Storie di outdoor dal nord

Exitable
28 Oct 2014

Da pochi anni a oggi, in Europa, la nazione sicuramente più aperta verso la nostra amata pianta è la Spagna. Grazie alla particolare condizione di alcune regioni spagnole (la storica Catalunya ed il Paese Basco) e grazie alla tradizione (Andalusia) si è mantenuta viva e sempre crescente la cultura della Cannabis.


Da pochi anni a oggi, in Europa, la nazione sicuramente più aperta verso la nostra amata pianta è la Spagna. Grazie alla particolare condizione di alcune regioni spagnole (la storica Catalunya ed il Paese Basco) e grazie alla tradizione (Andalusia) si è mantenuta viva e sempre crescente la cultura della Cannabis.

Da pochi anni a oggi, in Europa, la nazione sicuramente più aperta verso la nostra amata pianta è la Spagna. Grazie alla particolare condizione di alcune regioni spagnole (la storica Catalunya ed il Paese Basco) e grazie alla tradizione (Andalusia) si è mantenuta viva e sempre crescente la cultura della Cannabis.

I coltivatori non mancano in ogni città del paese, i growshop abbondano e i cannabis club sono ora una realtà in via di consolidamento. Tutto questo riflette la grandezza del crescente mercato "verde" generato dalla canapa. D'altronde basta viaggiare un poco per accorgersi di quanto sia accettata a livello sociale l'innocente cannetta.

La cosa più interessante per me, appassionato della canapa, è incontrare e conoscere coltivatori con esperienza pluriennale. Qui la maggioranza sono hobbisti con molti anni di pratica, esente da preoccupazioni socio-legali gravi, alle spalle.  

Il confronto con questi personaggi è sempre piacevole e costruttivo, soprattutto come quando ho conosciuto il coltivatore che andrò ad intervistare oggi; questa intervista credo sia utile perché sono parole di un coltivatore con decenni di esperienza in outdoor, in un clima non molto consono alla coltivazione della canapa: la Cantabria.

Contrariamente alle solite interviste domanda-risposta ho deciso di estrapolare un pezzo il più possibile fedele al discorso interessantissimo fatto in risposta alle mie domande.

«Sono un coltivatore per passione, non ho mai coltivato per vendere o perché mi servivano i soldi. Ho cominciato quando i semi in giro erano rari e fuori commercio. I primi semi mi furono portati da degli amici in viaggio e da allora ho continuato a seminare varietà a caso finché un giorno mi hanno raccontato dei growshop e mi sono arrivati i giornali con le pubblicità delle case del seme straniere. La varietà che semino non è importante come sapore per me. L'importante sono altri caratteri che mi guidano nella scelta, come la durata della fioritura e la resistenza alle muffe per esempio. Dove vivo io non si può coltivare dalle prime settimane di ottobre alle ultime di maggio, sia per il freddo che per l'umidità eccessiva che impediscono o rallentano la germinazione e stressano le piante. A volte ho avuto problemi di essiccazione, risolti però prontamente con un deumidificatore che tengo sempre in casa per altri motivi. Le varietà che scelgo adesso sono quelle più resistenti alle muffe e che maturano il prima possibile come per esempio la Critical Bilbo che funziona benissimo a pochi chilometri da me e che ovviamente raccolgo con piacere anche a casa mia. La Bilbo è' una varietà che scelgo con piacere perché è pronta prima che l'umidità me la faccia ammuffire. Anche le autofiorenti mi piacciono perché seminando in anticipo raccolgo in anticipo. Il problema delle piante autofiorenti è comprare i semi ogni raccolto e poi il problema delle autofiorenti è che non sono più buone dopo poco tempo dal raccolto...». (N.d.r.  il mio amico non ha ancora avuto il piacere di provare le generazioni di autofiorenti più recenti, che magari non sono niente di spettacolare ma di sicuro rappresentano un passo verso la cannabis che piace all'uomo moderno).

«A casa mia piove spesso e il problema per me non è la mancanza d'acqua, quanto la sua abbondanza. Per questo ho sviluppato la mia maniera di coltivare velocemente. La stagione è corta e ho tanta tanta acqua. Per questo le mie piante le metto in buche con terra molto soffice e il fondo drenante con ghiaia o pietrisco, per far sì che scivoli via l'acqua in eccesso. Le mie buche sono piccole per due motivi, il primo è che non è male il terreno attorno, quindi non concedo più di 20 litri di buca alle mie piante. Il secondo motivo è che risparmio sui fertilizzanti che mescolo al terriccio. La mia mescola è composta da terriccio leggero, minerali argillosi, batteri e micorrize che compro in polvere da mescolare alla terra. Le buche purtroppo hanno sempre un leggero invaso dovuto al compattamento della terra quindi le riempo bene per evitare che catturi troppa acqua dalle piogge. 

Il fertilizzante che uso è un composto agricolo a base di azoto minerale che disciolgo in acqua mentre per la fioritura uso un prodotto specifico per fioritura. I prodotti che utilizzo sono sempre minerali così vengono assimilati subito dalle radici. In passato usavo solo compost organici però non arrivavo a raccogliere tanto e così rapidamente come con i concimi minerali. Il raccolto viene pronto anche una settimana prima e le cime sono più dure e pesanti perché le piante mangiano di più. Tra le file devo sempre mettere dei bamboo a sostegno dei rami più pesanti, così non arrivano a toccare terra e non ammuffiscono i fiori. 

Ogni tre settimane aggiungo una bustina di microelementi che compro al growshop e  quando sono a metà settembre interrompo i fertilizzanti e do solo acqua per lavare le piante.  

Durante tutta la crescita alcune piante possono avere dei rallentamenti o sembrare più lente delle altre, in questo caso preparo uno zaino per spruzzare acqua con una soluzione diluita di fertilizzante minerale per la crescita  e spruzzo le piante due o tre volte a settimana, alla sera o comunque dopo il tramonto quando il sole non può più bruciarle.

Parlando invece di parassiti e malattie devo considerarmi fortunato perché mi capita solo raramente l'oidio in piccole dosi qua e la sulle foglie. Rimuovo i rami infetti e mi tolgo il pensiero dell'oidio, stando attento a maneggiare con cura i rami tagliati.

Quando arrivo a metà settembre smetto di dare il fertilizzante e gli do solo acqua per  pulirle per quando le dovrò seccare. Ho provato ad usare diversi enzimi ma non ho trovato grandi effetti che valessero la pena di spendere tanti soldi per un prodotto finale che avrei comunque dovuto risciacquare inoltre». 

L'esperienza nelle parole e nelle tecniche di questo coltivatore hobbista sono sicuramente frutto della sua pratica e dell'utilizzo di una chiave di interpretazione dei fenomeni molto attenta e preparata. Coltivare non è difficile, difficile è mettere sempre in discussione la propria filosofia di canapicoltura, confrontandola con altri coltivatori, per poter migliorare. Buone fioriture a tutti dal nord della Spagna!

E
Exitable