Come ti aiuto il narcotraffico

Soft Secrets
05 Nov 2013

Cosa ha prodotto la crociata proibzionista.


Cosa ha prodotto la crociata proibzionista.

Diversi decenni di politiche proibizioniste nei confronti della produzione, del commercio e del consumo di droghe hanno prodotto un vincitore assoluto: il narcotraffico. Miliardi di dollari (e di euro) sono finiti nelle tasche dei trafficanti di tutto il mondo, mettendo a loro disposizione somme ingenti di denaro contante, che sono state reinvestite in molteplici attività economiche. Un pozzo di San Patrizio, creato da stupide leggi. E c'è un perdente altrettanto chiaro.

Gli Stati di tutto il mondo che hanno investito, senza successo, altre ingenti somme nelle politiche repressive. Una buona parte delle forze di polizia sono obbligate, a fronte di delitti ben più gravi e socialmente pericolosi, ad impiegare uomini, tempo e strutture in una vana opera repressiva. Negli Usa, fino a ieri gli ispiratori della repressione su scala mondiale, si calcola che almeno cento milioni di americani abbiano fatto uso di marijuana. Compresi gli ultimi tre presidenti! Eppure alle loro e nostre spalle vi è la storia del proibizionismo e dell'inutile lotta ingaggiata all'epoca dalla polizia americana, conclusasi, questa sì, con la sconfitta dei trafficanti: grazie all'abolizione del proibizionismo stesso.

Sembra difficile negare che alcol (e tabacco) producano danni fisici e dipendenze ben più gravi di molte droghe. Ma gli Stati hanno giustamente preferito venire a patti con queste tipologie di "droghe", lasciando all'individuo e al suo libero arbitrio la decisione di come farne uso e utilizzando i consumatori come fertili vacche da mungere fiscalmente. Ma a forza di registrare fallimenti e arricchire le narcomafie qualche brusca inversione di tendenza comincia a farsi largo. Almeno per quanto riguarda le sostanze percepite come meno impattanti. Le cosiddette droghe leggere, marijuana in primo luogo, consumata in maniera casuale da milioni di persone anche in Italia. In Europa circa tre milioni di persone la consumerebbero giornalmente (European Drug Report).

Negli Usa, per esempio, Maine, Vermont, Montana, Colorado, California, Nevada Washington, Oregon, New Jersey, Rhode Island, Michigan, New Mexico, Alaska e Hawaii ne consentono l'uso medico, compresa la cura dell'insonnia. Idem in Canada. In alcuni di questi Stati il consumo è permesso anche a scopo ricreativo ed un'altra decina di Stati sta per passare legislazioni simili. Il volume d'affari della marijuana "legale" è valutato in circa 1,5 miliardi di dollari, in crescita fino a 6 miliardi, dopo che altri popolosi Stati si sono aggiunti. Tutti soldi sottratti alle mafie. Alcuni centri di ricerca hanno stimato che il risparmio complessivo per gli Usa potrebbe aggirarsi intorno ai 13 miliardi di dollari, fra spese risparmiate dalle operazioni di repressione e ricavi fiscali. Senza contare, ancora una volta, la quota di business sottratta alla criminalità. Né trattasi di politiche solo americane. L'Uruguay ha passato una legislazione molto liberale ed addirittura ha fissato il prezzo di 1 grammo di cannabis a 2,5 dollari con lo scopo di battere il mercato illegale. La Colombia si appresta a fare lo stesso ed il presidente del Messico riconosce il completo fallimento delle vecchie politiche e chiede un'alternativa "market oriented". Tutto il Sudamerica guarda nella stessa direzione, dopo essere stato per anni spinto proprio dagli Usa verso politiche ultra-repressive, che hanno fatto decine di migliaia di morti e consegnato interi paesi alla criminalità.

La polizia inglese ha deciso, con l'appoggio del governo, di "lasciar perdere" di fronte al possesso di piccole quantità. E l'Italia? L'Italia aveva fino a pochi anni fa una legislazione un po' più tollerante. Ma la necessità di fare la faccia feroce ha partorito la Fini-Giovanardi e fatto sì che su 64 mila detenuti totali ben 25 mila siano dentro per queste tipologie di reati. In compenso qualsiasi comico televisivo domanda ai suoi interlocutori con aria sbarazzina «cosa hai fumato questa mattina?». Fosse il caso di darci una mossa e tornare ad essere un Paese un po' più tollerante?

 

 

Fonte: L'Espresso (di Chicco Testa)

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