Sistemi passivi di coltivazione

Soft Secrets
26 Jan 2016

I sistemi passivi di coltivazione non sono nuovi, ma stanno acquisendo sempre maggiore popolarità. Si tratta di sistemi che non necessitano di elettricità per funzionare, ma assicurano alle piante l'apporto di acqua necessario, oltre a essere silenziosi. Sono così perfetti come farebbe pensare questo elenco di fattori positivi? Analizziamo più da vicino i sistemi passivi.


Coltiva con mr. Jose

  Il fondo di un vaso.

Ho letto di sistemi passivi per la prima volta molti anni fa in un libro sull'idroponica. Un'estremità di uno stoppino (sistema wick) è inserita nel vaso e l'altra estremità è immersa nell'acqua. Lo stoppino trasporta l'acqua che viene assorbita dal terreno da cui la pianta a sua volta prende la quantità necessaria. Semplicissimo. Il terreno assorbe solo l'acqua necessaria e non c'è pericolo di un'eccessiva irrigazione. In genere il serbatoio dell'acqua viene posizionato più in basso rispetto al contenitore con le piante, o al massimo allo stesso livello, e la distanza tra serbatoio e substrato non è molta. Se il serbatoio fosse più in alto, lo stoppino trasporterebbe più acqua del necessario. Quindi il solo prerequisito per un sistema correttamente funzionante sembra essere la scelta giusta dei materiali. Lo stoppino è stato inventato molto tempo fa, quindi il problema non si pone. Se però provate a sostituire lo stoppino con una semplice striscia di tessuto, dovete prepararvi a incontrare difficoltà che spesso fanno sì che il sistema non funzioni. Il sistema a stoppino viene tuttora utilizzato per tutti i tipi di vaso e piante. In qualsiasi negozio di hobbistica o garden center potrete acquistare un vaso di forma allungata, di quelli che si usano sui davanzali di casa per gerani, pelargoni e altre piante, dotati di sistemi a stoppino.

  Dettaglio di una valvola meccanica automatica.

Anche se i sistemi passivi esistevano molto prima della diffusione della coltivazione con illuminazione artificiale, non li troverete facilmente nelle stanze dei coltivatori. Tra i coltivatori indoor, il sistema a stoppino è l'eccezione, non la regola. Un altro tipo di sistema di irrigazione passivo è quello a gravità. Si posiziona un serbatoio di acqua sopra le piante da irrigare e la gravità fa cadere l'acqua attraverso uno stretto tubo capillare. L'acqua deve gocciolare, non scorrere. È necessario essere molto attenti e controllare il sistema per garantire che non l'acqua che gocciola dai tubi non sia in quantità eccessiva. Se non avete un contenitore con un piccolo foro per l'aria sulla parte superiore, dal contenitore uscirà solo parte dell'acqua e il gocciolamento successivamente si interromperà. In questo modo è possibile predisporre un sistema che consenta ogni giorno la fuoriuscita parziale della soluzione di irrigazione. Tutto deve essere attentamente misurato e collaudato. Non solo la dimensione del foro per l'aria, anche quella del contenitore e la solidità delle pareti hanno un ruolo da svolgere. Per esempio, se usate una normale bottiglia da 5 litri in PET, la plastica potrebbe deformarsi in conseguenza del vuoto che si crea con la fuoriuscita dell'acqua. Il risultato potrebbe essere la fuoriuscita di una quantità maggiore del voluto di acqua, che strariperebbe dai vasi e dai sottovasi. Lo svantaggio di un sistema passivo a gravità fatto in casa, come è probabilmente evidente da quanto appena detto, è la difficoltà di stabilire la dose della soluzione di irrigazione. Il sistema a stoppino citato all'inizio risponde in modo più accurato alle esigenze delle piante. Questo significa che i livelli di umidità del mezzo di coltura saranno costanti, sia che la pianta necessiti di più acqua sia che necessiti di meno acqua. Se si coltivano diverse piante e si utilizza il sistema a stoppino, ogni pianta riceverà solo la quantità d'acqua di cui ha bisogno. Quindi due piante con esigenze idriche diverse riceveranno entrambe la quantità necessaria, anche se a una ne servono 100 ml al giorno e all'altra ne servono 500 ml al giorno. Un sistema di irrigazione a gravità amatoriale non riuscirà a ottenere questo effetto. Si dovrebbe realizzare una valvola collegata a un galleggiante. Forse qualcuno di voi lo sa fare, ma io non ne sono capace, purtroppo.

  Piante in vasi da 25 litri.

