Coltivazione primaverile e serre

Soft Secrets
22 May 2012

L'equinozio di primavera per l'emisfero settentrionale cade attorno al 20 marzo, data in cui il giorno e la notte durano entrambi 12 ore. Le notti diventano poi gradatamente più lunghe fino a circa il 21 giugno, quando nella maggior parte degli Stati Uniti, il giorno arriva a durare circa 14,5 ore. In seguito la durata del giorno si riduce nuovamente fino all'equinozio d'autunno, quando giorno e notte durano 12 ore. Dato che fioriranno le piante di cannabis coltivate con un fotoperiodo di 12-12, i coltivatori outdoor (a meno che non si ricerchi un raccolto primaverile rapido) aspetteranno fino a metà aprile o maggio per avviare la coltivazione, condizioni meteo permettendo. Anche quando le condizioni esterne non sono ideali, la stagione della coltivazione spesso può iniziare in questo periodo con l'utilizzo di tunnel, capanni a forma di parabola, piccole serre ricoperte con vetro, contenitori a caldo, serre riscaldate e non.


L'equinozio di primavera per l'emisfero settentrionale cade attorno al 20 marzo, data in cui il giorno e la notte durano entrambi 12 ore. Le notti diventano poi gradatamente più lunghe fino a circa il 21 giugno, quando nella maggior parte degli Stati Uniti, il giorno arriva a durare circa 14,5 ore. In seguito la durata del giorno si riduce nuovamente fino all'equinozio d'autunno, quando giorno e notte durano 12 ore. Dato che fioriranno le piante di cannabis coltivate con un fotoperiodo di 12-12, i coltivatori outdoor (a meno che non si ricerchi un raccolto primaverile rapido) aspetteranno fino a metà aprile o maggio per avviare la coltivazione, condizioni meteo permettendo. Anche quando le condizioni esterne non sono ideali, la stagione della coltivazione spesso può iniziare in questo periodo con l'utilizzo di tunnel, capanni a forma di parabola, piccole serre ricoperte con vetro, contenitori a caldo, serre riscaldate e non.

L’equinozio di primavera per l’emisfero settentrionale cade attorno al 20 marzo, data in cui il giorno e la notte durano entrambi 12 ore. Le notti diventano poi gradatamente più lunghe fino a circa il 21 giugno, quando nella maggior parte degli Stati Uniti, il giorno arriva a durare circa 14,5 ore. In seguito la durata del giorno si riduce nuovamente fino all’equinozio d’autunno, quando giorno e notte durano 12 ore. Dato che fioriranno le piante di cannabis coltivate con un fotoperiodo di 12-12, i coltivatori outdoor (a meno che non si ricerchi un raccolto primaverile rapido) aspetteranno fino a metà aprile o maggio per avviare la coltivazione, condizioni meteo permettendo. Anche quando le condizioni esterne non sono ideali, la stagione della coltivazione spesso può iniziare in questo periodo con l’utilizzo di tunnel, capanni a forma di parabola, piccole serre ricoperte con vetro, contenitori a caldo, serre riscaldate e non. 

La luce del sole contempla un’ampia gamma di raggi elettromagnetici. Le piante sfruttano sia la luce visibile (per la fotosintesi), sia i raggi infrarossi (calore). La luce del sole d’estate contiene circa 400-450 watt di luce visibile e oltre 500 watt di energia infrarossa per metro quadrato. Se la si paragona, una fonte HPS da 400 watt ha un’efficienza di circa il 20% per la luce visibile, ci vogliono quindi da 5 a 6 metri quadrati per ottenere l’equivalente della luce visibile e ci sarebbe un forte eccesso d’infrarossi. Anche le potenti fonti HID da 1.000 watt richiederebbero da 2 a 3 metri quadrati per garantire la stessa quantità di luce indoor. Le coltivazioni outdoor godono di luce e calore gratuiti, il che contribuisce enormemente a ridurre le spese da sostenere per coltivare cannabis.

Raccogliendo e immagazzinando il calore disponibile, la stagione di coltivazione si può estendere anche se le temperature esterne sono al di sotto di quelle tollerate dalle piante. Un modo molto semplice per intrappolare il calore del sole è quello di dipingere di nero un oggetto. Un oggetto nero assorbirà più raggi infrarossi rispetto a un oggetto bianco. Il bianco riflette gran parte del calore (e della luce) e rimane dunque più fresco. La luce del sole che colpisce una superficie nera rilascia i raggi infrarossi sulla superficie, riscaldando la stessa e ciò che contiene. La solarizzazione del terreno è utilizzata per aumentare sufficientemente la temperatura del terreno, affinché si uccida la maggior parte dei semi delle erbe infestanti e altri patogeni. Si utilizzano fogli di plastica nera per ricoprire il terreno colpito dai raggi del sole estivo. La luce del sole colpisce la plastica e l’aria rimane intrappolata al di sotto, il che fa aumentare la temperatura a sufficienza da poter uccidere la maggior parte dei semi e molte spore portatrici di patologie dannose.

