Appunti di biodinamica

Soft Secrets
12 Feb 2016

La tecnica di coltivazione biodinamica è stata sviluppata dal filosofo ed esoterista austriaco Rudolf Steiner, a partire dal 1924, per mantenere la terra fertile, le piante in buone salute e accrescere la qualità dei prodotti. Prevede l’uso di preparati con piante, sostanze organiche e minerali, acquistabili come tutti i concimi e macerati biodinamici citati nell’articolo


Di regola l’irrorazione dei preparati avviene la sera, sul terreno, quando è la parte bassa della pianta a essere più viva, viceversa, si spruzzano sulla foglie la mattina. Per favorire la crescita segue il calendario biodinamico (scaricabile da internet, per esempio, sul sito www.labiolca.it), che prevede orari e giorni favorevoli alle lavorazioni delle piante da fiori, come la cannabis, piuttosto che da frutti, radici o foglie. In caso non si possa eseguire una qualsiasi delle lavorazioni sotto elencate in orari e giorni di fiori, è preferibile scegliere quelli da frutto.

Per un approccio a questa metodo vi propongo l’estratto dal quaderno di Mr. Osiride, un coltivatore nostrano e autodidatta del nord Italia. Ha un esperienza decennale nel crescere semi recuperati viaggiando e, durante gli anni 1994-95-96, quelli appena dopo il referendum del ‘93 che sanciva il consumo personale, amava e si sentiva libero di crescerla così:

Ottobre

In guerrilla, sopralluogo alle vecchie postazioni per verificare la presenza di passaggi umani o animali, e eventuale ricerca di nuovi angoli nascosti e soleggiati per la coltivazione.

Novembre

In questo mese si preparano i vasetti e il terriccio per la semina: mettere del compost ben maturo (1 anno) in vasetti di coccio e interrarli. La sera irrorare i vasetti con corno letame, un preparato generato da sterco di mucca fresco lasciato maturare sotto terra, in inverno, in un corno di mucca da latte, e successivamente mescolato in acqua piovana. È ottimo per la radicazione, il fusto e le foglie della pianta, e secondo la biodinamica favorisce il contatto tra terreno e gli impulsi cosmici d’aria, acqua, fuoco e terra. Terminata l’irrorazione, coprire i vasetti con della pacciamatura. Questo periodo è anche l’ideale per preparare il terriccio da concimazione: prelevare della terra sotto una pianta di quercia (ricca di calcio) e aggiungere cenere, polvere d’ortica, gusci d’uova e irrorare con corno letame. Smuovere quindi il terreno della postazione o del vaso e aggiungere il terriccio da concimazione. Il terreno andrebbe poi ricoperto con della pacciamatura, a meno che vi troviate in guerrilla. In quest’ultimo caso mimetizzare il posto.

Dicembre-Gennaio

Da metà dicembre a metà gennaio il terreno è più vivo che mai, quindi meglio non toccarlo. In questo periodo si creano le condizioni ideali per ospitare le piante nel terreno dei vasetti da semina, nelle postazioni o nei vasi, e si può iniziare a scegliere i semi migliori per la semina.

Febbraio-Marzo

Dalla metà di febbraio il terreno ricomincia a addormentarsi, e possiamo nuovamente toccarlo. Scegliere il giorno della semina: individuare sul calendario biodinamico un giorno da fiori, possibilmente in vicinanza (2 giorni prima o dopo) della luna nuova (quella nera sul calendario). Bisogna quindi dinamizzare i semi in estratto di valeriana e acqua piovana: mescolare il tutto per 5 minuti in senso orario e antiorario, fino a creare e distruggere il vortice nell’acqua. Togliere i semi dal bagno e metterli in un pezzettino di tela in iuta o cotone, avvolgerli a fagottino e porli nel terriccio da semina per tre ore. Levare i semi dal fagottino e seminarli, per esempio, in un vaso grande e rotondo, con terra, il terriccio da semina e il terriccio da concimazione, inumiditi. Seminare seguendo, per esempio, la forma d’aspirale e ponendoli alla distanza d’un dito l’un dall’altro. Dopo la semina irrorare il vaso con il corno letame, anziché con l’acqua. Ciò crea la condizione di caos cosmico, simile a quella che trova un bambino alla nascita, ideale per la germogliazione. Se la temperatura esterna è superiore a 15 gradi, la semina può avvenire all’aperto, altrimenti procedere tra le mura domestiche.

Entro la settimana successiva nasceranno i semi (questo metodo ha registrato un tasso di germogliazione al 99,9%) e se la temperatura esterna è maggiore dello zero, i germogli possono esser messi in una serra outdoor: questo può servire per fermare l’eccessivo allungamento del gambo che occorre mettendo i semi in casa, per esempio, vicino a una finestra. Così facendo, si formano piantine basse, con diverse belle foglioline, che in caso di bisogno andranno bagnate possibilmente con acqua piovana. A 10 giorni dalla nascita dei germogli, effettuare una prima sarchiatura, per esempio, con un filo di ferro sottile, appositamente formato a mo’ di zappa. In guerrilla, fare un sopralluogo alle postazioni per verificare l’eventuale presenza d’impronte e decidere se procedere in quel posto. Seminare quindi dell’ortica attorno alla postazione, per aumentare la produzione di resina delle piante aromatiche, come la ganja che andremo a piantare. L’ideale è poi porre una bella pacciamatura.

