Cannabis terapeutica: pronto un disegno di legge

Exitable
22 Aug 2014

Curarsi con la cannabis in Italia è una possibilità sancita per legge dal 2006 e praticabile dal 2007, eppure lo scorso anno solo 60 pazienti hanno potuto importare i farmaci necessari alle loro cure. Nonostante la richiesta sia altissima – e cresca esponenzialmente con l’aumentare di informazioni ed associazioni per la promozione della cannabis per uso terapeutico –, e nonostante ad oggi quasi la metà delle regioni italiane (Puglia, Toscana, Veneto, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Sicilia, Umbria) abbia adottato specifiche delibere per regolare la distribuzione e la somministrazione, manca ancora nel nostro paese una chiara direzione istituzionale in materia di trattamenti a base di cannabis. Qualcosa però pare muoversi anche a Roma, almeno a parole.


Curarsi con la cannabis in Italia è una possibilità sancita per legge dal 2006 e praticabile dal 2007, eppure lo scorso anno solo 60 pazienti hanno potuto importare i farmaci necessari alle loro cure. Nonostante la richiesta sia altissima – e cresca esponenzialmente con l’aumentare di informazioni ed associazioni per la promozione della cannabis per uso terapeutico –, e nonostante ad oggi quasi la metà delle regioni italiane (Puglia, Toscana, Veneto, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Sicilia, Umbria) abbia adottato specifiche delibere per regolare la distribuzione e la somministrazione, manca ancora nel nostro paese una chiara direzione istituzionale in materia di trattamenti a base di cannabis. Qualcosa però pare muoversi anche a Roma, almeno a parole.

Curarsi con la cannabis in Italia è una possibilità sancita per legge dal 2006 e praticabile dal 2007, eppure lo scorso anno solo 60 pazienti hanno potuto importare i farmaci necessari alle loro cure. Nonostante la richiesta sia altissima – e cresca esponenzialmente con l’aumentare di informazioni ed associazioni per la promozione della cannabis per uso terapeutico –, e nonostante ad oggi quasi la metà delle regioni italiane (Puglia, Toscana, Veneto, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Sicilia, Umbria) abbia adottato specifiche delibere per regolare la distribuzione e la somministrazione, manca ancora nel nostro paese una chiara direzione istituzionale in materia di trattamenti a base di cannabis. Qualcosa però pare muoversi anche a Roma, almeno a parole.

Sbloccare l’impasse che nega ai pazienti la libertà di scegliere come curarsi è lo scopo del disegno di legge sulla cannabis terapeutica promosso dal senatore PD Luigi Manconi e presentato lo scorso mese davanti alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei Diritti umani del Senato. Semplificazione dei meccanismi per la produzione, agevolazioni alle importazioni, semplificazione delle prescrizioni e dispensazioni di farmaci cannabinoidi e specifica formazione degli operatori sanitari sui princìpi attivi della pianta cannabis: sono solo alcuni dei punti contenuti nella proposta, che offre anche due alternative rapide ed economiche al problema della produzione, dal momento che nel nostro paese nessuna azienda farmaceutica ha mai fatto richiesta di licenza per produrre questi farmaci. 

La prima è incaricare «attraverso un protocollo tra Ministero della difesa e Ministero della salute, lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, che – spiega Manconi – già prepara diverse tipologie di materiali sanitari, farmaci e presidi chirurgici di produrre medicinali cannabinoidi per i pazienti italiani»; la seconda è quella della “vecchia scuola”, già adottata con successo negli Usa e in alcuni paesi europei: espressa legittimazione della coltivazione di queste piante per farne uso personale, in relazione ad esigenze terapeutiche proprie, dei propri congiunti o conviventi.

L'impiego di farmaci a base di cannabinoidi per il trattamento del dolore, laddove la normale terapia analgesica fallisce per resistenza dell'organismo o per semplice inefficacia, è tra gli argomenti di dibattito più accesi per quanto riguarda il Sistema Sanitario, non solo italiano. Sebbene l'attesa fosse molta, la nuova legge sulle droghe ha scansato bellamente il problema, lasciando che – nel caso – la materia sia regolata con una legge ad hoc. Ci auguriamo che la proposta del senatore Manconi, di concerto con le associazioni “Luca Coscioni” e “A Buon Diritto”, possa presto essere presa in esame dal Parlamento. Ad oggi però, purtroppo, il disegno di legge non è stato ancora calendarizzato. Come si suol dire, chi vivrà, vedrà. Peccato che, in questo caso, suoni terribilmente ironico.

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