Sex, Drugs and Murder

Soft Secrets
04 Mar 2011

L'omicidio di Meredith Kercher, studentessa inglese in Italia nell'ambito del progetto Erasmus presso l'Università di Perugia, è avvenuto nella notte del primo novembre 2007. Meredith è stata ritrovata priva di vita con la gola tagliata nella sua camera da letto, nella casa che condivideva con altri studenti a Perugia. La causa della morte è stata un'emorragia dovuta alla perdita di sangue da una ferita al collo, provocata da un oggetto acuminato usato come arma.


L'omicidio di Meredith Kercher, studentessa inglese in Italia nell'ambito del progetto Erasmus presso l'Università di Perugia, è avvenuto nella notte del 1º novembre 2007. Meredith è stata ritrovata priva di vita con la gola tagliata nella sua camera da letto, nella casa che condivideva con altri studenti a Perugia. La causa della morte è stata un'emorragia dovuta alla perdita di sangue da una ferita al collo, provocata da un oggetto acuminato usato come arma.

L'omicidio di Meredith Kercher, studentessa inglese in Italia nell'ambito del progetto Erasmus presso l'Università di Perugia, è avvenuto nella notte del 1º novembre 2007. Meredith è stata ritrovata priva di vita con la gola tagliata nella sua camera da letto, nella casa che condivideva con altri studenti a Perugia. La causa della morte è stata un'emorragia dovuta alla perdita di sangue da una ferita al collo, provocata da un oggetto acuminato usato come arma.

Per il fatto vengono condannate in primo grado per omicidio, violenza sessuale e furto tre persone, due uomini e una donna: l'ivoriano Rudy Guede, il barese Raffaele Sollecito e, infine, l'americana Amanda Knox.

Se per il primo l'attenzione morbosa dei media nostrani è scemata non appena il ventenne ha optato per il rito abbreviato e l'ammissione di colpevolezza parziale, per i secondi sono stati stampati fiumi d'inchiostro: i due - fidanzati al momento del delitto - sono saliti alla ribalta delle cronache come i novelli "Erika e Omar" ma, una volta iniziato il processo, i riflettori sono stati tutti per lei, la ragazza di Seattle dalla faccia d'angelo.


L'immagine del casto bacio al suo ormai ex ragazzo Raffaele Sollecito, che regalò ai giornalisti in letterale visibilio, fu solo l'inizio di quel processo di mitopoiesi al contrario che ha portato la ventenne Amanda a diventare "Foxy Knoxie", la volpe Knox. Faccia d'angelo, un sorriso appena accennato e una compostezza inusuale per un'accusata di omicidio erano gli ingredienti perfetti per l'ennesimo romanzo criminale italiano: il circo mediatico internazionale si scatenò in tutta la sua morbosità.

Si parlava di gioco sessuale andato male, di festini a base di alcol e droga, di baccanali consumati dopo aver chiuso i libri di testo dell'università. Nelle cronache gonfiate di quei primi giorni di novembre Perugia, tranquilla città umbra di 167.000 abitanti e sede di una famosa Università degli stranieri, diventava improvvisamente la capitale del divertimento dove l'alcool scorre a fiumi e le droghe si trovano con estrema facilità ad ogni angolo della strada. Certo gli imbrattacarte nostrani e internazionali non brillano per etica e rispetto della deontologia ma l'insistere sul fattore droga in quello che per ridondanza e copertura fu il "caso Sarah Scazzi" dell'annata 2007/200, non fu del tutto un abbaglio. In una delle prime udienze Amanda, sentita come testimone, dichiarò che la sera in cui Meredith venne uccisa lei si trovava a casa di Sollecito a fumare marijuana e a fare sesso. Subito la stampa si scatenò in illazioni dagli esiti però opposti: secondo i tabloid inglesi Amanda, "Foxy Knoxy", è "una ragazzina mangia-uomini, che fuma marijuana e va a letto con tutti", secondo quelli americani è una ventenne acqua e sapone, "foxy" perché "ingegnosa e capace di dribblare le avversarie". La divergenza di opinioni si acuisce a tal punto che addirittura il segretario di stato americano, Hillary Clinton, annuncia di voler esaminare gli esiti del processo, conclusosi l'anno scorso, in quanto la senatrice Maria Cantwell aveva avanzato dubbi sul funzionamento del sistema giudiziario italiano aggiungendo che l'antiamericanismo avrebbe inquinato il giudizio.

