La vergogna continua

Soft Secrets
19 Jul 2016

Vi abbiamo già informato dell'arresto in Abruzzo dell'artista Fabrizio Pellegrini. Oggi vi aggiorniamo riguardo la gravità della situazione. Il pianista e pittore è infatti detenuto in carcere con l'accusa di coltivazione di sostenze stupefacenti. Sostanza stupefacente, la cannabis, che come succede in moltissimi altri casi nel nostro paese e nel mondo, rappresenta una necessità terapeutica per Fabrizio.


Le terapie a base di cannabinoidi sono, infatti, l'unica cura davvero efficace contro la sua malattia; è affetto da sindrome fibriomialgica. Essendo intollerante agli antidolorifici "convenzionali", per Fabrizio Pellegrini, la cannabis rappresenta una necessità, oltre che l'unica via per alleviare le sofferenze di cui soffre causate dalla sua malattia. Per questo, sfidando la legge, come in molti in Italia si ritrovano costretti a fare, ha coltivato delle piantine di cannabis in casa, con l'intento di disconoscere alla criminalità organizzata ed al mercato nero l'esclusiva per procurarsi la marijuana e per la necessità di aver a disposizione una quantità di cannabis adatta nel principio attivo ed idonea nella quantità al suo fabbisogno terapeutico.

Lo scorso 8 giugno è avvenuto l'arresto in seguito alla conferma della condanna per coltivazione e da quel giorno Fabrizio non riceve più il trattamento terapeutico di cui necessita. Nelle carceri italiane, infatti, non è prevista la somministrazione di cure a base di cannabis. I suoi legali, dopo la colpevole mancanza del precedente avvocato d'ufficio che non aveva fatto ricorso contro l'applicazione della sentenza entro i termini, hanno proposto un ricorso al Tribunale di Sorveglianza de L'Aquila per domandare "il differimento dell'esecuzione della pena per la manifesta incompatibilità col regime penitenziario".

Queste le dichiarazioni dei suoi legali:"«Di fatto, l'uomo è stato punito perché non ha fatto guadagnare la criminalità organizzata, se avesse acquistato la “cannabis” da uno spacciatore, non sarebbe stato perseguito». Data l'indecenza di questa situazione, per cui, a causa di un sistema legislativo proibizionista che etichetta come fuorilegge i pazienti che necessitano dei principi attivi della cannabis per motivi terapeutici, e la ancor più grave situazione contingente che vede Fabrizio Pellegrini impossibilitato a ricevere le cure adeguate per alleviare i dolori che gli vengono causati dalla sua malattia, speriamo che in molti si mobilitino per fare qualcosa per Fabrizio e per difendere la libertà di cura in Italia.

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