Coltivava in casa, assolto

Exitable
11 Jul 2014

Dopo 7 anni viene assolto dall'accusa di coltivazione domestica


Dopo 7 anni viene assolto dall'accusa di coltivazione domestica

Oggi la Corte d'Appello di Cagliari ha assolto D.D., assistito dal legale Giovanni Battista Gallus, imputato per la "coltivazione domestica" di due piante di canapa indiana nella propria abitazione dell'hinterland cagliaritano.

La vicenda processuale è iniziata ad agosto del 2007. L'imputato era stato assolto, una prima volta, dal Tribunale di Cagliari. La sentenza di settembre dello stesso anno, infatti, era stata emessa dal giudice Giuseppe Pintori sul presupposto che si trattasse di coltivazione domestica, equiparabile all'uso personale e, pertanto, priva di rilevanza penale.

La sentenza aveva avuto un rilevante clamore mediatico, tanto da aver superato il caso locale ed essere stata riportata dalle televisioni e da diverse testate nazionali (per es: Corriere e La Repubblica).

In seguito la Procura Generale di Cagliari aveva proposto ricorso, accolto dalla Cassazione (Sez VI, con sentenza 04/05/10 n.16843) che aveva annullato l'assoluzione. Infatti, era intervenuta una sentenza delle Sezioni Unite(24 aprile 2008, ricorrente Di Salvia), che ha stabilito il principio secondo cui costituisce condotta penalmente rilevante qualsiasi attività non autorizzata di coltivazione di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, anche se per uso personale. Per la Cassazione era irrilevante, ai fini della sussistenza del reato, la distinzione tra coltivazione tecnico-agraria e coltivazione domestica.

La Corte, annullando l'assoluzione in conformità a quanto stabilito dalle sezioni unite, aveva però precisato: "spetta al giudice di merito verificare se la condotta accertata sia assolutamente inidonea a porre a repentaglio il bene giuridico protetto; con la precisazione che la condotta è "inoffensiva" se il bene tutelato non è stato leso o messo in pericolo anche in grado minimo; e, nello specifico reato qui considerato, se la sostanza ricavabile dalla coltivazione non è idonea a produrre un effetto stupefacente in concreto rilevabile".

Il Tribunale di Cagliari, a seguito dell'annullamento, condannava D.D. alla pena di mesi sei di reclusione e 1.400 euro di multa, sostenendo che, appunto, la coltivazione di due sole piante fosse comunque tale da integrare il reato contestato. La condanna è stata nuovamente appellata dal difensore Giovanni Battista Gallus, il quale ha sottolineato - in particolare - come mancasse qualsiasi prova in concreto dell'offensività della condotta, per la coltivazione di due sole piante. E oggi la seconda sezione della Corte d'Appello di Cagliari ha assolto il D.D. dal reato perché il fatto non sussiste. Le motivazioni si conosceranno tra quindici giorni.

 

 

 

Fonte: Casteddu online

 

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