Prigioni private e lobby anti-cannabis

Soft Secrets
28 Jan 2013

In questa analisi una descrizione degli interessi che muovono le lobby anti-cannabis


In questa analisi una descrizione degli interessi che muovono le lobby anti-cannabis

Esistono vari gruppi di interesse (lobby) che agiscono con l'intento di mantenere illegale la cannabis, soprattutto per mero interesse economico, spesso in maniera molto sottile. Tuttavia, la lobby delle prigioni private, difficilmente può essere accusata di agire in modo sottile. Il rapporto annuale 2010 della Corrections Corporation of America (CCA), il maggiore proprietario e gestore di prigioni degli Stati Uniti, riporta chiaramente la propria posizione:
Qualunque cambiamento nella lotta alle droghe, alle sostanze controllate o all'immigrazione illegale, inciderebbe sul numero di persone arrestate, tenute in custodia e sentenziate, riducendo potenzialmente la domanda di strutture correttive.


Questo modello corrotto viene oggi esportato, con le prigioni private che passano in mano ad investitori stranieri e lobbisti che cercano di conquistare nuovi mercati, come quello canadese. Una delle compagnie attive in questo senso è la Geo Group, il secondo maggiore operatore americano nell'ambito delle prigioni private, le cui sedi registrano un numero bassissimo di violenze e abusi.

 

La corruzione è comune nell'ambito del sistema delle prigioni private
Oltre a spendere milioni per le azioni di lobby, le associazioni che gestiscono prigioni private donano anche ingenti somme ai politici che sostengono la loro causa, non disdegnando la corruzione - come dimostrato dal caso dell'ex giudice Mark Ciavarella, che nel 2011 fu condannato per avere ricevuto oltre 2 milioni di dollari dai centri di detenzione Pennsylvania Child Care e Western PA Child Care per assicurare un flusso costante di giovani da riformare.

 

Per le associazioni di prigioni private, livelli elevati di recidivazione sono desiderabili, perché permettono di limitare gli sforzi per la riabilitazione, e se le sentenze possono essere allungate, tanto meglio. Come risultato, i tassi di incarcerazione negli USA sono i più elevati al mondo, ed i livelli di recidivazione sono pari al 67.5%. I due maggiori gestori di prigioni private hanno reaslizzato un profitto pari a 3.3 bilioni di dollari nel 2011, con 131 sedi e oltre 150.000 posti letto.

 

La diffusione globale delle prigioni private.

Al di fuori degli USA, il Regno Unito è lo stato maggiormente privatizzato d'Europa, con 14 prigioni a gestione privata, gestite da quattro associazioni. Queste gestiscono l'11.6% del numero totale della popolazione di detenuti, contro il 9% negli USA, ed il 17% in Australia. Anche diversi stati dell'America Latina hanno dato a contratto i propri servizi di detenzione. In Francia vi sono prigioni semiprivate, mentre prigioni completamente o parzialmente private sono in programma in Danimarca e a Hong Kong.

 

 

Fonte: sensiseed.com/it/blog

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