Negli ultimi anni il desiderio dei coltivatori di risparmiare energia è cresciuto ed è diventato più evidente. I coltivatori cercano il risparmio per l'illuminazione, per la ventilazione e, naturalmente, anche per l'irrigazione. Questa tendenza ha fatto in modo che la vecchia tecnologia a stoppino venisse perfezionata. Se avete mai dato un'occhiata a una fiera orticola, certamente avrete notato sistemi passivi dall'aspetto moderno. Ma non avete necessariamente bisogno di andarci, perché nei negozi online e in Internet troverete di certo sezioni relativamente recenti dedicate ai sistemi di irrigazione passiva. Devo citare il nome di un produttore, perché penso che abbia risvegliato l'interesse per i sistemi di irrigazione passiva non solo nelle persone che ne ignoravano l'esistenza, ma anche in chi li considerava troppo complessi da installare nelle proprie stanze da coltivazione. Il produttore è AutoPot, che in molti Paesi è sinonimo di sistemi passivi. Cosa ha fatto di diverso questa società, che ha portato a una maggior diffusione dei sistemi passivi? Hanno aggiunto allo stoppino e all'irrigazione a gravità una semplice valvola con un galleggiante, grazie alla quale è possibile collegare il sistema a una o a decine di piante per poi andarsene felicemente in vacanza, sapendo che le piante riceveranno esattamente la quantità d'acqua di cui hanno bisogno. Se i sistemi passivi hanno catturato anche il vostro interesse, sul mercato troverete tipologie diverse di differenti produttori. Nella maggior parte, ruotano però attorno al sistema a stoppino abbinato alla gravità citato sopra. Questo modello è dotato della valvola descritta prima, che potete anche vedere nelle foto di questo articolo. Dovrete dotare il sistema di un serbatoio di qualsiasi dimensione per la soluzione nutriente e l’acqua, contenente la soluzione nutritiva e potrete usarla per irrigare anche un numero elevato di piante, senza alcun costo per l'elettricità, naturalmente. I sistemi passivi, tuttavia, non sono solo da elogiare. Dobbiamo anche guardare l'altra faccia della medaglia e considerarne gli svantaggi. Il primo notevole svantaggio è il costo dei sistemi passivi. Un vaso con sistema dotato di valvola non vi costerà meno di 30 €, una somma che non tutti normalmente spenderebbero per un vaso. In generale, pensate che quei 30 € sono il costo per una singola unità di coltivazione, senza considerare il numero di piante che intendete coltivare. Paragonando questo sistema con quello di Atami Wilma, per esempio, in cui un vaso costa all'incirca 15 €, è facile capire che la differenza è significativa. Molti di voi si staranno chiedendo: quanto ci vorrà per vedere un ritorno su un investimento così elevato per un sistema passivo? Certo, tutto dipende da quante piante intendete coltivare. Tuttavia non si può paragonare un sistema passivo con uno attivo esclusivamente sulla base dei costi di acquisto. Come già citato, un sistema passivo professionale fa qualcosa che un sistema attivo non può fare a prescindere dal prezzo: irriga le piante quando serve. Il risultato finale è quello di avere piante più sane e più grandi, che danno un raccolto più abbondante e che presto vi ripagheranno per la spesa più elevata. Il secondo svantaggio dei sistemi passivi è l'acqua stagnante. Lasciate che vi spieghi come funziona la valvola nei moderni sistemi passivi. La valvola è posizionata in un piccolo serbatoio che porta all’irrigazione di un vaso o di varie piante mediante uno stoppino. Il serbatoio viene rifornito di soluzione nutriente e acqua da un tubo che collega un serbatoio principale alla valvola. La valvola si apre quando la vaschetta è piena, consentendo di erogare la quantità prefissata di soluzione. La valvola si apre nuovamente quando è stata utilizzata tutta l'acqua della vaschetta. Nella vaschetta ci sarà sempre acqua, da quando inizia l'erogazione a quando l'acqua si esaurisce. Il tempo perché ciò accada può variare. La vaschetta non risulterà mai priva d'acqua, il che è un bene. D'altra parte, però, mi è capitato di osservare parassiti nella vaschetta. Umidità, calore e buio creano le condizioni ideali per la proliferazione di diversi organismi. Questo perché la vaschetta è bassa ed è più facile che vi si sviluppino parassiti rispetto al serbatoio di soluzione nutritiva, che è troppo profondo. Questo problema può essere evitato con regolari controlli preventivi della vaschetta. Non appena notate forme di vita sgradite, vuotate la vaschetta e pulitela a mano, magari con un po' di alcool, che evapora rapidamente. Al posto dell'alcol potete utilizzare un adeguato insetticida a base di ingredienti naturali. Per quanto possiamo tenere in considerazione vantaggi e svantaggi, non dovremmo mai dimenticarci dei sistemi passivi. Personalmente sono un sostenitore dell'irrigazione manuale, ma visto che non posso sempre stare con le mie piante, uso un sistema di irrigazione e l'idroponica. A parer mio, i sistemi passivi sono ciò che più si avvicina all’irrigazione a mano e oltre a ciò, mi danno libertà di movimento, così che non sono troppo vincolato dalle piante. In generale, i sistemi passivi sono una soluzione perfetta, perché sono silenziosi, non richiedono elettricità e danno alle piante ciò di cui hanno bisogno. I sistemi passivi non vengono usati solo nelle stanze da coltivazione indoor. Il vaso intelligente che si irriga autonomamente è adatto alle serre e alla coltivazione outdoor, oltre a consentire la coltivazione di piante piuttosto grandi. Se si trova all'esterno e piove, l'irrigazione del vaso non cambierà, perché l'acqua in eccesso dopo un acquazzone defluirà attraverso la valvola e l'impianto inizierà a prendere l'acqua dal serbatoio quando sarà necessario. Che cosa ne pensate allora dei sistemi passivi? Siete tentati di provarli? Potreste iniziare costruendovene uno con uno stoppino e poi condividere i risultati con noi. Anche se non li provate, non importa, l'importante è che sappiate che i sistemi passivi esistono. Forse vi saranno utili in futuro. Per ora è tutto. Potrete leggere e saperne di più la prossima volta sulla vostra rivista preferita Soft Secrets!

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