Di madri ce ne sono solo dieci

Soft Secrets
13 May 2011

In questo numero parleremo dell'avere una sezione dedicata esclusivamente allo stato vegetativo e alle madri. L'importanza di mantenere la nostra selezione e di condividere la buona genetica.


In questo numero parleremo dell'avere una sezione dedicata esclusivamente allo stato vegetativo e alle madri. L'importanza di mantenere la nostra selezione e di condividere la buona genetica.

Una delle cose per me più difficili quando ho cominciato a coltivare, è stata questo: ho sempre messo troppe energie nella fioritura nell'acquisto di semi. Ora capisco l'importanza della conservazione di alcune genetiche e del fatto che una pianta abbia una buona crescita. Ci ho messo anni a capirlo e con questo articolo spero di farvi venire voglia di raccogliere varietà diverse e di migliorare la vostra fioritura a partire da una crescita corretta.
Ogni seme è un individuo irripetibile. Sebbene acquistiamo varie confezioni di semi della stessa banca e sebbene abbiano alle spalle un buon lavoro di stabilizzazione, è inevitabile che si manifestino sempre vari fenotipi. Al contrario, una talea è una replica esatta della pianta da cui è stata prelevata, l'unico modo per conservare concretamente determinate caratteristiche.


Le banche, con il tempo, per miglioramenti, perdita di progenitori originari, cambiamenti di coltivatore... modificano le loro linee, non sempre incontrando maggior fortuna rispetto al lavoro precedente. Per questo, di solito si sente il prefisso "old" in alcuni cloni, quando si fa riferimento alla prima linea uscita sul mercato, la linea "vecchia".


Abbiamo anche i cosiddetti "cloni d'elite". Non sono molto d'accordo con questa descrizione, ma non me ne viene una migliore. Di solito si tratta di una selezione a partire da un numero elevato di individui, dove chiaramente sono scelti quelli che si sono distinti, per una o varie caratteristiche: livello di resina, potenza, vigore, proprietà organolettiche... Normalmente, questa selezione dovrebbe essere il più rappresentativa possibile del risultato ricercato dal coltivatore. Va da sé che questo richiede un grande sforzo del coltivatore e investimenti importanti.

Vista generale di madri sotto led e fluorescenti. 


Manutenzione delle madri


Mantenere le madri è semplice e richiede poche cure rispetto a quanto non si possa pensare. Per la questione relativa all'illuminazione, nel mio caso, ho optato per tubi fluorescenti e led. Devono essere montati su ripiani prefabbricati di quelli che vendono i negozi di bricolage, una opzione economica, sia a livello di mobile, che di consumo elettrico futuro.
Ogni varietà è in un contenitore da un litro e quando posso uso un substrato preconcimato. In questo modo guadagno tempo a livello di accumulo di sali prodotto dall'irrigazione con fertilizzante. Dobbiamo solo irrigare con acqua e come già detto negli articoli precedenti, dobbiamo controllare il pH e non dimenticarci di utilizzare gli enzimi periodicamente. Un valore adeguato per le madri è 6,2, con un EC inferiore a uno.


In ogni sezione dei ripiani ci saranno dieci madri: quelle che voglio abbiano una crescita più limitata, saranno posizionate sotto i led, dove utilizzo solo un watt per ogni esemplare. Quelle da cui voglio invece prelevare a breve delle talee, saranno sotto fonti fluorescenti, dove ricevono un watt e mezzo, che è sufficiente per ottenere vari cloni da ciascuna pianta. Se voglio creare un SOG e ho bisogno di un numero più elevato, per esempio trenta, di solito le sposto in un vaso da sette litri, le metto sotto una fonte di alogenuri metallici con un paio di settimane di anticipo e in questo modo il gioco è fatto.


Possiamo anche scegliere di avere le madri in sistemi idroponici. Io non li uso per la loro efficacia, perché le madri crescono troppo e hanno bisogno di più spazio. Per una richiesta elevata sono comunque ottimali, dato che creano sistemi radicolari e madri spettacolari.
Anche la temperatura può essere una nostra alleata quando vogliamo conservare delle genetiche a lungo e in questi casi le basse temperature sono molto utili per generare cloni. Un altro grande vantaggio sta nel fatto che il ciclo vitale degli insetti infestanti è rallentato, per lo meno per quelli che di solito sono fonte di preoccupazione per i coltivatori indoor, come la mosca del terreno, il ragno rosso, i trip... La loro diffusione è più facilmente controllabile.


