È tempo di seminare e raccogliere

Exitable
16 Sep 2014

Un paio di mesi fa è iniziata la stagione delle coltivazioni outdoor. Quello che non è già stato piantato è perché non si voluto o potuto seminare. Mi serviva qualche consiglio per ottenere una produzione il più abbondante e saporita possibile in outdoor e, quindi, mi sono rivolto a uno dei miei coltivatori preferiti, un vero punto di riferimento per tanti grazie alla sua esperienza e capacità. Ecco quindi che chiamo Hugo di Recoge y Siembra perché ci spieghi le fasi fondamentali e i segreti irrinunciabili che ci garantiranno il successo in questa stagione di semina outdoor.    


Un paio di mesi fa è iniziata la stagione delle coltivazioni outdoor. Quello che non è già stato piantato è perché non si voluto o potuto seminare. Mi serviva qualche consiglio per ottenere una produzione il più abbondante e saporita possibile in outdoor e, quindi, mi sono rivolto a uno dei miei coltivatori preferiti, un vero punto di riferimento per tanti grazie alla sua esperienza e capacità. Ecco quindi che chiamo Hugo di Recoge y Siembra perché ci spieghi le fasi fondamentali e i segreti irrinunciabili che ci garantiranno il successo in questa stagione di semina outdoor.

 

 

Un paio di mesi fa è iniziata la stagione delle coltivazioni outdoor. Quello che non è già stato piantato è perché non si voluto o potuto seminare. Mi serviva qualche consiglio per ottenere una produzione il più abbondante e saporita possibile in outdoor e, quindi, mi sono rivolto a uno dei miei coltivatori preferiti, un vero punto di riferimento per tanti grazie alla sua esperienza e capacità. Ecco quindi che chiamo Hugo di Recoge y Siembra perché ci spieghi le fasi fondamentali e i segreti irrinunciabili che ci garantiranno il successo in questa stagione di semina outdoor.

Il terreno

Prima di iniziare a piantare qualunque cosa, dobbiamo scegliere un terreno con una buona esposizione (se possibile, orientato verso Sud), poco visibile da zone di passaggio e quanto più inaccessibile possibile (per evitare ospiti indesiderati). Per le case con giardino o balconi all’interno o nei pressi di centri abitati, prestate attenzione che la vostra zona di coltivazione non sia interessata da inquinamento luminoso (lampioni, luci esterne...) che potrebbero disturbare il fotoperiodo e stressare le piante (a meno che non si tratti di piante autofiorenti).

Una volta individuato il terreno, dobbiamo prepararlo a dovere. Cosa fare dipende in gran parte se intendiamo piantare direttamente a terra o siamo costretti a usare piante in vaso. Nel caso in cui si pianti a terra, dovremo lavorare il terreno almeno per venti giorni prima di seminare. Delimitate quindi lo spazio da destinare alle piante in base al numero che volete interrare. Ricordate che devono essere separate da uno spazio che varia da 1 a 2 metri. Una volta scelta la zona, pulitela dalle erbacce lasciando solo le piccole piante erbacee che crescono praticamente a livello del terreno. Affondate una pala piatta nel suolo per circa 10 cm e sollevate la terra per girarla. Dopo questa operazione, lasciando riposare il terreno da venti a trenta giorni, otterremo la decomposizione del manto terroso e la creazione dell’humus. Trascorso questo periodo, con la stessa pala, possiamo sminuzzare il terreno e osservarne le qualità. L’ideale sarebbe un terreno spugnoso, che non diventi eccessivamente secco, ma non è sempre possibile e a volte ci troviamo davanti a una terra povera e argillosa.

Se notiamo che il nostro terreno ha un aspetto appiccicoso e risulta secco per un eccesso di argilla, sarà necessario lavorarlo un po' di più per ossigenare l'area delle radici, consentire il drenaggio dell'acqua e impedire la formazione di fango a seguito di irrigazione o pioggia. La soluzione è scavare una fossa profonda un metro e predisporre uno strato di Arlita® (argilla espansa). Un'altra opzione (se lo spazio è troppo grande) è preparare questo drenaggio non per tutto il terreno, ma solo nella zona destinata a ogni pianta. Se abbiamo un terreno particolarmente povero, dovremo aggiungere alcune sostanze biologiche per arricchirlo, composti che contengono una serie di elementi come piume di gallina, alghe, humus e guano che lo arricchiranno di nutrienti.  

Potremo risparmiarci tutto questo procedimento, se decidiamo di usare piante da rinvasare, ma ricordiamoci di avere a disposizione vasi da circa trenta litri, drenaggio e un buon terreno per riempirli.

