Distrubutori di cannabis in Colorado

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17 Apr 2014

Sarà in grado di riconoscere l'età della persona, potrà essere usato per scopi terapeutici


Sarà in grado di riconoscere l'età della persona, potrà essere usato per scopi terapeutici

DENVER - Il primo distributore di marijuana, Zazzz, sarà presto impiantato in Colorado. Capace di riconoscere l'età della persona: potrà essere usato per scopi terapeutici tramite una card rilasciata dal medico.
Il nuovo distributore di marijuana assomiglia in tutto e per tutto a un apparecchio di quelli da cui far scendere bibite e merendine, ma avrà la particolarità di individuare i dati biometrici del paziente, le ricette mediche e la sua tessera sanitaria.
"I prodotti andranno direttamente dal laboratorio alla macchina - spiega Greg Honan, proprietario di un dispensario di Eagle-Vail, in Colorado - . Non vi sarà così possibilità di furti da parte di pazienti o impiegati né perdita della tracciabilità per l'inventario".
La macchina è stata concepita anche per evitare errori nelle dosi di marijuana o possibili eccessi. Avere accesso alla sostanza però non sarà affatto semplice perché l'accesso sarà subordinato alla presentazione di un documento di identità in corso e di un'apposita card rilasciata ai pazienti che dovranno avvalersi della marijuana a fini terapeutici.
La nascita di Zazzz è conseguente all'approvazione del tetraidrocannabinolo, una forma sintetica del principio attivo, conosciuto come THC, per il trattamento di effetti collaterali della chemioterapia, anoressia indotta dall'AIDS, nausea, e altre malattie.
Non più di un anno fa inoltre, uno studio multicentrico coordinato da medici di Philadeplhia, ha provato che l'uso di marijuana potrebbe migliorare il livello di zuccheri nel sangue, andando ad agire sul rischio di contrarre il diabete, dopo aver scoperto che i consumatori regolari di marijuana (che in America sono quasi 4 milioni), hanno un livello di insulina significativamente più basso a digiuno e presentano meno probabilità di resistenza all'insulina.
Ma la recente ascesa della cannabis per finalità terapeutiche, è fortemente legata anche a una ricerca comparsa l'anno scorso su Science, dalla quale era emersa la scoperta di un "interruttore" capace di interrompere gli effetti del principio attivo della marijuana, il THC.
Secondo lo studio, l'ormone naturale conosciuto con il nome di pregnenolone, si è rivelato in grado di ridurre drasticamente l'effetto psicoalterante del THC, dando agli scienziati la possibilità di curare questo tipo di dipendenza, ma anche quella di sfruttare appieno le proprietà terapeutiche della pianta senza effetti indesiderati sui pazienti.

 


Fonte: Blitz

 

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