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Exitable
29 Aug 2015

Growing


Growing

Questo articolo è in realtà un breve compendio di coltivazione che ho scritto il mese scorso per un amico da poco ammalatosi di cancro, al quale è stato consigliato informalmente di attenuare gli effetti collaterali della chemioterapia con la cannabis. In Italia si può richiedere il Bedrocan® ed ottenerlo legalmente presso la farmacia di quartiere, mentre dove vive il mio amico si possono coltivare poche piante per consumo proprio, ma non è disponibile nessun farmaco a base di infiorescenze di cannabis.

Prima di tutto misura lo spazio dove vuoi coltivare e incastraci l'armadio da coltivazione che meglio ci si adatta, evitando mansarde e sottotetti perché sono troppo caldi d'estate mentre bisogna stare attenti a lavorare nelle cantine per via della troppa umidità presente. Il vantaggio di utilizzare un grow box di quelle in commercio, con le prese d'aria richiudibili e una cerniera anti intrusione luminosa, sta proprio nel non doversi costruire un armadio con le dovute caratteristiche. In più non dimenticare che un grow box viene già rivestito internamente con un materiale plastico e riflettente di colore bianco lucido così da riflettere meglio la luce del bulbo.

La potenza del bulbo è commisurata all'area da illuminare e in un box da 140 per 140 centimetri trova spazio un bulbo da 600 Watt. La tecnologia migliore per ora è l'alta pressione di sodio conosciuta anche come HPS, una luce dal colore arancio-giallo caldo molto simile alla luce dei tramonti estivi. I bulbi per la vegetativa invece si chiamano MH, acronimo di ioduri metallici, dal colore bianco freddo con toni blu. Ogni bulbo che sia MH o HPS necessita di un ballast dello stesso wattaggio e di un riflettore. Un buon riflettore restituisce una luce ben distribuita su tutta l'area di coltivazione, proprio a causa delle differenti superfici scelte dai coltivatori sono nati dei riflettori con particolari conformazioni per venire incontro ad ogni misura. Il riflettore può anche contribuire a ridurre il calore sviluppato dal bulbo acceso: è il caso dei riflettori raffreddati ad aria come il famoso tubo di pirex collegato al sistema di estrazione aria e conosciuto come cooltube.

Abbiamo appena accennato al sistema di estrazione aria perché come tutti gli esseri viventi anche le piante hanno bisogno di un buon ricambio di aria in un ambiente salubre. Proprio per questo motivo si utilizzano gli estrattori d'aria, ovviamente un poco sovradimensionati a causa della perdita di carico data dal filtro e dalle eventuali curve delle tubazioni. La soluzione corretta è sempre scaricare all'esterno l'aria calda. Un ulteriore accorgimento è il filtro all'aria in entrata anche nei casi di entrata passiva, non vorrai mica trovare l'oidio nei tuoi fiori? Questo è uno degli errori più comuni tra i principianti che ignorano l'importanza di pulire l'aria in entrata da polveri, agenti patogeni e contaminanti in genere. I seedmakers più importanti utilizzano anche un hepa filter, cioè un filtro capace di trattenere anche i pollini eventualmente fluttuanti di modo da limitare spiacevoli sorprese al momento della raccolta.

Sempre parlando di aria non puoi dimenticare un paio di ventilatori per muovere l'aria all'interno ed evitare pericolosi ristagni d'aria. I ristagni d'aria si hanno quando aria fortemente umida permane attorno alle piante creando condizioni favorevoli allo sviluppo ed alla crescita delle muffe. Inoltre spostando l'aria umida lontano dalle piante si agevola l'evapotraspirazione quindi per dirla in parole povere si contribuisce a velocizzare la pianta. Con l'ultima frase non voglio dire che si riesca a raccogliere prima del dovuto, semplicemente la pianta con una buona ventilazione addosso assorbe più velocemente acqua e nutrienti dal substrato.

Spesso oltre alla ventilazione si ricorre a delle speciali reti tipo quelle per sostenere le piante rampicanti, per evitare la rottura dei rami sotto il peso delle cime fiorite. Una valida alternativa, anche se molto laboriosa, è conficcare vari paletti di sostegno nel vaso e legarvi i singoli rami.

A questo punto non ti manca altro che il substrato in cui crescere le tue piante. Qui puoi scegliere tra la coltura minerale e quella organica, se preferisci coltivare con un fertilizzante di sintesi allora la tecnologia per sfruttare appieno le sue potenzialità è l'idroponica mentre se preferisci una coltivazione organica devi per forza utilizzare il terriccio. Il motivo risiede nella tipologia di nutrienti utilizzati, i fertilizzanti minerali dedicati all'idroponica sono di pronta assimilazione, mentre quelli organici hanno bisogno di un particolare ambiente per espletare appieno la loro funzionalità.

Nel prodotto secco che raccoglierai troverai notevole differenza in termini di qualità coltivando in maniera organica, in più qualsiasi tuo intervento sarà effettuato con prodotto a bassa tossicità. In aggiunta non va scordato che l'erba coltivata biologicamente contiene più antiossidanti di quella cresciuta con fertilizzanti di sintesi, ergo dura di più all'aria aperta, conserva meglio i sapori e l'effetto: in pratica ha una più lunga data di scadenza. Quando mi trovo a consigliare a degli utilizzatori terapeutici di cannabis preferisco la coltivazione organica in terra, in quanto i prodotti organici sembrano funzionare meglio. Quindi d'ora in avanti continuerò dando per scontato che la tua scelta sia la coltivazione biologica.