La semina

A grandi linee, per piantare outdoor, da Madrid in su, è consigliabile aspettare maggio. Fino ad allora il clima non è stabile, piove e certe giornate nuvolose potrebbero stressare le nostre bimbe. Se intendiamo seminare, i semi devono essere ben germogliati, dobbiamo basarci sul calendario lunare (ne trovate uno nel n. 1/2014 di Soft Secrets), mettere i semi tra due fogli di carta da cucina umidi (non bagnati) e due piatti (perché non filtri la luce). Devono ricevere abbastanza calore, quindi, una soluzione low-cost è posizionarli sopra al frigo.

Una volta che i semi sono germogliati, è ora di piantarli nel terreno che abbiamo preparato. Prima di metterli nella terra, possiamo prendere un sacco di terriccio per piante di buona qualità, scavare un buco sufficiente per contenere una trentina di litri e versarlo tutto. Ora le nostre piantine possono essere messe nella terra. Copriamo quindi tutta la superficie con uno strato sottile di sfere di argilla espansa per evitare che lumache e chiocciole passeggino per il nostro giardino, che il terreno subisca perdite non necessarie di umidità dovuta all’evaporazione e che non si creino solchi o buchi nel suolo quando innaffiamo. Se abbiamo preferito le piante da invaso, possiamo comunque collocare la superficie di sfere di argilla.

Fase vegetativa

Per prima cosa dobbiamo consentire lo sviluppo di un sistema radicale denso e forte e, a tale scopo, è necessario uno stimolatore di radici. Se abbiamo utilizzato delle talee, possiamo impiegarlo sin dalla prima irrigazione. Se invece abbiamo scelto i semi, è consigliabile partire dalla seconda. Due sono gli aspetti principali da ricordare, ovvero che è sempre meglio usare una quantità inferiore di prodotto rispetto a quella indicata sulla confezione (è più facile correggere) e che in outdoor si irriga al massimo due volte la settimana. Applicheremo, quindi, lo stimolatore di radici le prime due settimane, prima di iniziare con l’alimentazione per la crescita.

Per questa alimentazione, aggiungeremo all’acqua di irrigazione un’emulsione di pesce (in questo caso di Plagron), una di alghe (rafforza la pianta e favorisce la fotosintesi) e un po’ di BN Xcel di Bionova. Alternate all’irrigazione, le emulsioni di alghe sono anche molto valide se applicate sulle foglie.

A metà di questa fase, una buona potatura di un terzo della pianta verso il basso farà in modo che la maggior parte dell'energia si distribuisca verso i rami superiori (che sosterranno i futuri germogli) ed eviterete che parassiti o vermi possano salire lungo i rami da terra.

Fase di fioritura

Quando inizieremo a vedere dei peletti in corrispondenza dei gomiti dei rami, sarà il segno che la pianta inizierà presto la fioritura. È giunto quindi il momento di una seconda potatura interna per ossigenare le piante e favorire il circolo d’aria. Per questo, toglieremo le foglie e i piccoli germogli più vicini al tronco principale.

Stiamo ancora seguendo il sistema di nutrizione vegetativa e non lo cambieremo fino a quando la pianta non sarà entrata in piena fioritura, ovvero quando non ci sarà solo un germoglio con due o tre peletti, ma si sarà formata della peluria bianca attorno alla zona di germogliazione. Cambieremo allora gli integratori all’acqua di irrigazione e useremo Alga Flora, con un po’ di Green Sensations o, in assenza, Bio Bloombastic, la stessa emulsione di alghe della fase di crescita, e un po’ di Flavor di Atami (che contiene melassa di barbabietola e aiuta la pianta a rafforzarsi e sviluppare di più e meglio le sue qualità organolettiche specifiche). Ricordiamo che è sempre meglio usarne meno e correggere in seguito e che i prodotti si aggiungono all'acqua (non si mescolano e poi si versa l'acqua). Misurare sempre il pH della nostra miscela e correggerla se necessario è prioritario ed essenziale. Se vogliamo affinarla, possiamo usare un misuratore per l’EC, anche se i più esperti possono farne a meno per le coltivazioni outdoor.

Almeno dieci giorni prima del raccolto, sospendiamo l’utilizzo dei prodotti e irrighiamo solo con acqua pulita a pH corretto. Se vogliamo, possiamo aggiungere degli enzimi per trasformare qualche residuo dei nutrienti che possa essere rimasto nel terreno. In alcuni casi, se restano molti residui che diventano assimilabili per la pianta, questa si mangia quello che avanza negli ultimi giorni e non è un male, al contrario, ma allora è necessario allungare un po' i lavaggi.