I fotoperiodi


Il ciclo utilizzato per lo stato vegetativo in indoor è di diciotto ore di luce e sei di buio. A partire da questo punto possiamo accelerare le cose dando più ore di luce, utilizzando un fotoperiodo di venti ore di luce o persino di ventiquattro ore. Per vari anni ho tenuto la luce accesa costantemente e non ho osservato alcun problema. Uno dei vantaggi che otteniamo è un clima più stabile, dato che la temperatura non varia a seconda dell'accensione o spegnimento della luce. È inoltre utile per evitare che alcune piante ribelli entrino in fioritura nella fase di crescita. Il maggior inconveniente è la bolletta della luce, giacché, oltre a quello che si prendono normalmente, dovremo pagare un extra. Il mio fotoperiodo preferito per la crescita è di venti ore di luce accesa: è efficiente e ti lascia riposare.


Una buona opzione per i coltivatori indoor è quella di scegliere la tariffa a fasce orarie. Il passaggio di contratto costa circa dieci euro. Installano un contatore che imposta la tariffa a due prezzi diversi: quella normale di quattordici ore in cui si pagherà la metà e per le dieci ore rimanenti, pagheremo circa il dodici percento in più, ma se abbiamo una coltura in fioritura e una in crescita indipendenti, saranno comode. Con una coltivazione maggiore, il passaggio a questo contratto è ancora più interessante, dato che si risparmia maggiormente, poiché possiamo passare la fioritura in questo orario e ci avanzano due ore. Per la crescita, un buon metodo è quello di utilizzare la tariffa solita per quattordici ore e nelle quattro ore con ricarica, lasciare i led o le fluorescenti per mantenere il fotoperiodo.


Tipi di potatura


Possiamo potare in vari modi. La prima cosa da provare a capire è che le priorità sono due. Una è quella di lasciare la pianta madre il più bassa possibile e la seconda è quella di ottenere il maggior numero possibile di steli, per cui dovremo forzare l'apertura dei rami, potando ogni due giorni le gemme e facendo in modo che le parti inferiori si aprano e ricevano luce.


Possiamo praticare alcune perforazioni nei vasi e legare i rami con dello spago, per forzare la ramificazione, come si fa con alcuni tipi di bonsai. È utile soprattutto per le piante che hanno, per natura, una struttura a colonna.


Possiamo anche fare "cropping" ai rami, cioè dividerli in parte per poterli poi guidare e forzare i rami inferiori ad allungarsi. Dove creiamo il danno si forma una sorta di gomito, che lascia la struttura in questa posizione.


Il mio "trucchetto" è quello di partire simultaneamente da quattro o più cloni nella madre, come se si partisse da una pianta con quattro braccia principali. Con il primo taglio delle gemme, ne avremo giù otto, poi sedici e così via. Dobbiamo fare in modo che siano il più uniformi possibile quando li trapiantiamo, perché non si sovrappongano gli uni con gli altri.
A me ogni anno piace ottenere un nuovo clone e trasformarlo in madre, facendo fiorire la precedente. In questo modo parto sempre in terreno nuovo, con un maggior vigore. Un'altra possibilità è quella di togliere il pane con il terreno e potare le radici. Con un coltello grande si toglie una porzione su ogni lato e si riempie con terreno nuovo. In alcune settimane possiamo così recuperare lo stesso vigore. ¨


Due buoni alleati sono i funghi micorriza che dobbiamo miscelare con il substrato affinché lo colonizzino, come anche gli enzimi che aggiungeremo periodicamente quando irrighiamo. Questi due passaggi sono particolarmente importanti per le madri, dove l'accumulo di sali a lungo termine è inevitabile.

Cloni introdotti in Jiffy.

Le talee


Uno dei dubbi che mi sono venuti immediatamente è stato: cosa succede se prendo un clone di clone e così via? Ho letto quello che sono riuscito su questo argomento, ma non c'è consenso, né studi concreti sulla nostra amica pianta a lungo termine. Sulla base della mia umile esperienza, non credo dunque che nessuno possa assicurare che fra cinquant'anni, per esempio, la pianta sarà esatta, sebbene si mantenga in modo perfetto, ma non si può neanche affermare il contrario. Alcune delle madri che conservo hanno quindici anni o più. Sembra che mantengano le loro caratteristiche o per lo meno questo è quanto sostengono coloro che le hanno selezionate originariamente. Non ho osservato nessun elemento di deriva genetica per il momento, per lo meno in individui dai semi regolari e che non hanno subito rivegetazione.


Il costo elettrico per mantenere dieci madri al mese non supera i cinque euro se si utilizza illuminazione a basso consumo. In cambio però otteniamo un grande valore, in primo luogo e non dovremo ricorrere al mercato nero per rifornirci, risparmiando così denaro e problemi, perché molte volte questo accade. A volte si trovano varietà selezionate male, con problemi di ermafroditismo, piante indica per piante sativa, o al contrario... È un mondo in cui a volte l'etica brilla per la sua assenza. Per un coltivatore avvezzo è solo un passaggio, ma per chi comincia, può essere fonte di frustrazione che porta ad abbandonare il tutto.