In ogni caso il quadro che emerge dai verbali dei giovani che frequentavano Meredith e le sue amiche è quello di un «gruppo allargato». Ragazzi che si sono trasferiti a Perugia per studiare, che vivono lontano dalle famiglie e non sembrano avere regole. Ragazzi che vivono la notte, che vagano di festa in festa, che spesso si ubriacano e fumano spinelli fino a stordirsi. Lo racconta anche Giacomo Silenzi, che con Meredith stava insieme da circa tre settimane. La sera dell'omicidio era a casa dei genitori a Porto San Giorgio. «Nonostante mi piaceva molto -dice - non provavo alcuna gelosia nei suoi confronti. Insieme ai miei amici faccio spesso uso di hashish e marijuana, ma non di altre droghe. Anche Amanda e Meredith facevano uso di hashish e spesso l'assumevamo insieme, o noi tre da soli o insieme ai ragazzi del condominio. In genere prendevamo la droga nel centro di Perugia, sulle scale di fronte alla chiesa di piazza 9 Novembre, ma non conosco i nomi degli spacciatori. Ogni volta che ci serviva, uscivamo e andavamo in piazza per rifornirci. Non ricordo che le ragazze avessero mai avuto la droga, in genere la fornivamo noi ragazzi». Canne, ma anche alcool: secondo le testimonianze dei vicini di casa e degli amici accadeva spesso che le ragazze tornassero ubriache.

“L'insistere sul fattore droga in quello che per ridondanza e copertura fu il "caso Sarah Scazzi" dell'annata 2007/200, non fu del tutto un abbaglio

Un comportamento che si potrebbe definire normale per buonissima parte degli universitari fuori sede ma che venne subito etichettato come deviante e invero assolutamente propedeutico alla tragedia che si è consumata nell'appartamento perugino. Il fatto che Amanda, la stessa Meredith e il gruppo di amici facessero uso di hashish e marijuana è stato preso come prova incontrovertibile delle cattive intenzioni che avrebbero mosso la mano di Amanda a infliggere le coltellate fatali alla studentessa inglese. Come se fumando uno spinello uno potesse davvero arrivare ad uccidere una persona (sic!).

C'è poi la storia di Rudy Guede, l'ivoriano reo confesso di aver stuprato Meredith, che affidato ad una famiglia benestante con altri 3 figli, compie la sputtanatissima parabola del bravo ragazzo sportivo e studioso che improvvisamente si imbatti in cattive compagnie e comincia a drogarsi: il fatto che il ventenne fosse stato sorpreso a Milano con addosso una quantità irrisoria di hashish, incoraggiò i cronisti a descriverlo come un giovane che "abbandonava la sua seconda famiglia e il lavoro che questa gli aveva trovato per entrare nel buio universo della droga".

“Un comportamento che si potrebbe definire normale per buona parte degli universitari fuori sede, ma che venne subito etichettato come deviante e propedeutico alla tragedia

Ma, ancora peggio, oltre a questo ardui salti cognitivi i giornalisti hanno deciso di ridare nuovo smalto alla città di Perugia, cominciando a descriverla come la città noir, la disneyland della droga, la capitale dello spaccio e della trasgressione notturna dove la dolce vita universitaria si svolge non tra libri e discussioni accademiche ma tra sesso e droga. Proponendo arbitrariamente il binomio universitari-sballo, le testate italiane e straniere si sono sbizzarrite in fantasiose descrizioni delle vite degli studenti, calcando molto la mano sul fatto che la lontananza da casa e l'improvvisa libertà siano le naturali premesse per imboccare il cammino della perdizione. Le cronache più recenti, con la morte della venticinquenne Elisa sempre a Perugia hanno risollevato l'annosa questione tanto che il sindaco Wladimiro Boccali si è affrettato a dichiarare di non volere leggere di nuovo "lo schema Meredith". In una nota ufficiale indirizzata ai giornalisti e alle testate il primo cittadino, invece che spendere parole di comprensione verso la categoria sociale e generazionale che più di tutte contribuisce alla prosperità della sua piccola città - gli studenti appunto - è caduti nella trappola dei cronisti e, nonostante le intenzioni della sua nota ufficiale, è riuscito fantozzianamente a scrivere: "Che la droga a Perugia sia un problema e' scontato. E' uno dei punti principali, la lotta allo spaccio, su cui si fonda il Patto per la sicurezza che da alcuni anni la città ha stretto con lo Stato".

Repressione proibizionista e patti per la sicurezza, queste le risposte ad un efferato omicidio e ad un triste caso di assideramento e negligenza da parte dello Stato - Elisa, rimasta impanata con la macchina in un bosco mentre era probabilmente sotto l'effetto di mdma, era stata più di mezz'ora al telefono col 112.

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