In un grow box da 140 centimetri di lato bisogna far entrare il maggior numero di vasi quindi la soluzione più consigliata è una griglia di 4x4 o 5x5 di vasi da 11 litri di capienza. Così si avranno 16 o 25 piante in un metro e quaranta per un metro e quaranta. Il substrato più adatto per i tuoi scopi è un light mix quindi una mescola di terriccio leggero ben areato grazie al discreto contenuto di perlite. I fertilizzanti necessari sono tutti quelli certificati biologici, cioè degli estratti fluidi di fermantati arricchiti con composti di derivazione biologica.

Normalmente si dividono in fertilizzanti per crescita e fertilizzanti per fioritura, più gli stimolatori e l'eventuale attivatore. Non sono tutti obbligatori ma se scegli una linea completa di fertilizzanti troverai tutto ciò di cui ti ho appena elencato.

Con una pennetta, cioè un misuratore EC e pH, sei pronto ad iniziare. Su internet trovi numerosi dati di riferimento sul pH ottimale e sull'EC da seguire, coltivando però organico puoi badare solo al pH quindi al grado di acidità di una soluzione e non curarti dell'EC cioè del contenuto di sali disciolti nella soluzione.

Sostanzialmente è facile quanto difficile. Cioè, siccome coltivi una pianta infestante è facile crescerla. Il difficile è creare un prodotto con determinate caratteristiche organolettiche ma nel tuo caso non crucciarti, l'esperienza contribuirà a formare il tuo pollice verde ma soprattutto il tuo palato. Personalmente non consiglio agli utilizzatori terapeutici uno strain autofiorente perché moltissimi hanno lamentato la scarsa efficacia medicinale, non avendo però trovato riscontro scientifico a causa della scarsa ricerca in merito posso solo ipotizzare questo carattere sia dovuto alla contaminazione con la ruderalis ancora troppo presente nelle autofiorenti definite moderne.

Una volta scelto lo strain devi solo interrare i semi e mantenere umido il substrato avendo cura di eliminare i vasi rimasti vuoti dopo 5 giorni. Quando le piante sono abbastanza cresciute da riempire poco più della metà dello spazio del grow box (se opti per più piante si accorcia la durata della fase di vegetativa) allora puoi mettere in fioritura cambiando la durata della giornata: devi ridurre da 18 ore di luce a sole 12. Le piante continueranno a crescere formando fiori per ancora poche settimane (circa fino a metà fioritura), dopodiché, alla seconda metà di fioritura ingrosseranno le infiorescenze e matureranno la resina terapeutica che ti interessa molto.


Al cambio di fotoperiodo, nel caso ti ritrovi troppe piante, non esitare a buttarle via facendo un poco di selezione artificiale. Nella strana coincidenza per cui tu abbia scelto delle piante autofiorenti allora alla fine della terza settimana a 18 ore di luce dovrai buttare via quelle che ti sembreranno troppo piccole o maldisposte ricordandoti di non dover cambiare fotoperiodo (lunghezza del giorno) per tutta la durata della fioritura.

Secondo i più esperti non bisogna mai fidarsi dei pacchetti di semi e delle indicazioni ivi riportate quindi armati di una lente ed osserva i tricomi se ti sembrano trasparenti o già opachi, non appena ti rendi conto che la maggioranza è opaco procedi al taglio delle infiorescenze. Qualcuno preferisce tagliare ed appendere le piante intere magari lasciandovi delle fogliolone prendisole affinché riducano la traspirazione e rallentino l'essiccazione, altri ancora spogliano le cime e appendono i singoli rami. Non vi sono metodi migliori di altri per ora, quindi al taglio cerca di rimuovere la maggioranza delle foglie presenti tra i fiori e lascia essiccare appeso in luogo buio, fresco e ventilato ma soprattutto esente da odori e profumi!

Una volta appese le cime vanno lasciate seccare, non so quanti giorni consigliarti perché dipende tutto dall'umidità dell'aria nel luogo di essicagione. Un metodo suggerisce di spezzare un ramo di grosse dimensioni e se si rompe con un clack netto allora sarà secco al punto giusto, ma l'esperienza insegna ad imbarattolare il giorno prima di quando farebbe il famoso clack secco così da avere pochi punti percentuali di umidità in più utili a mantenere più fragrante l'erba durante l'elevazione in vasetto di vetro.

Non stoccare erba bagnata o rischi di gettare al vento i tuoi sforzi per via di muffe e fermentazioni nocive quanto schifose al consumo. La muffa provoca infezioni polmonari se inalata sovente mentre un prodotto fermentato avrà un forte odore di ammoniaca, tanto conosciuto come odore di piscia di gatto.

Quando l'hai riposta in vasetto puoi già consumarla anche se noterai cambiamenti nel sapore e nel profumo col passare delle settimane, solitamente io assaggio dopo un mese e di nuovo dopo due mesi per valutare quando ha raggiunto il mio gusto.

Il tuo prodotto è tra le tue mani, pronto all'uso e con una resina di tutto rispetto sicuramente migliore di quella disponibile sul mercato nero, ormai troppo viziato dalle dinamiche dell'illegalità. Spero di esser stato chiaro e conciso, buona cura fratello!

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