Spiragli sulla legalizzazione

Exitable
01 May 2015

Pare che i tempi siano maturi anche per loro. Dopo anni di iniziative repressive e mistificatorie – quanto dannatamente inutili e dispendiose – finalmente la politica italiana ha deciso di prendere in considerazione l'ipotesi di un'eventuale legalizzazione della cannabis. 


Pare che i tempi siano maturi anche per loro. Dopo anni di iniziative repressive e mistificatorie – quanto dannatamente inutili e dispendiose – finalmente la politica italiana ha deciso di prendere in considerazione l'ipotesi di un'eventuale legalizzazione della cannabis. 

Pare che i tempi siano maturi anche per loro. Dopo anni di iniziative repressive e mistificatorie – quanto dannatamente inutili e dispendiose – finalmente la politica italiana ha deciso di prendere in considerazione l'ipotesi di un'eventuale legalizzazione della cannabis. Niente di ufficiale o già pronto in testo ma, come vuole il protocollo da circo Barnum che regola le istituzioni nostrane, c'è stata una conferenza stampa, ci sono state strette di mano bipartisan, ci sono state dichiarazioni sulla volontà di collaborare alla stesura di un testo che modifichi in senso ancor più permissivo quanto già riformato (poco e male) dal Ministro della Salute Lorenzin lo scorso anno.
 

L'iniziativa è partita dall'attuale sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, che lo scorso 9 marzo ha inviato a tutti i 951 deputati e senatori una mail con un accorato appello: “caro collega, ti invito a iscriverti e a partecipare all'Intergruppo parlamentare per la legalizzazione e la depenalizzazione della marijuana”. L'obiettivo è chiaramente quello di regolamentare (e rendere tassabile) un mercato grigio come quello della marijuana e i suoi derivati: ad oggi le adesioni sono state circa un'ottantina, più che altro a sinistra, e sono destinate ad aumentare se, come promesso, l'intero gruppo di Sinistra e Libertà – che ha già pronto un testo in cui si stimano 10 miliardi di extra gettito per le casse dello Stato – si unirà alle discussioni.

“Si tratta di adesioni bipartisan”, ha spiegato Della Vedova, “da parte di parlamentari di diversa estrazione politica. Ciò dimostra come anche in Italia un approccio pragmatico, ispirato a una rigorosa analisi costi/benefici, sia ormai sempre più diffuso sul piano politico-culturale e decisamente trasversale, non solo fuori ma anche dentro il Parlamento”.

La prima riunione ufficiale dell'Intergruppo si è tenuta lo scorso 26 marzo. A presenziare solo la metà di quanti hanno originariamente sottoscritto il progetto ma, a detta dei coordinatori, la seduta è stata chiusa in modo proficuo. L’Intergruppo ha poi fissato un secondo incontro per la seconda metà di aprile “per entrare nel vivo” di una proposta che seguirà “strettamente il suo iter parlamentare”, spiega Della Vedova evidenziando come, nel frattempo, sarà istituito un sito web (www.cannabislegale.org) sul quale, “chiunque ne abbia interesse potrà riversare documentazioni economiche, scientifiche o normative”.

Insomma, pare che finalmente anche la politica istituzionale abbia finalmente afferrato il concetto secondo cui non ha più senso discutere sulla possibilità di legalizzare o meno: ormai è tempo di pensare a quando farlo e a quale sia il modo migliore per realizzarlo. Per provare a capire meglio cosa bolle in pentola e se davvero possiamo sperare di vedere un giorno la nostra amata pianta finalmente libera di essere usata e coltivata, l'approfondimento è a pagina 43. Nel frattempo attendiamo speranzosi che questi spiragli di apertura provenienti dal “Palazzo” si trasformino presto in uno squarcio.

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