A gusto e anche ad effetto

Exitable
15 Sep 2014

Bene, finisce l'estate e gli armadi tornano a riempirsi... di costumi, di camicie a fiori di cui normalmente ci si vergognerebbe ma soprattutto gli armadi tornano a riempirsi di piante. Sono in molti coloro che decidono, sia per andare in vacanza senza pensieri e sia per temperature troppo alte, di smettere di coltivare durante l'estate. A settembre ricomincia la routine dei lavoratori e ricomincia la routine del grower: si pianta di nuovo. Molti scelgono lo strain in base al contenuto di cannabinoidi, altri guardando i cannabinoidi espressi, ma la maggioranza continua a scegliere secondo il proprio gusto.


Bene, finisce l'estate e gli armadi tornano a riempirsi... di costumi, di camicie a fiori di cui normalmente ci si vergognerebbe ma soprattutto gli armadi tornano a riempirsi di piante. Sono in molti coloro che decidono, sia per andare in vacanza senza pensieri e sia per temperature troppo alte, di smettere di coltivare durante l'estate. A settembre ricomincia la routine dei lavoratori e ricomincia la routine del grower: si pianta di nuovo. Molti scelgono lo strain in base al contenuto di cannabinoidi, altri guardando i cannabinoidi espressi, ma la maggioranza continua a scegliere secondo il proprio gusto.

Bene, finisce l'estate e gli armadi tornano a riempirsi... di costumi, di camicie a fiori di cui normalmente ci si vergognerebbe ma soprattutto gli armadi tornano a riempirsi di piante. Sono in molti coloro che decidono, sia per andare in vacanza senza pensieri e sia per temperature troppo alte, di smettere di coltivare durante l'estate. A settembre ricomincia la routine dei lavoratori e ricomincia la routine del grower: si pianta di nuovo. Molti scelgono lo strain in base al contenuto di cannabinoidi, altri guardando i cannabinoidi espressi, ma la maggioranza continua a scegliere secondo il proprio gusto.

Tutti abbiamo iniziato con un seme di una particolare seed bank e poi siamo passati alle varietà considerate da coppa (quelle che hanno vinto cannabis cups negli ultimi mesi) per poi andare a piantare, magari dopo numerose prove, lo strain che più ci piace. La scelta secondo me va affrontata dal giusto punto di vista: un utente ludico deve scegliere a gusto mentre un utente terapeutico deve scegliere in base all'effetto.

In genere, quando si va a scegliere la varietà in base all'effetto, la scelta comincia da indica o sativa: quale delle due famose famiglie si andrà a piantare è generalmente la prima scrematura che si fa, basandosi sull'effetto ricercato grazie ai diversi cannabinoidi espressi nella resina dello strain coltivato. Sempre va tenuto a mente che esistono anche gli ibridi che possono riunire in uno strain le potenzialità energizzanti delle sative (l'high) con gli effetti chiari delle indiche (lo stone). 

Quando mi chiedono che erba preferisco per la mattina e quale per la sera non so mai rispondere perchè personalmente non apprezzo le sative in purezza e a volte mi trattengo dal dire: «Guarda un bell'indicone spaccacervello alla mattina è la medicina per le giornate nere». Non sarebbe la miglior scelta, certamente, per un fumatore non incallito come me... Di sicuro la mia risposta non includerà mai delle autofiorenti: non sopporto il battito in testa e il sapore delle ruderalis che ancora incontro in innumerevoli strain automatici presenti sul mercato. Se potessi fumerei tutto il giorno quelle prelibatezze che acclamano alto contenuto di CBD, ma io sono un utilizzatore prevalentemente ludico e, fortunatamente, non ho dolori cronici da sconfiggere quindi posso anche passare ad altri strain senza soffrirne molto.

Chi deve scegliere la varietà da coltivare deve sempre tenere conto di quale effetto in realtà si sta andando a ricercare. Una indica, una sativa, una ruderalis o un ibrido eventualmente di ultima generazione, magari ad alto contenuto di CBD. Ma come? Premetto che esistono gli ibridi indica/sativa appunto per equilibrare ed offrire un più ampio spettro d’azione a livello di terpenoidi e, premesso che con ruderalis si intende un ceppo di Canapa auto fiorente rustica proveniente dal profondo nord (Siberia), chiariamo un poco il concetto di indica e sativa, così da poter meglio scegliere. 

La indica viene dall’Asia meridionale, identifichiamo un areale di provenienza che va dal Pakistan al Bangladesh includendo tutta la penisola indiana, dove gli esemplari autoctoni riuscivano a fiorire con un periodo di fioritura intorno alle sette o otto settimane, con uno stretching molto contenuto ad inizio fioritura. Le foglie palmate sono di un colore generalmente più scuro rispetto alla media delle varietà di Canapa diffuse e le piante di varietà indica sono esemplari bassi, tozzi e robusti con uno scarso stretching e una fioritura molto compatta con grosse cime, compatte e dure. La resina é decisamente un prodotto ad effetto soporifero.

