Cannabis contro la sclerosi multipla

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15 Sep 2014

Studio italiano conferma gli effetti benefici della cannabis contro la sclerosi multipla


Studio italiano conferma gli effetti benefici della cannabis contro la sclerosi multipla

Una conferma dell'efficacia della cannabis nell'alleviare i sintomi della sclerosi multipla arriva dal congresso congiunto ACTRIMS/ECTRIMS, le società americana ed europea per lo studio della malattia.

La spasticità è fra i sintomi che compromettono la qualità di vita di questi pazienti; più spesso, almeno inizialmente, interessa gli arti inferiori «è una questione di probabilità - spiega Letizia Leocani dell'Istituto di neurologia sperimentale dell'Ospedale San Raffaele di Milano, uno degli autori dello studio presentato al congresso -. Più lunghe sono le vie nervose e più facile è che la malattia le colpisca». Si era già dimostrato che i cannabinoidi sono efficaci nel migliorare i sintomi lamentati dai pazienti, tanto è vero che il loro impiego è già stato approvato in numerosi Paesi, inclusa l'Italia.

La ricerca
«La novità del nostro studio è che l'effetto sulla rigidità degli arti inferiori è stato documentato in modo oggettivo dai neurologi ricorrendo a un'apposita scala di valutazione» spiega la ricercatrice. Finora infatti gli studi condotti per verificare l'efficacia di questa terapia si basavano su una valutazione soggettiva dei pazienti.
I malati venivano cioè invitati a esprimere su una scala da 0 a 10 il loro stato di benessere prima e dopo l'uso del farmaco. Nella ricerca italiana si è cercato di rendere questa valutazione oggettiva. Sono stati 43 i pazienti reclutati nella ricerca: una parte ha ricevuto il farmaco attivo somministrato in forma di spray orale, mentre i rimanenti hanno effettuato spruzzi di placebo. La riduzione della spasticità valutata dai neurologi è stata nettamente superiore in coloro che venivano trattati con l'estratto di cannabis.

Niente equivoci con il «fumo»
«Che è che però diverso dalla cannabis che si fuma - tiene a precisare la ricercatrice -. In primo luogo per il fatto che viene somministrata come spray da spruzzare sulle mucose della bocca per cui il tempo impiegato dalla sostanza cannabinoide per raggiungere il sistema nervoso è più lungo di quello impiegato dai cannabinoidi assunti col fumo. Inoltre nel farmaco la composizione fra i diversi cannabinoidi è bilanciata per cui la sostanza nota per produrre gli effetti allucinogeni (il THC Tetraidrocannabinolo) è bilanciata dall'altro cannabinoide presente, il cannabibiolo, che ne contrasta gli effetti allucinogeni». Lo studio non è riuscito invece a chiarire grazie a quali meccanismi la cannabis produce i suoi effetti positivo sui sintomi della malattia.

 

 

 

Fonte: Corriere.it

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