Marzo-Aprile (secondo il momento scelto per la semina)

Circa una settimana prima del trapianto nei vasetti di coccio con il terriccio da semina, spruzzare del macerato d’ortica sui germogli per rinforzare fusto e foglie, e aumentare le difese immunitarie delle piantine. Allo stesso tempo, irrorare i vasetti da semina con il preparato corno letame. Effettuare il primo trapianto, quando la piantina ha le prime tre-quattro copie di foglie vere: estrarre la piantina dal terreno, spruzzare le radici con corno letame e metterle singolarmente a dimora nei vasetti da semina estratti dall’interramento. Successivamente irrorare i vasetti con macerato ortica. Una settimana dopo il trapianto, quando le piante si sono riprese, dare una sarchiatina alla terra dei vasetti.

A questo punto le piantine avranno circa 30 giorni di vita e sono necessarie ancora due settimane nel vasetto prima di procedere al secondo trapianto, quello nella terra di crescita. Una settimana prima di quest’ultima operazione, smuovere nuovamente il terreno del vasetto, la mattina spruzzare le foglie con il macerato d’ortica e la sera irrorare la terra con il corno letame. Al momento del trapianto la piantina sarà alta circa una spanna, va posta nel terreno la sera e possibilmente coccolata con della pacciamatura. Bisogna quindi bagnare il terreno e, in caso di mancanza, piantare anche delle tale d’ortica. Una settimana dopo il secondo trapianto, la piantina si sarà ripresa e bisogna irrorare il terreno con il macerato d’ortica.

Maggio

L’ideale è lasciar crescere la pianta naturalmente, ma se c’è la necessità di nasconderla o si desidera farla rendere un po' di più, all’incirca 10 giorni dopo il trapianto in terra, è possibile fare la prima cimatura. S’interviene staccando la punta della pianta un po' sopra il terzo palco, e successivamente si spruzza del macerato d’ortica. Si sarchia quindi alla terra e si da un po' di terriccio da concime: preparato a novembre, il terriccio è pronto e assimilabile dalla pianta nel giro di tre giorni. A seconda della latitudine, questo periodo è l’ideale anche per raccogliere i fiori di Tarassaco, che hanno le sembianze di un sole, e preparare un bel macerato.

Giugno

Quando la pianta ha raggiunto i 40-50 centimetri d’altezza, in caso di necessità, possiamo procedere con una seconda potatura, per dar nuova forma alla piante. La prima cimatura dovrebbe aver generato la nascita di due cime (a volte capita ne cresca solo una, altre tre o quattro), che possono a loro volta essere cimate sopra il secondo palco. Spruzzare quindi per l’ultima volta il macerato d’ortica, favorendo la crescita dei nuovi fusti e i futuri fiori. Circa 10-15 giorni dopo la seconda cimatura, s’inizia a spruzzare sulle piante il macerato di Tarassaco, una volta a settimana, per un totale di tre applicazioni. Ciò stimola l’assorbimento dei raggi solari e di conseguenza la crescita della pianta. Verso la fine del mese possono iniziare a spuntare i primi esemplari di pianta maschio, ovviamente da togliere. Si può quindi cominciare a trattare le piante con l’estratto di Valeriana, lo stesso che si utilizza per il bagno dei semi prima della semina, da spruzzare per favorire la fioritura. Dare un’ultima sarchiatura al terreno prima che s’addormenti sotto il caldo estivo e aggiungere del guano.

Luglio

Secondo la latitudine, le annate e le varietà coltivate, in questo periodo spuntano i primi peli bianchi dei fiori, sulle piante femmine, e s’iniziano i trattamenti con il corno silice: un preparato a base di cristallo di roccia polverizzato e maturato sotto terra in un corno di mucca. Va applicato solo all’inizio della fioritura, settimanalmente, per un mese, preferibilmente in giorni di fiori soleggiati. Secondo la biodinamica, il corno silice stabilisce un contatto tra la pianta e le forze cosmiche di luce.

Agosto

Da questo momento le piante han bisogno solo d’acqua, lentamente iniziano a voler perdere le prime foglie, quelle più grandi che iniziano a ingiallire, e possiamo aiutarle staccandole. Quando inizia la maturazione del fiore, invece, è possibile praticare una prima vera sfogliatura delle foglie grandi.

Settembre

Con la maturazione del fiore si esegue una seconda sfogliatura delle foglie di grandezza media, mentre la terza sfogliatura di quelle piccole avviene solo quando la pianta è pienamente matura, stando attenti a non rovinare il fiore. Segue una tosatura finale e il raccolto della pianta quando ormai son rimasti solo i fiori. Ovviamente è preferibile raccogliere la pianta ben asciutta, durante una bella giornata. La pianta va quindi appesa a testa in giù in un luogo buio o arieggiato, come la soffitta, legata a mo' di salame. La legatura tende a aumentare il tempo d’essiccazione, ma restituisce un prodotto già stagionato, pronto da fumare. Un metodo casereccio, che ha registrato risultati incredibili da tutti i punti di vista, dallo sviluppo della parte radicale della pianta, al fusto, alla ramificazione, le foglie e i fiori. A detta di Mr. Osiride, poi, l’effetto era veramente sorprendente, e sicuramente non stentiamo a crederci.

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