Una varietà indica resiste meglio ai piccoli stress e agli errori del coltivatore indirettamente grazie alla sua vita più breve e quindi meno esposta a muffe e patogeni che potrebbero attaccare le varietà con fioriture molto più lunghe. D'altronde, più tempo rimane in campo un'infiorescenza e più tempo hanno le muffe per arrivare, attaccare e compromettere il raccolto. Inoltre una varietà indica è ciò che possiamo assimilare al concetto di “erba da fumare”, che può andare benissimo sia per i neofiti sia per i fumatori più anziani, quindi alla ricerca di un imprecisato effetto di rilassatezza generalizzato misto al relax mentale. 

L’effetto di una varietà indica è lo stone, quella sensazione di pesantezza corporea dovuto ad un profondo effetto miorilassante esercitato dai terpenoidi della Canapa. Assumendo indica si può arrivare all’addormentamento per via della sua azione soporifera ad alti dosaggi. Chiaramente anche ammazzandosi di canne di Super Lemon Haze si finisce sul divano addormentati, ma meno velocemente e senza accusare l'effetto che gli anglofoni definiscono "couchlocking" (lucchettato al divano). Una ridotta nausea e un aumentato appetito sono gli effetti collaterali dovuti all’assunzione e sono forse i più ricercati in ambito farmaceutico proprio per contrastare la nausea dovuta ai farmaci chemioterapici e per stimolare la ripresa dell’appetito in pazienti affetti da inappetenza tipica di questi medicinali.

Non va dimenticato che la canapa autoctona ad alto contenuto di THC è stata identificata come originaria del Kerala, io non sono mai stato in India, ma sicuramente andrò a cercare semi, oltre che charas indiana.

La sativa invece proviene dalle zone equatoriali del nostro pianeta come il sud-est asiatico e l'America centrale, dove nascono le grandi sativone pure, piante dalla fioritura lunghissima e dal forte stretching che le caratterizza. Il loro portamento e in generale la loro fioritura, sono dovuti alla latitudine che implica una differente durata delle stagioni e quindi una risposta di adattamento differente. Quindi una sativa fiorisce in più tempo? Una sativa pura può impiegare sino a 14 settimane per completare la propria fioritura dando origine alla forma ben conosciuta. 

Una sativa in fioritura si presenta come esile e molto alta, dalle cime dense ma distribuite lungo il fusto. Diciamo tra coltivatori che la sativa è la Dr. Grinspoon delle indiche. Questo adattamento, un grande stretching per distanziare tra loro i fiori, è il risultato di pressioni selettive naturali per creare l’individuo migliore e più resistente agli attacchi dei patogeni lungo tutte le 10-15 settimane di fioritura. È facile capire uno stretching così vistoso a fronte di così tante settimane di fioritura, cosa che rende difficoltose le sative ai principianti che potrebbero perdersi nel mezzo di una fioritura così lunga. Una pianta con una fioritura così lunga deve necessariamente aprire le proprie infiorescenze, così da lasciar passare più aria tra i suoi fiori e contrastare l'insorgenza di muffe che ben sappiamo nascono facilmente là dove si hanno i ristagni d'aria.

L’effetto delle sative è molto particolare, basta assumerne almeno una 0,5 per rendersi conto subito della differenza con un’indica. Una sativa agisce prettamente sulla testa, dando l’effetto di apertura mentale e innalzata creatività tanto ricercato dagli “old stoners” (ossia i vecchi fumatori di una volta) che hanno smesso di stonarsi di Indicone con un’ottima componente ansiolitica e antidepressiva. L’effetto di una sativa è denominato “uplifting" proprio perché, agendo come stimolante mentale, non provoca effetti di eccessivo rilassamento corporeo dei muscoli. Il consumatore meno esperto potrebbe non apprezzare l’effetto stimolante della sativa, perciò prima di passare ad un prodotto fortemente sativa consiglio di assaggiarne un po’ per evitare di ritrovarsi tra le mani un’erba che, come mi son sentito dire più volte, "non ti fa" oppure "mi tiene sveglio".

La Ruderalis, invece, proviene invece dalla steppa siberiana dove, ad altissime latitudini e a causa della brevità della stagione favorevole alla fioritura, è stata costretta dalla natura a sviluppare una fioritura brevissima e non fotoperiodica. La selezione naturale ha fatto in modo che ad un certo punto sopravvissero solo quegli individui la cui fioritura risultava di breve durata e soprattutto slegata dalla lunghezza della notte.