Ci vuole circa un'ora a fare trenta talee, un po' di ormoni e diedi giorni di attesa. Prendete coraggio se vale la pena mettersi in gioco e spendere quello che di solito è richiesto.


Possiamo fare i cloni in molti sistemi: lana, Jiffy, idro, aero... Spiegheremo le differenze a grandi linee. I sistemi con la torba o la terra sono i più abituali, sono pratici e non hanno segreti. Tagliamo i cloni da una madre sana e ben idratata, cerchiamo di lasciare un paio di nodi inferiori per potenziare l'uscita delle radici e tagliamo le punte delle foglie per evitare la disidratazione. Il taglio forma un angolo di quarantacinque gradi, il che dà una maggior superficie di radicamento. Li inseriamo nel substrato selezionato e introduciamo nell'incubatrice a una temperatura di circa venticinque gradi. Possiamo nebulizzare puntualmente con alimenti e ormoni per aiutarli fino alla comparsa delle radici. Di solito il processo dura fra i dieci e i quindi giorni, altrimenti, se ci mette di più, le piante cominceranno a marcire per l'elevata umidità. Non è neanche una buona idea toglierli subito quando vediamo una radice. Conviene aspettare che abbiano un buon sistema radicolare per alimentarsi e fare il trapianto in maniera corretta. Se facciamo molti cloni da madri diverse, in un vassoio con Jiffy, è facile contraddistinguerli. Quando sono ancora pressati, prendiamo un pennarello indelebile e mettiamo le iniziali e il numero di madri sul retro. Poi li immergiamo come sempre e avremo un segno leggibile. Se lo facciamo in bicchieri o simili, è consigliabile etichettare ciascuno di essi con una fascetta, altrimenti creiamo una confusione di genetiche senza poter identificare e avere inconvenienti.


Nel caso dei sistemi idro, "senza terreno", che funzionano per aspersione, nebulizzazione, fil nutritivo, eccetera, bisogna modificare alcuni parametri. Il più importante è il pH: nei sistemi idroponici bisogna abbassarlo di 0,5-1 rispetto a quanto non facciamo con il terreno. In questo modo, stabilizzeremo la soluzione nutritiva a 5,8 per il radicamento. L'altro fattore è la EC (conduttività elettrica): se non utilizziamo acqua sufficientemente pura, avremo problemi. Ci sono fertilizzanti per acqua dura e per acqua morbida, ma si parte sempre con una EC inferiore a uno. Se non abbiamo questo grado di purezza, dobbiamo utilizzare filtri a osmosi per ridurre i sali o utilizzare la terra, che lascia un po' più di margine in questo senso.


Se utilizziamo ceste con argilla espansa, dobbiamo pulire e correggere il pH iniziale che di solito è molto elevato. Dobbiamo pulire con cura e lasciare il tutto immerso in acqua con pH regolato, almeno 24 ore prima dell'utilizzo. Se non facciamo questo passaggio in maniera corretta, noteremo che in molti casi il pH tende a salire, generando stress non necessario ai cloni. Durante l'inverno, quanto meno, è anche necessario utilizzare un riscaldatore d'acqua, per fare in modo che la temperatura non scenda eccessivamente. Il lato positivo di questi sistemi è che se facciamo tutto correttamente, otterremo cloni in tempi record, con masse radicolari senza pari, ideali per la fioritura in sistemi dello stesso tipo.


Nel luogo ideale per tagliare le talee, fate una prova. Io ho tagliato metà dei cloni dalla parte inferiore della pianta madre, i più teneri. Ho tagliato poi l'altra metà dalla parte superiore, con steli molto più grossi e sviluppati. Li ho messi nello stesso vassoio in condizioni identiche: il risultato è stato che tutti i cloni presi dalla parte inferiore hanno messo le radici più velocemente, a una velocità del 30% più elevata rispetto agli altri.


Illuminazione per il mantenimento e lo stadio vegetativo


In questa sezione, le fonti ad alogenuri metallici sono l'ideale, sebbene emettano meno lumen per watt rispetto a quelle al sodio, dato che avendo uno spettro specifico, la loro efficacia è di gran lunga maggiore. Possiamo far crescere o radicare con APS, ma in questo modo possiamo perdere molti watt e in alcuni casi, si può produrre stress. Gli alogenuri metallici producono una distanza più corta fra i nodi, il che è sempre auspicabile.


Se entriamo in fioritura con piante deboli, selezionate male o radicate male, faremo un primo passo critico. Se al contrario, abbiamo pazienta e dedichiamo molte cure a questa fase, faremo il primo passo per ottenere buone cime. Un paio di settimane di crescita sotto gli alogenuri metallici di solito sono sufficienti per un Sea Of Green, a seconda della genetica.