Controllo e prevenzione dei parassiti

Per evitare i parassiti è necessario ricordare sempre che delle piante sane si difendono meglio. Funziona proprio come per gli esseri umani. Chi è il primo a prendersi l'influenza? Chi si alimenta male o ha le difese basse. Delle piante sane, quindi, sono sinonimo di una risposta ferma contro gli invasori. Rispetto a quanto precedentemente indicato in questo articolo, seguendo le fasi descritte, si otterrà un buon piano nutrizionale che le piante assimileranno senza problemi e vedremo le nostre bimbe crescere sane e rigogliose. Nonostante questo, però, abbiamo deciso di fornire ugualmente qualche consiglio parallelo al trattamento abituale da giardino per prevenire meglio qualunque attacco di parassiti o funghi.

In primo luogo, possiamo delimitare l’area di coltivazione con qualche prodotto biodegradabile specifico per vermi che, insieme alle sfere di argilla sulla superficie e alla potatura delle parti basse, eviterà che vermi, lumache e chiocciole entrino nel nostro “Giardino dell’Eden” e passeggino da una pianta all'altra, rosicchiandole o deponendo le uova. Ad ogni modo, non è quanto di peggio ci possa capitare. In caso di attacco, con un bastoncino e un po’ di pazienza possiamo allontanare gli invasori a mano.

Se abbiamo optato per le talee invece dei semi, possiamo piantare direttamente solo quelle di primissima mano e che sappiamo essere pulite e libere da parassiti. In caso contrario, urge agire con prontezza. Non facciamoci problemi a buttare una talea che sembra che abbia o abbia avuto qualche malattia o che semplicemente non attecchisca con la stessa forza delle sue sorelle. Un cattivo inizio può determinare come sarà il resto del processo di coltivazione. Possiamo risparmiarci diversi grattacapi eliminando il problema alla radice. Spesso le talee sembrano sane, ma nascondono invece qualche parassita o malattia latente. Per evitare questi casi e di essere presi di sorpresa, vi consigliamo di fumigare le talee prima di metterle in terra. A questo punto, molti si permettono il lusso di usare un insetticida/acaricida più forte di quello abituale, dato che abbiamo ancora l’intero processo di coltivazione perché se ne perda qualunque traccia o residuo.

Una volta all’opera, possiamo applicare un’irrigazione fogliare con una miscela di olio di neem a scopo preventivo. In nessun caso continueremo ad applicare l'irrigazione fogliare entrati nella fase di fioritura. Questo metodo può essere molto utile per gli insetti e i parassiti in generale, ma non evita che si possano verificare attacchi di agenti patogeni, come la brotytis o l’oidio. L’unico aspetto positivo è che è molto raro che si vedano insieme su una stessa pianta, essendo vicendevolmente incompatibili. In caso di brotytis, l’opzione migliore è potare e togliere dalla pianta tutte le parti dei germogli infettate (o il germoglio intero). Osserveremo quindi l’interno del germoglio per vedere cosa troviamo, ma non raccogliete mai una pianta malata, perché non è affatto salutare fumare la combustione di funghi secchi (posso provocare gravi malattie respiratorie). In presenza di oidio, una soluzione classica per il mal bianco è una miscela di acqua e bicarbonato (un cucchiaio per ogni litro d'acqua) da spruzzare sulle zone infette. Ricordate di non spruzzare nulla né di bagnare le foglie in fase di fioritura, dato che l'acqua accumulata nei germogli aumenterebbe la probabilità che si sviluppino altri funghi.

Mini serre

Si tratta di una buona soluzione per l’autocoltivazione outdoor con circa quattro piante. Possiamo preparare la nostra mini serra e metterla e toglierla in caso di bisogno. L’obiettivo di una serra è proteggere le piante, nel nostro caso dalla pioggia di fine inverno/inizio autunno, poco prima del raccolto, quando sono ricolme di germogli. Abbiamo già detto cosa accade quando si bagnano i germogli, non vogliamo quindi che la pioggia li inzuppi e si sviluppino dei funghi. A questo scopo, quando costruiremo la nostra mini serra personale, ci dovremo imporre delle regole ben chiare perché un progetto mal fatto potrebbe comportare un pericolo per le nostre piante.

Una struttura solida è essenziale, qualcosa che si possa ancorare bene al terreno e che non sia spazzata via dal vento. È molto importante montare un tetto resistente e ben teso, che non formi sacche di acqua. Deve avere una buona areazione e, per questo, lasceremo libere le parti più in basso e quella della parete in prossimità del tetto. Dobbiamo verificare anche l'umidità al suo interno perché, se eccessiva, significa che non è ben ventilata. Se ha piovuto, non la montate, perché i germogli sono già bagnati e non si asciugherebbero a dovere.   

E
Exitable