Le ruderalis sono le autofiorenti per capirci. Il contenuto di principi attivi, sebbene vario, è sempre stato abbastanza povero, tanto che numerosi malati affermano di non trovare giovamento dal consumare varietà autofiorenti. Dobbiamo la comparsa di autofiorenti, valide e paragonabili ai migliori ibridi indica/sativa, grazie alle seedbank e ai breeders che negli ultimi anni si sono prodigati incrociando le prime autofiorenti sino a creare le auto fiorenti moderne che piano piano, generazione dopo generazione (o meglio, incrocio dopo incrocio) vanno arricchendo la propria resina di qualità.  Consumare una ruderalis è decisamente faticoso, a cominciare dal mal di testa caratteristico dell’abbondanza di cannabinoidi secondari. Inoltre consumare autofiorenti porta inevitabilmente ad identificare un sapore come "ruderalis" e ad evitarlo automaticamente, parola di grower fumatore.

Il fatto di essere autofiorente significa solamente non dipendere dalla lunghezza delle notti per iniziare a fiorire. Se le varietà classiche hanno avuto bisogno sinora di una notte lunga per entrare in fase di fioritura, diversamente le autofiorenti hanno una sorta di timer interno che le porta a fiorire dal diciottesimo giorno dall’emergenza. Non me ne vogliano i più esperti, ma ho dovuto chiarire con parole semplici e generali. Ho sempre sentito sostenere, soprattuto nei growshop, la facilità di coltivazione delle autofiorenti: non bisogna preoccuparsi della luce che entra nella grow, non bisogna cambiare fotoperiodo, perché – ricordo ai lettori – la luce durante la notte, anche in modestissime quantità, è la causa dello stress tanto temuto che provoca la manifestazione dell'ermafroditismo.

Una quarta categoria di cannabis ora disponibile alla scelta si tratta della categoria delle erbe ad alto contenuto di CBD. Indipendentemente dall’essere indica o sativa o ruderalis, il fatto di produrre CBD in quantità accettabili (oltre il 5%) implica almeno due settimane in più fioritura. Grazie CBG ma cosa me ne faccio del CBD che a leggerlo sembra tuo fratello?

Il CBD, acronimo di Cannabidiolo, è un metabolita della canapa di una via metabolica parallela a quella di sintesi del THC, dove però l’ultimo passaggio è mediato dall’enzima CBDAsintasi anziché dall’enzima THCAsintasi. Nel corpo umano il CBD ha affinità verso i recettori GPR55, CB1 e CB2, il che lo rende un antagonista degli effetti del THC nonché un ottimo antidolorifico, miorilassante, sedativo, ansiolitico, antinfiammatorio, anti-discinetico, anti-epilettico e broncodilatatore. Inoltre ultimamente sono stati scoperti effetti di apoptosi sulle cellule tumorali in varie forme di tumore umano. 

Lo studio della genetica, grazie proprio ai famosi genetisti come Shantibaba, ha portato ad avere genetiche lontanissime dalle originarie quattro varietà conosciute agli albori. Genetiche come la Super Skunk ormai cedono il posto a nuovi incroci migliori, figli – o meglio nipoti – di grandi campioni, a causa del sapore più interessante, dell’effetto migliore o del comportamento durante la fioritura.

A mio modesto parere  per avere un prodotto realmente  superiore bisogna cercare le ultime notizie sui forum online di appassionati e growers, dove è possibile realmente discernere quale genetica è migliore rispetto alle altre. Come genetica “migliore” intendo la più produttiva, dal più alto contenuto di terpenoidi (principi attivi, oli eterici, etc etc) che si traduce in pratica in un migliore e più completo sapore e in un effetto superiore in termini di qualità e durata. Una genetica per intenderci è superiore se, oltre a tutto ciò che ho elencato, è anche riproducibile: nel senso che ognuno dei semi di quella varietà devono darmi individui uguali e dalle medesime caratteristiche perché il mercato s’è stancato delle meteore. Una meteora è una genetica con 4 fenotipi buoni e uno rarissimo e buonissimo, così raro che se non si tiene una madre non lo si ritrova più.

Alla luce di ciò, una volta capite le varietà d’erbe e l’effetto che le contraddistingue, resta da informarsi bene sulle varietà scelte NON affidandosi ai cataloghi dei produttori, bensì cercando feedback e report da parte di utenti che le abbiano provate e, se possibile, che abbiano dell’esperienza e delle conoscenze tecniche. Il punto di riferimento dev’essere il sito www.seedfinder.eu dove si possono confrontare i pedigree di ogni varietà presente in vendita sul mercato e i relativi incroci e discendenze.

Purtroppo ci vogliono almeno 3 mesi per poter giudicare un seme comprato, perciò la scelta della genetica deve essere oculata per evitare di trovarsi un prodotto dozzinale che tanto impegno ha portato via e poca soddisfazione ha lasciato. Sarà poi l’esperienza che dirà quale genetica è più stabile, più buona e in definitiva è la migliore. In campo agrario la scelta genetica è il 70% della resa, ma dopo quest'articolo la confusione dei grower è al 100%. Buon ritorno dalle vacanze, che per noi grower significa ricominciare a coltivare!

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