Compitino per agosto: la sindrome di Ulisse

Soft Secrets
18 Aug 2014

Oggi partiamo da una tesi semplice. Se si avversa qualcosa e non si agisce per modificare le condizioni che la causano, o si hanno altre priorità più impellenti o forse non ci è davvero sgradevole.


Oggi partiamo da una tesi semplice. Se si avversa qualcosa e non si agisce per modificare le condizioni che la causano, o si hanno altre priorità più impellenti o forse non ci è davvero sgradevole.

Oggi partiamo da una tesi semplice. Se si avversa qualcosa e non si agisce per modificare le condizioni che la causano, o si hanno altre priorità più impellenti o forse non ci è davvero sgradevole.

La riflessione odierna contempla il fatto che a parte non conferire le deleghe per le funzioni relative alle politiche antidroga, riservandole a se stesso, subito dopo aver visto passare sul fiume il cadavere della Fini-Giovanardi, il nostro giovane premier Matteo Renzi non abbia preso una posizione concreta (dalle parole discendono i fatti) sul tema del traffico di stupefacenti.

Tale constatazione può farci dunque pensare che ne convida l'utilità sociale restando, soprattutto in un momento di tragedia del lavoro, comunque un impiego per molti, spesso ben retribuito, anche se solo ai livelli più alti e volendo ben vedere stabile, salvo le cicliche retate. Un sociologo del lavoro potrebbe ben dire: " Mediamente e non meno comunemente precario rispetto alla complessità del panorama lavorativo attuale".

Restando invece, la priorità del cammino renziano il rilancio del paese, può essere che si interroghi sul fatto che piantare grane a chi, anche se informalmente, porta la pagnotta a fine mese, non debba essere per forza un obbligo, nel senso anglosassone di must, da risolversi fra quelli ai vertici dell'Agenda di governo.

Date per valide queste ragioni, su un punto non posso e me ne voglio, mio malgrado che restare perplesso. Dopo aver visto il nostro premier comodamente ritratto dalla prima pagina di "Gente", il giornale delle nonne italiane, non mi spiego il suo agire da " Non più ti demandare e passa".

In quest'immagine era l'accaldato, ma diligente boy scout della sua giovinezza. Siamo d'accordo che la morale cattolica sottointesa a questo tipo di formazione extra scolastica avrebbe dovuto inculcare fra i suoi valori soprattutto e indiscutibilmente quello della salvaguardia morale dei futuri boyscout, credo questo sia pacifico. Ecco allora, sento forte il dover di richiamare il nostro primo ministro sul fatto che durante la giornata-tipo degli adolescenti svolge un ruolo evidente, anzi dirompente, la cosidetta sindrome di Ulisse: essi sono fisiologicamente attratti dal magnetismo delle cose sconosciute. Ed è proprio lì che la Droga li aspetta al varco, proprio appena fuori la soglia dell'oratorio.

Indifesi e curiosi.
Allora Renzi e veniamo al dunque, se a parte le foto, in questo agosto vorrai sentire prevalere il tuo passato boy scout, piuttosto che il tuo presente picciotto, che fa cioé gli interessi - o non cerca di nuocere- delle organizzazioni che lucrano sul traffico di stupefacenti; non ti domando di studiare l'impatto della legalizzazione delle droghe (ma quando cominciamo con la cannabis?) sulle loro economie di scala, ma almeno una mezzoretta dedicala a preparare una campagna di informazione scolastica che spieghi agli alunni teenagers, dettagliatamente, ed in particolare obbligatoriamente, cosa queste sostanze stupefacenti siano. L'obbligo di studiarle le farà venire a noia, come diceva Flaiano per il comunismo, e vedrai che sottraendo i possibili se dai probabili ma e sommando i variabili deduco agli irriducibili quindi, avrai reso servizio alle prossime generazioni, sentendosi sempre un vero lupetto, ma degno dei tempi che vivi.
In fondo la droga che noia!

 

 

Fabrizio Dentini, autore del libro “Canapa Medica. Viaggio nel mondo del farmaco proibito.”

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