento del farmaco, che, in tal caso, avviene tramite la farmacia S. Carlo del Dott. Mantovani, previo invio di liberatoria firmata. Il costo del servizio è di €70,00/anno, che dà diritto alla prima valutazione e presa in carico e ricettazione. I successivi controlli e rinnovi prescrittivi avranno un costo di €15,00 cadauno. Il servizio di educazione alimentare ha sempre il costo di € 15,00 per consulenza. SSIT Lei segue pazienti da tutta Italia, secondo la sua esperienza vi sono regioni dove avere una prescrizione di cannabis è più difficile che altre? Guardi, chi mi contatta è spinto dalla necessità o ha già una certa apertura mentale. Se dobbiamo analizzare ciò che apprendo dai pazienti circa la concezione dei propri medici sui cannabinoidi tutto il mondo è paese. Ho pazienti del nord Italia ai quali il medico ha consigliato di prendere la cannabis dal mercato nero perché non poteva essere prescritta [NDR. La cannabis terapeutica è riconosciuta e prescrivibile dal 2007] e colleghi siculi che spengono il cellulare se si parla di cannabis. Posso aggiungere che il progetto MediCOmm ha come scopo economico l'influenzamento del mercato dei fitocannabinoidi, al fine di poter garantire a quanti più pazienti la possibilità di acquistare il farmaco. I primi risultati ottenuti, hanno visto MediCOmm protagonista attivo nell'influenzare il prezzo delle infiorescenze a livello nazionale, passando da 40 €/g a 16 €/g da Gennaio a Settembre del 2016 (-60%). SSIT: Perché lei crede che prescrivere cannabis aiuti i medici a rivalutare il proprio rapporto con i pazienti? Io credo che noi medici veniamo confusi durante l’istruzione, veniamo istruiti in maniera fuorviante: ci spiegano che dobbiamo salvare la vita alle persone e se non ci riusciamo al giorno d’oggi i processi sono sempre dietro l’angolo. A mio parere invece i medici come i loro pazienti dovrebbero accettare che la morte è nient’altro che la conseguenza della vita e vedendola sotto quest’ottica non ci sarebbe nemmeno spazio per un fallimento terapeutico. Il medico non deve dare la vita eterna ai suoi pazienti ma deve restituire loro dignità anche perché io posso sbagliarmi se curo una malattia, ma non se curo una persona. Il primo giorno di università ci insegnano: “ Primum non nocere” per prima cosa non nuocere, ma se noi prescriviamo qualsiasi farmaco tradizionale abbiamo già infranto questo comandamento perché bisogna considerare che consigliamo farmaci che hanno dosi letali molto basse. Io credo che anziché fare soldi sulla malattia dovremmo farli sulla salute, il medico dovrebbe spiegare ai pazienti come non ammalarsi piuttosto che come curarsi una volta ammalati. Se poi, dati ISTAT scopriamo che nel nostro paese fra il 14% e il 25% degli italiani non si cura per motivi economici credo sia importantissimo porci delle domande. E la cannabis e quello che rappresenta per la medicina ci aiutano a farlo. SSIT: Potrebbe descrivere fra i differenti prodotti che prescrive ( Bedrocan, Bediol, Bedrobinol, Bedica, Bedrolite) per quali patologie sono rispettivamente più indicati e a suo parere per quale motivo? I diversi farmaci vengono scelti in base alle necessità cliniche dei pazienti ed in relazione ai profili farmacologici delle diverse infiorescenze. Personalmente utilizzo sempre dosaggi quanto più elevati possibile di CBD (estratto principalmente dal Bedrolite), associando estratti a base di Bedrocan (THC 22%) per agire sulle componenti muscolari e sul dolore. Il Bedica, essendo una varietà di tipo indica, dà una mano per la miorisoluzione e aiuta il riposo notturno. Il Bediol è un prodotto bilanciato che utilizzo di solito per la terapia di mantenimento. Utilizzo inoltre estratti personalizzati, partendo dalle infiorescenze e aggiungendo CBD puro per ottenere rapporti diversi tra i principali principi attivi (THC e CBD).