I led sono fantastici per il mantenimento delle madri, dato che hanno una temperatura così bassa che non c'è da preoccuparsi che si brucino le foglie. Come già detto in precedenza, è meglio avere una crescita più breve in inverno. L'utilizzo delle fluorescenti è simile ai led, ma meno efficace a parità di watt e a lungo termine.


Le madri e l'estate


Ogni estate chi conserva le madri deve fare i salti mortali per mantenerle, ma non è certo una scusa per perderle. Sebbene non mostrino il loro miglior aspetto alle temperature elevate, fra i trenta e i quaranta gradi, le piante sopportano. Bisogna riuscire ad arrivare a casa in questo periodo dell'anno con alcune piante impollute, perché il momento ideale per attaccare il ragno rosso è in inverno e l'oidio in estate, al contrario di quanto si pensi.
Normalmente si aspetta di vedere l'insetto infestante o l'infezione per agire, ma una volta che il ragno rosso ha attaccato la coltivazione, la probabilità che scompaia completamente è remota. Come l'oidio, può sopravvivere in quasi tutti i substrati e situazioni per lunghi periodi di tempo, finché le condizioni sono favorevoli e può cominciare ad attivarsi.


Per questo motivo, dobbiamo sfruttare il loro punto debole per eliminarli: nel caso del ragno, la bassa temperatura e l'aumento dell'umidità che porta l'inverno. Ad agosto, chi ha provato a farlo, sa bene cosa succede: vincono loro. La guerra biologica utilizzando predatori naturali è interessante, ma si deve cominciare al minimo indizio e tenere in considerazione che poi non si possono nebulizzare pesticidi, perché elimineremmo la fauna benefica come effetto collaterale. Bisogna quindi raggiungere velocemente un buon equilibrio.


Quello che faccio io è nebulizzare una volta l'anno bermectine e prodimenol25 nelle stanze di coltura e le madri. Sono prodotti chimici, non mi piace in genere consigliarli, ma se vogliamo efficacia è così che bisogna fare. Vi assicuro che dove cade il prodimenol25 scompare l'oidio e non colonizza più l'area. Quando utilizziamo questi prodotti, bisogna rispettare le consegne di sicurezza indicate dal produttore e nel caso, allungarli di un paio di settimane. Nelle madri in crescita non ci sono problemi, ma in fioritura bisogna applicare il tutto solo se è appena cominciata. Se invece la fase è avanzata, dimenticatevene. Un'altra cosa a cui fare attenzione è la presenza di animali domestici che di solito mangiano le foglie, come il mio gatto: in questo caso dovete evitare che gli animali domestici si avvicinino alla zona trattata nei termini di sicurezza. Quando nebulizziamo, corriamo il rischio d'inalare particelle. È dunque consigliabile che indossiate una mascherina per questo tipo di disinfezione.


Ci sono molti estratti naturali come il neem, ma questi sono utili a livello preventivo; una volta che il problema è iniziato, saranno solo palliativi.


Selezione delle madri


Questo è uno dei temi più complicati da consigliare. Quando condivido genetiche con amici, quello che ad alcuni sembra il migliore del mondo, per altri non vale nulla. Voglio quindi dire che il criterio di selezione è aperto e dipende dai nostri gusti.


Il mio consiglio è quello di conservare varietà che si distinguano effettivamente dalle altre. Non ha senso tenere mezza dozzina di piante dolci, per esempio, o mezza dozzina di piante con retrogusto a incenso. Selezioneremo quella con il sapore più pronunciato e nel caso non sia distinguibile, quella con il maggior vigore o produzione all'interno di queste qualità.
Quello che dobbiamo evitare sono le piante con tratti ermafroditi. Se una pianta ha fiori maschio, sebbene pochi e puntuali, è una pianta che può rovinare una coltivazione. Pochi fiori maschio possono impollinare tutte le femmine attorno e creare centinaia o migliaia di semi. Ci sono poche cose più sgradevoli di dover togliere mezza dozzina di semi da ogni canna o l'odore che esce quando viene bruciato uno di questi.


Ogni giorno ci sono sempre più banche di semi e una maggior offerta di genetiche, ma la realtà è che è difficile trovare cose concrete e interessanti. Sapere in quali semi investire il nostro tempo e capitale, non è un compito semplice. Il mio consiglio è quello di leggere e informarvi prima di dedicare mesi di sforzi a una cosa che può essere, sin dall'inizio, ciò che non volete.


Per questo è importantissimo che teniate un clone di ogni pianta che coltivate e che non lo perdiate fino al raccolto, all'essiccatura, la potatura e a quando fumate il tutto. Potrebbe essere una genetica meravigliosa e se non la conservate, non potrete riaverla. Io preferisco non coltivare una pianta, piuttosto che farlo e non conservare un clone. Saluti, X.

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