Anche se il nero è il colore ideale per raccogliere e immagazzinare il calore del sole, è comunque opaco per (blocca) la luce visibile. Ricoprire una pianta con un foglio di plastica nera contribuisce a mantenere il calore, ma la pianta morirebbe a causa dell’assenza di luce visibile. Dato che le piante hanno bisogno sia della luce visibile che dei raggi infrarossi per sopravvivere, il materiale per ricoprire le piante non deve solo essere semiopaco ai raggi infrarossi, ma anche trasparente alla luce visibile. Se si utilizza un materiale a elevata trasparenza, la quantità di calore raccolto e intrappolato è inferiore, ma la luce visibile di cui ha bisogno la pianta per crescere può attraversare tale materiale. Ecco perché il vetro, le guaine in plastica e altri materiali chiari vengono utilizzati per intrappolare i raggi del sole per le piante. Se la struttura assorbe il calore più rapidamente di quanto non accada a livello di dispersione di calore, il vantaggio sarà elevato e la temperatura interna aumenterà. In questo modo, la struttura può assorbire il calore durante il giorno e rilasciarlo durante le ore fredde della notte. Più è piccola l’area coperta, meno le oscillazioni di temperatura sono tamponate. Un piccolo oggetto colpito dai raggi del sole si raffredda più rapidamente di quanto non faccia un oggetto grande, a causa della differenza di massa. I tunnel non immagazzineranno dunque il calore dal giorno alla notte quanto una serra.

I piccoli tunnel possono contribuire a proteggere le pianticelle primaverili. Originariamente costruiti in vetro, queste strutture a forma di campana sono state posizionate sulle pianticelle per proteggerle. Oggigiorno, la maggior parte dei tunnel è fatta di plastica. Per costruire un tunnel economico per un’unica pianticella, tagliate il fondo della bottiglia da 2 litri in plastica chiara e utilizzatela come copertura. Utilizzando con attenzione uno strumento a caldo per saldare, si potranno praticare dei fori più puliti sui lati. Questo contribuisce a proteggere i delicati germogli dagli elementi e il tunnel aiuta a tenerli caldi e umidi.

Si può ottenere un tunnel più grande per una parte della coltivazione, costruendo una struttura semplice e ricoprendola con una guaina trasparente. Questo tipo di tunnel si può costruire in molti casi utilizzando una struttura semplice in legno o PVC. I capanni a forma di parabola si piegano a forma di “D” e poi vengono rialzati e uniti fra di loro. Questa struttura viene utilizzata per tenere la guaina trasparente esterna. L’esposizione a sud o sudest è adatta per sfruttare il calore del sole e raccogliere la luce. Quando i tunnel più grandi coprono intere file di piante, si chiamano tunnel alti o copertura a fila.

Una struttura rigida e piccola che usa lo stesso principio si chiama serra ricoperta con vetro. Una versione più solida e permanente di queste strutture è composta generalmente da contenitori in legno sui lati e con copertura trasparente. La luce la attraversa arrivando alle piante, ma parte del calore rimane intrappolata all’interno. Queste strutture a freddo sono utilizzate per cominciare a coltivare le pianticelle prima di trapiantarle all’esterno o come fase intermedia per le piante coltivate in indoor affinché si irrobustiscano. Mettendo le piante coltivate in indoor in una struttura a freddo protetta, i cambiamenti ambientali possono essere introdotti a fasi, il che riduce la probabilità di shock termico.

La serra è una versione più grande e con pareti più chiare della struttura a freddo. Una serra che funzioni a sufficienza per mantenere la temperatura di coltura nei mesi estivi mediante la sua efficienza o con fonti di calore aggiuntive è conosciuta come serra riscaldata. Le coltivazioni invernali di cannabis spesso vengono avviate in indoor e poi spostate nella serra per la fioritura oppure si utilizzano fonti di luce aggiuntive per prevenire la fioritura, mentre le piante crescono in vegetativo nella serra.

Un vantaggio della serra è che non solo le piante vengono riscaldate nei mesi invernali, ma si possono anche rinfrescare per ridurre le temperature interne in estate. Le serre hanno spesso delle finestrelle che possono essere aperte per rilasciare il calore in eccesso d’estate e a volte si aggiungono dei ventilatori per controllare meglio la situazione. Le serre sono disponibili in varie dimensioni, da pochi centimetri a grandi strutture commerciali di dimensioni di gran lunga maggiori.

A causa degli insetti infestanti bipedi, molti coltivatori non riescono a sfruttare la luce del sole nelle loro coltivazioni, ma per i fortunati che riescono a farlo, la semplice tecnologia della serra può garantire alle piante che non si trovano in ambienti ideali, un’opportunità per sfruttare il sole.

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